Mus. - Composizione musicale per strumenti a tastiera
(clavicembalo, organo, pianoforte, ecc.). La
t. risale alla fine del XVI
sec.; priva, all'inizio, di caratteri formali peculiari che non fossero
un'accentuata libertà di impianto tematico e l'andamento piuttosto
improvvisatorio, assunse man mano una fisionomia propria in Italia e in
Germania. Tra i primi autori di
t. sono da annoverare A. e G. Gabrieli,
mentre con G. Frescobaldi, autore di
t. prive di schema fisso e
caratterizzate da sezioni in libera successione, la
t. secentesca tocca
la sua massima espressione. Allo stesso periodo storico appartengono inoltre
numerose
t. concepite per complessi strumentali di ottoni, di cui un
esempio è offerto dall'
ouverture dell'
Orfeo di C.
Monteverdi. In Germania la
t. fu spesso associata alla fuga (
t. e
fuga) e portata ai vertici da J.S. Bach, autore di numerose
t. per
organo, clavicembalo o clavicordo, solitamente di ampie dimensioni e ripartite
in più tempi. In Italia, musicisti come A. Scarlatti e, alla fine del
XVIII sec., M. Clementi composero
t. di spiccato virtuosismo. Esempi di
t. sono presenti anche nella produzione ottocentesca (R. Schumann, K.
Czerny); soppiantata dalla sonata romantica, nel Novecento la
t.
trovò tuttavia cultori in F. Busoni, S. Prokofiev, G. Petrassi, M. Ravel,
A. Casella.