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Timo.

Anat. umana - Organo ghiandolare impari mediano coinvolto nello sviluppo della reattività immunitaria dell'organismo e situato nel mediastino anteriore tra la tiroide e la quarta cartilagine costale. Soggetto a un rapido sviluppo verso la fine del periodo fetale e subito dopo la nascita, il t. continua ad accrescersi nell'età prepuberale fino ai 9-10 anni e comincia spontaneamente a regredire nel periodo successivo, fino a trasformarsi nell'adulto in una massa di tessuto fibroadiposo chiamata residuo del t. Come la tiroide e le paratiroidi, esso deriva da diverticoli epiteliali del tessuto branchiale. Il t. funzionante è un organo biancastro solido, costituito da due lobi di dimensioni diverse uniti medialmente da un connettivo areolare e rivestiti da una guaina fibrosa. Quest'ultima invia verso l'interno svariati setti che dividono i lobi in numerosi lobuli di 0,5-2 mm di diametro, in ciascuno dei quali si distingue una porzione corticale periferica e una sostanza midollare centrale. La prima, di colore scuro, è costituita da linfociti relativamente immaturi (timociti corticali), inseriti in un reticolo formato da prolungamenti di cellule epiteliali anastomizzati fra loro. La seconda, di colore chiaro, contiene generalmente pochi linfociti maturi, molte cellule epiteliali secernenti ormoni a effetto locale (timostimolina, timopoietina, timopentina, timosina, fattore timico serico e fattore timico umorale) e i cosiddetti corpuscoli di Hassal, ovvero delle formazioni corpuscolari di grandezza variabile da 40 a 100 Å risultanti dalla stratificazione serrata e concentrica di sottili piani epiteliali, che con la degenerazione della ghiandola diventano progressivamente più grandi. Il t. è la sede della maturazione dei linfociti T: questi, formatisi come i linfociti B nel midollo osseo, migrano, infatti, negli interstizi stromali dell'organo per acquisire la loro competenza immunitaria. Una volta giunti a maturità, si spostano per via ematica nei centri linfatici periferici (milza e linfonodi) dai quali si muovono per raggiungere i distretti corporei nei quali si trovano gli antigeni e liberare fattori tossici e attivatori dei macrofagi. Il t. inoltre accelera l'accrescimento scheletrico ed è sede della secrezione di ormoni coinvolti nelle funzioni immunitarie. Oltre alla linea delle cellule T, nel t. si riconosce anche una linea di cellule a vita breve, in continua proliferazione. • Anat. comp. - In tutti i vertebrati, organo ghiandolare composto da uno stroma epiteliale, sorretto da un tessuto reticolare, e da elementi linfocitari. Lo stroma origina per la sua parte epiteliale dalla proliferazione della parete dorsale (ventrale nel caso dei mammiferi) di due o più tasche branchiali. In alcune specie di mammiferi, al tessuto proveniente dalla III e, in misura minore, dalla II e dalla IV tasca branchiale, si aggiunge un tessuto derivante dal mesoderma della porzione nucale. Nei ciclostomi il t. è situato dorsalmente alle branchie nella regione faringea, nei pesci sugli archi branchiali posteriori e negli apodi e nei serpenti sui singoli solchi branchiali. Nella maggior parte degli anfibi si trova tra la mascella e la cavità timpanica, nei rettili ai lati del collo e in quasi tutti gli uccelli in prossimità delle carotidi e delle giugulari. Nei mammiferi è situato primitivamente nella zona del collo e successivamente nella cavità toracica, ove poi regredisce. • Bot. - Nome comune del Thymus vulgaris, pianta erbacea suffruticosa aromatica della famiglia delle Labiate. Caratteristico delle zone aride della fascia mediterranea, il t. ha foglie lineari o lanceolate, bianche e pelose nella pagina inferiore, e fiori rosei organizzati in infiorescenze simili a spighe. Viene coltivato come aromatizzante dei cibi e per estrarne l'olio essenziale. Quest'ultimo trova impiego in profumeria e, grazie alle sue proprietà carminative, depurative e antisettiche in medicina, in particolare nel trattamento delle malattie da raffreddamento.