Uomo politico e generale ateniese. Figlio di
Corone, nel 375 a.C. distrusse la flotta spartana presso Leucade dimostrandosi
un abile stratega. Nel 373 a.C. subì un processo, nato dalle calunnie di
un avversario politico che gli attribuì la responsabilità delle
difficoltà in cui si trovò la flotta ateniese durante uno scontro
con gli Spartani; assolto, andò volontariamente in esilio e si mise al
servizio dei Persiani. Tornò ad Atene nel 367 a.C. e si schierò
con quanti volevano indebolire il potere dei Tebani che, aiutati dai Persiani,
dominavano la Grecia in quel periodo. Guidò numerose spedizioni militari
in Tracia e in Anatolia e riuscì a conquistare Samo. La mancata
riconquista di Anfipoli e il comportamento giudicato troppo prudente tenuto
nella battaglia di Embata (356 a.C.) fecero diminuire la fiducia nelle sue doti
di stratega e nella sua lealtà politica. Venne per questo condannato a
una multa di 100 talenti; abbandonò nuovamente Atene ritirandosi in
esilio volontario a Calcide, dove morì (m. Calcide 354 a.C.).