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Ticino.

Cantone (2.812 kmq; 304.498 ab.) della Svizzera, nel versante meridionale delle Alpi Centrali. Confina con il cantone di Uri a Nord, con il cantone dei Grigioni a Nord e a Est, con l'Italia a Est e a Sud-Ovest, con il cantone del Vallese a Ovest. Capitale: Bellinzona. Città principali: Ascona, Chiasso, Locarno, Lugano, Mendrisio. La popolazione, prevalentemente cattolica, parla l'italiano. Il cantone rappresenta, infatti, la maggior parte della cosiddetta Svizzera italiana (V.). • Geogr. - Il T. comprende quasi totalmente la parte superiore del bacino idrografico del fiume omonimo e si estende tra le Alpi Lepontine (con vette superiori ai 3.000 m) nella parte settentrionale e le Prealpi Lombarde a Sud. Il Passo del Monteceneri (554 m) divide il cantone in due parti: Sopraceneri (a Nord) e Sottoceneri (a Sud). Il Sopraceneri presenta le caratteristiche del paesaggio alpino. Il territorio è in gran parte montuoso e caratterizzato da imponenti massicci, i rilievi sono profondamente incisi. Valli lunghe e strette (Val Bedretto, Val Blenio, Val Calanca, Val Leventina, Val Mesolcina), attraversate da numerosi corsi d'acqua, sono tagliate da solchi laterali, i cui frequenti dislivelli danno origine a cascate. Nel Sottoceneri è compresa anche l'estremità settentrionale del Lago Maggiore. Il Sottoceneri presenta un paesaggio di tipo prealpino, con rilievi più dolci (generalmente non superiori ai 2.000 m) e valli più ampie; nelle zone più elevate la vegetazione è caratterizzata da conifere e pascoli, a quote più basse si trovano alberi da frutta e vite. Agli estremi confini meridionali il cantone comprende una parte del Lago di Lugano. Il clima è dolce ma molto umido, con precipitazioni distribuite lungo l'arco dell'anno. • Econ. - Il T. è stato a lungo uno dei più poveri e isolati cantoni della Svizzera. Le prospettive sono radicalmente mutate a partire dagli anni Cinquanta, quando ha preso piede uno sviluppo economico che ha reso il cantone una delle realtà più dinamiche e avanzate della Svizzera. Questo processo è stato stimolato dalla legislazione federale che ha agevolato una consistente immigrazione di manodopera a basso costo, proveniente dall'Italia e diretta nei centri urbani; si sono create in tal modo le condizioni per una forte crescita dell'industria in vari settori. Il cantone ha tratto poi giovamento dallo sviluppo del turismo di massa, soprattutto lacustre. Accanto all'espansione nei settori industriali più innovativi, come quello elettronico e chimico, nel T. si è verificata una forte crescita del terziario, al cui interno si è ritagliato uno spazio notevole il ramo dei servizi finanziari. Le istituzioni finanziarie, in particolare, hanno assunto un ruolo talmente importante, da capovolgere la tradizionale dipendenza dall'esterno dell'economia regionale, orientandola verso l'esportazione. Il T. dispone inoltre di grandi centrali idroelettriche ed è sede di industrie alimentari (cioccolato), conserviere, farmaceutiche, delle confezioni. L'agricoltura offre una buona varietà di colture: alberi da frutto, vigneti, cereali, patate, tabacco, foraggio, legumi. L'allevamento bovino consente una notevole produzione di latticini. Le aeree montane offrono consistenti risorse forestali. Il T. rappresenta un crocevia importante tra l'Italia e l'Europa centrale. • St. - Prima di essere sottomesso dai Romani, l'odierno Canton T. fu abitato da diversi popoli, tra i quali i Leponzi. Dopo la conquista romana (avvenuta tra il 22 a.C. e il 49 d.C.), la regione visse un lungo periodo di tranquillità, che si concluse allorché le valli ticinesi divennero centro di resistenza bizantina contro i Longobardi. Questi ultimi, nel 590, occuparono Bellinzona. La successiva incorporazione nell'Impero carolingio non portò cambiamenti nella regione, se non nelle divisioni amministrative; all'epoca delle lotte dei re d'Italia (888-960), vi furono, invece, numerosi stanziamenti di colonie saracene. In età comunale il territorio ticinese fu oggetto di lunghe contese tra Como e Milano, con interventi dell'Impero. Alla fine del XIII sec. le due città giunsero a un accordo, spartendosi la regione; la Leventina, dal canto suo, in seguito a una lunga lotta contro i Visconti, ottenne la libertà. Nel Trecento i Visconti conquistarono l'intera regione, a spese dei Rusca, signori di Como. Ben presto, però, al territorio ticinese si rivolsero le mire espansionistiche della Confederazione Elvetica, che nel ventennio successivo alla morte di Gian Galeazzo Visconti (1402) estese il proprio potere, direttamente o attraverso alleanze, su quasi tutto il Sopraceneri, favorita anche dalla necessità che la regione aveva di difendersi da Alberto di Sacco, signore di Mesolcina. L'offensiva dei cantoni, bloccata, con la battaglia di Arbedo (1422), da Filippo Maria Visconti, riprese alla morte di quest'ultimo. La Confederazione, già avvantaggiata dalla pace conclusa con Francesco Sforza a Lucerna nel 1480 (che comportò, tra l'altro, la cessione agli Svizzeri della Leventina), trasse ulteriori vantaggi dalla dissoluzione del ducato di Milano. Nel 1516 venne ratificato il dominio elvetico su un'area corrispondente a quasi tutto l'attuale cantone; sei anni più tardi anche i distretti di Mendrisio e Balerna entrarono spontaneamente nella Confederazione. Gli Svizzeri articolarono il territorio in diversi baliati: Bellinzona, Blenio, Locarno, Lugano, Mendrisio, Riviera, Valle Maggia. L'impegno del cardinale Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, contribuì in modo decisivo, nel periodo della Controriforma, alla prevalenza della religione cattolica nella regione. Nei secc. XVI-XVIII si verificarono alcune rivolte contro il malgoverno della Confederazione Elvetica: Vallemaggia (1577), Leventina (1646), Lugano e Blenio (1749). Nel 1798 la creazione della Repubblica Elvetica, voluta dal Direttorio francese e favorita dalle antiche famiglie patrizie, comportò la divisione della regione in due cantoni: Bellinzona e Lugano. Nel 1802 il territorio ticinese riunificato, divenne un cantone sovrano (da allora mai più diviso) nell'ambito della Confederazione svizzera. Nel 1810 il cantone venne occupato dalle truppe del Regno Italico. Fallita la rivoluzione di Giuliasco, il liberalismo ticinese si prese la rivincita con la riforma costituzionale del 1830. Negli anni del Risorgimento, il T. divenne un punto di riferimento per gli Italiani in esilio (tra i protagonisti di quell'epoca che trovarono rifugio e sostegno nella regione figurano anche C. Cattaneo e G. Mazzini), che si servirono di stamperie locali (tipografia della Svizzera italiana, Tipografia Elvetica di Capolago) per la pubblicazione di opere di propaganda, da introdursi clandestinamente in Italia; la compiacenza dei Ticinesi nei confronti degli esuli italiani provocò pressioni diplomatiche austriache e il blocco economico attuato da J. Radetzky (1852-55). In seguito, il Canton T. ha seguito le vicende politiche della Confederazione Elvetica. • Arte - Grande rilievo ha assunto nella storia dell'arte l'emigrazione di artisti dalla regione ticinese verso l'Italia e il resto d'Europa; in alcuni periodi questi artisti hanno segnato profondamente il gusto dell'epoca. Nel Medioevo si dovette ai maestri Comacini (si trattava di architetti o lapicidi) la diffusione delle forme dell'architettura lombarda; nel Trecento, inoltre, artisti ticinesi ebbero parte attiva nelle fabbriche del duomo di Milano e della certosa di Pavia. L'emigrazione degli artisti ticinesi in Italia e in Europa si fece particolarmente intensa verso la fine del Quattrocento; essi erano riuniti in grandi famiglie, come quella dei Solari di Carona o quella dei Gagini. Alla fine del Cinquecento e lungo tutto il Seicento si ebbe una consistente emigrazione di artisti ticinesi a Roma, che comprese anche nomi di prima grandezza come F. Borromini, i Fontana, i Maderno. Nel XVIII sec. l'emigrazione fu diretta soprattutto verso il Nord, come dimostrano le moltissime chiese del tardo Barocco d'Oltralpe con decorazioni di stuccatori ticinesi; numerosi artisti, tra cui D. Trezzini di Astano, operarono, inoltre, in Russia. I Ticinesi ebbero un ruolo significativo anche nell'architettura neoclassica: basterà ricordare, in proposito, il nome di L. Canonica (V. anche SVIZZERA, arte).