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Tipostròfico.

Paleont. - Teoria t.: teoria evolutiva degli organismi animali. Espressa dal paleontologo tedesco O. Schindewolf nel 1947, si basa sulla tesi che, nelle varie ere geologiche, gli organismi animali avrebbero subito dapprima delle modificazioni strutturali a carattere generale, in seguito a livello di piccoli gruppi sistematici per raggiungere, alla fine, il momento della loro estinzione. Secondo Schindewolf, con il sorgere di un nuovo phylum, rappresentato da specie nuove anche assai diverse tra loro, inizierebbe la prima fase evolutiva, detta tipogenetica, di un certo grande gruppo, durante la quale le modificazioni di struttura degli organismi appartenenti a quello stesso gruppo porterebbero alla naturale suddivisione del phylum in classi, sottoclassi, ordini e sottordini; tuttavia le modificazioni stesse non avrebbero alcuna influenza sul piano fondamentale di struttura degli animali. Questa fase iniziale sarebbe poi seguita dalla fase tipostatica, durante la quale le modificazioni continuerebbero a manifestarsi, sempre senza influire sul piano fondamentale, ma nell'ambito di ciascun piccolo gruppo derivato dai prototipi originali; tale differenziazione porterebbe alla costituzione di limitati gruppi sistematici quali la famiglia, il genere e la stessa specie. Questa fase avrebbe un lunghissima durata, a volte anche di decine di milioni di anni. A essa seguirebbe una fase degenerativa, detta tipolitica, durante la quale si verificherebbe la decadenza degli individui appartenenti a un certo gruppo sistematico; essa sarebbe caratterizzata da fenomeni di gigantismo, di senescenza, di instabilità che porterebbero alla lenta e graduale estinzione di quei tipi. Schindewolf, a sostegno della sua teoria, portò come valido esempio l'evoluzione dei mammiferi placentati la cui differenziazione iniziò alla fine del Cretaceo e nel Paleocene.