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Thailàndia.

(o Tailàndia). Stato (513.116 kmq; 64.197.000 ab.) dell'Asia sud-orientale, nella parte centrale della penisola indocinese. Confina a Nord e a Est con il Laos, a Sud-Est con la Cambogia, a Sud con la Malaysia peninsulare (penisola di Malacca), alla quale è collegata per mezzo del lungo istmo di Kra, a Ovest e a Nord con il Myanmar; a Est è bagnata dal Mar Cinese Meridionale (golfo del Siam o di T.) e a Ovest dall'Oceano Indiano (Mare delle Andamane). Capitale: Bangkok. Città principali: Thonburi, Chiang Mai, Nakhon Ratchasima. Ordinamento: Monarchia costituzionale a regime parlamentare. Il Parlamento è costituito da due Camere: Senato e Camera dei deputati. Moneta: baht. Lingua ufficiale: thai; sono diffusi anche il cinese (nelle aree urbane), il lao (nel Nord-Est) e, in misura minore, il malese (a Sud) e il khmer (lungo il confine con la Cambogia). Religione: buddhista (95%); sono presenti minoranze musulmane (4%) e cristiane (1%). Popolazione: è costituita per quattro quinti da Thai; tra le esigue minoranze prevale quella cinese (0,9%).

GEOGRAFIA

Morfologia: la T. si estende per circa 1.500 km da Nord a Sud, e per circa 800 km da Est a Ovest, lungo l'asse del 15° parallelo di latitudine Nord. Le regioni periferiche sono prevalentemente caratterizzate dalla presenza di rilievi disposti ad anfiteatro, ai piedi dei quali si apre la vasta pianura centrale. Ai confini con il Myanmar e con il Laos si innalza il massiccio settentrionale che, formato da graniti e scisti parzialmente ricoperti da calcari, costituisce un prolungamento dell'altopiano degli Shan del Myanmar; la sua propaggine meridionale, che raggiunge un'altezza massima di 2.577 m (Doi Inthanon), si erge invece nella parte occidentale del Paese e prosegue andando a formare l'ossatura della penisola di Malacca, il cui settore centrale appartiene alla T. I rilievi che caratterizzano la penisola sono relativamente giovani, costituiti da una serie di pieghe calcaree con nuclei granitici. Anche le regioni periferiche orientali e sud-orientali presentano zone di alte terre: a Nord l'altopiano di Korat, elevato in media 100-200 m e limitato a Est dal corso del Mekong, che segna il confine con il Laos; a Sud i Monti dei Cardamomi, compresi tra l'altopiano di Korat e il golfo di T., che continuano in territorio cambogiano. Ai piedi dei rilievi periferici si estende la vasta pianura alluvionale del Chao P'raya, vasto bassopiano sommerso stagionalmente dalle acque nelle parti più depresse. ║ Idrografia: nella parte occidentale del Paese l'idrografia defluisce verso Sud, nell'ampio corso del Chao P'raya, mentre a Oriente penetra in territorio laotiano con il fiume Mun, che a sua volta si getta nel Mekong. Gli affluenti del Chao P'raya hanno intagliato profondamente il rilievo settentrionale, scavando in esso valli longitudinali piuttosto larghe. Il fiume più importante della T. è il Chao P'raya: caratterizzato da un regime con piene periodiche, esso si divide in numerosi bracci che portano al mare abbondanti alluvioni. ║ Clima: poiché la T. fa parte della regione monsonica, l'anno si divide nettamente in un periodo piovoso e in un periodo asciutto. Sulle precipitazioni influisce anche la presenza del rilievo: le piogge risultano abbondanti soprattutto sulle catene costiere meridionali, battute dai venti marini. Il periodo piovoso ha una durata media di 200 giorni (dalla fine di aprile alla fine di novembre). Nelle regioni più meridionali le piogge cadono in tutti i mesi dell'anno. Il fatto che la T. sia compresa nella zona intertropicale spiega le temperature molto elevate, che scendono soltanto nella regione montuosa settentrionale, dove la media mensile più bassa risulta inferiore ai 18 °C. Poco marcata l'escursione annua. La T. continentale presenta complessivamente tre stagioni: una umida, che dura dalla fine di aprile alla metà di novembre; una fresca, che va dalla fine del periodo piovoso alla metà di febbraio; una calda, che inizia a metà febbraio e termina alla metà di aprile. Nella parte peninsulare il clima è invece costantemente caldo e umido. ║ Flora e fauna: la foresta pluviale di tipo equatoriale caratterizza le regioni con piogge più abbondanti; in particolare, essa si infittisce nelle parti più meridionali della penisola fino all'istmo di Kra, mentre a Nord interessa solo il versante occidentale, più umido. In queste zone le foreste sono ricche di legnami pregiati e di numerose varietà di epifite, tra cui le orchidee. Nella parte nord-occidentale del Paese è frequente un'associazione forestale con querceti e pinete; laddove la differenza tra stagione umida e stagione secca è rilevante, compaiono invece essenze tipiche della foresta monsonica, quali il teak (Tectona grandis) e il legno rosso (Xylia kerrii), che in parte sono state sostituite con colture di riso, ma si sono conservate nell'altopiano di Korat. La foresta di mangrovie caratterizza invece le zone costiere.
Cartina della Thailandia


ECONOMIA

Nell'economia del Sud-Est asiatico, la T. occupa una posizione strategica. Principale retrovia delle truppe impegnate nella guerra del Vietnam (1965-75), ricevette ingenti sostegni dagli Stati Uniti, riuscendo in seguito a superare il contraccolpo derivato dalla smobilitazione delle basi militari, alla metà degli anni Settanta, grazie a ulteriori e ingenti investimenti giapponesi nell'industria, richiamati dal basso costo della manodopera. Politicamente più stabile dei Paesi vicini, anche se travagliata da complesse problematiche sociali (droga, prostituzione) e dalla corruzione, la T. beneficiò successivamente di nuovi sostegni da Taiwan, Hong Kong e Singapore, grazie ai quali proseguì sulla via intrapresa dello sviluppo industriale, guadagnandosi la denominazione di "quinta tigre dell'Asia" (dopo questi tre Paesi e la Repubblica di Corea) e divenendo uno dei NIC (Newly Industrializing Countries) emergenti nell'area del Pacifico. A partire dagli anni Settanta iniziò a espandere il proprio mercato, interno e internazionale, raggiungendo un tasso di crescita annuo del PIL assai elevato (6-8%). Alla metà degli anni Novanta, comunque, la T. risentiva ancora fortemente degli squilibri tipici dei Paesi in via di forte sviluppo: il reddito pro capite era basso; il settore primario contribuiva solo per il 15% alla formazione della ricchezza nazionale, e proprio nelle aree rurali il livello di vita continuava a restare infimo, peraltro con un tasso elevato di analfabetismo. Subendo radicali trasformazioni socio-culturali nelle aree a più stretto contatto con i modelli occidentali, il Paese iniziò inoltre ad avvertire gravi problematiche ambientali, quali la pesante deforestazione ed erosione del suolo e l'inquinamento delle falde acquifere. I piani quinquennali di sviluppo continuarono comunque a puntare sull'industria, nonostante l'evidente carenza di infrastrutture a servizio del settore primario; interventi di salvaguardia e ricostituzione del patrimonio forestale furono inclusi solo nel piano 1992-96. Allo scopo di emanciparsi dai mercati giapponese, statunitense ed europeo, la T. instaurò nuovi rapporti con gli altri Paesi indocinesi e con la Cina, destinando peraltro ai primi aiuti consistenti. ║ Agricoltura: l'agricoltura costituisce ancora il settore dominante, impegnando oltre la metà della popolazione attiva, ma il suo contributo alla formazione del prodotto interno lordo è sceso intorno al 15%. La produttività non è comunque elevata. La proprietà privata è per lo più polverizzata, ma assicura il rifornimento dei centri urbani e un migliore utilizzo delle risorse idriche. Le piantagioni sono invece in mano a società con capitale straniero, e alimentano principalmente le vendite all'estero. La coltura predominante è quella del riso, che occupa circa la metà della superficie coltivabile e di cui la T. è uno dei principali produttori mondiali. Accanto al riso, tra le colture più importanti figurano la manioca, il mais, il caucciù, il sorgo, le patate dolci, la canna da zucchero, la soia, il cotone (semi e fibra) e la frutta tropicale, ampiamente esportata in tutto il mondo. I pregiati legnami ricavati dalle foreste, quali il teak, il sandalo e l'ebano, sono destinati all'esportazione, che costituisce un importante fattore di introito di divise occidentali e, allo stesso tempo, una fonte di gravi problemi per l'ecosistema forestale, sottoposto a eccessivo sfruttamento. ║ Allevamento: il patrimonio zootecnico thailandese comprende un numero elevato di bovini e bufali. La produzione di carne e di latte non è comunque sufficiente a ricoprire il fabbisogno alimentare della popolazione, che è pertanto costretta a basare la sua dieta principalmente sui prodotti provenienti dalle attività pescherecce, sia marittime sia d'acqua dolce. Grandi impianti di acquacoltura, installati in varie località rivierasche del golfo di T. (o del Siam), forniscono inoltre i crostacei, assai richiesti sul mercato europeo. ║ Industria: principali prodotti dell'industria estrattiva sono, oltre allo stagno, ricavato dalle alluvioni fluviali e nelle zone costiere, il tungsteno, il piombo, lo zinco, l'antimonio, il manganese, i minerali di ferro e la lignite. Importanti prodotti d'esportazione sono anche le pietre preziose (zaffiri gialli, verdi, blu). La maggiore fonte energetica della T. è la lignite, mentre ancora limitata è la produzione di petrolio e di gas naturale. L'energia elettrica prodotta alimenta le industrie localizzate nelle maggiori città. Predominano le industrie leggere e le piccole aziende che lavorano le materie prime locali (zuccherifici, distillerie, birrifici, tabacchifici, cotonifici, stabilimenti tessili e alimentari), ma sono presenti anche cementifici, cartiere, calzaturifici, industrie chimiche, elettroniche e dei fertilizzanti, fabbriche di pneumatici e di fibre sintetiche, complessi metallurgici che lavorano piombo, stagno, zinco, ghisa e acciaio. Le raffinerie di petrolio si concentrano nell'area della capitale, dove sorgono anche moderni impianti per il montaggio di auto e di macchinari agricoli e industriali. Numerose, infine, sono le industrie ad alto rischio ambientale, il cui sviluppo è agevolato dalla carenza di legislazione in materia, e che causano il forte inquinamento delle acque di superficie e sotterranee. ║ Turismo e commercio: il turismo costituisce un'importante fonte di guadagno. Tra le mete privilegiate ci sono Bangkok, Pattaya e la costa orientale, Chiang Mai a Nord, l'Isola di Phuket e il Sud peninsulare. Il principale porto commerciale è quello di Bangkok. Nonostante lo sviluppo dell'industria, i prodotti destinati all'esportazione sono ancora derivati per la maggior parte dall'agricoltura (riso, zucchero, tabacco, caucciù, ecc.) e dalla pesca; fanno eccezione alcuni articoli di abbigliamento e i prodotti delle industrie chimica e meccanica. La T. dipende invece dall'estero per quanto riguarda il settore tecnologico.

STORIA

Prima della venuta dei Thai, progenitori della popolazione predominante della T. appartenenti al ceppo cinese meridionale, il Paese era occupato dai Mon, dai Khmer e da gruppi di genti indonesiane. Stanziati nel bacino del Menam, i Mon erano distribuiti in due Stati: quello di Dvāravatī, di religione buddhista, al Sud, e a partire dall'VIII sec. d.C. quello di Haripunjaya, al Nord. I Khmer occupavano l'altopiano di Korat, mentre nella penisola malese si trovavano le popolazioni indonesiane che, nel II sec., costituirono il Regno di Tāmbralinga, divenuto in seguito vassallo dello Śrīvijaya. Nei secc. XI-XII i Khmer conquistarono il Dvāravatī, ma furono costretti a cederlo subito dopo per la resistenza opposta dallo Haripunjaya. A partire dall'VIII sec. i Thai, abbandonate le montagne dello Yün-nan di fronte all'incalzare dei Cinesi, penetrarono attraverso le vallate e si insediarono tra i Khmer, i Mon e i Birmani; organizzati come feudalità militare, nel corso del XIII sec. fondarono una serie di Stati, tra cui, nel territorio che diventerà poi il Siam, quelli di Sukhothai (verso il 1250), di Chiang Ray (verso il 1262) e di Lan Na (intorno al 1296). Dal contatto con le popolazioni soggiogate i Thai assimilarono molti elementi di civiltà, tra cui un'organizzazione politico-giuridica e il Buddhismo hīnayāna, nonché lo stesso alfabeto siamese che, derivato dalla scrittura corsiva khmer, fece la sua prima comparsa nell'iscrizione del 1292 del re di Sukhothai, Rāma Khamheng. Quest'ultimo impose la sua sovranità al Regno di Lopburi, che rimase indipendente fino al 1350, e intorno al 1291 assoggettò quello di Haripunjaya; sottomessi anche i principati Iao di Luing Prabang e di Vieng Chan (Vientiane), estese quindi i suoi domini verso Sud fino a Ligor, in Malesia, e a Ovest fino al golfo di Martaban. Sotto il re Lö Thaï (Dharmaräja I, 1318-47 circa), il Buddhismo hīnayāna si estese ulteriormente nel Regno, penetrando poi in quello Lan Na. L'influsso del Buddhismo divenne ancora più forte in seguito al soggiorno in India e a Ceylon di un principe thai e alla salita al trono del pio Lü Thaï, figlio e successore di Lö Thaï. Nel 1347 il principe di U Thong, ribellatosi al potere di Lü Thaï, fondò la città di Ayutthaya e ne fece la sua capitale; quindi, dopo aver sottomesso il re di Sukhothai (1349), si fece riconoscere re con il nome di Râmâdhipati (1350-69). Questo sovrano può essere considerato il fondatore dello Stato siamese, al quale diede peraltro una solida organizzazione. I re di Ayutthaya portarono a compimento l'unificazione del bacino del Menam, dopo di che, allo scopo di migliorare le relazioni commerciali con l'India, occuparono la parte settentrionale della penisola malese, cercando peraltro di insediarsi anche nella sua parte meridionale. Entrati in conflitto con il Regno khmer, sfruttarono le rivalità sorte tra i suoi principi e occuparono Angkor (1352-57); quindi, con una seconda guerra (1390-1431 circa) e una seconda occupazione di Angkor, debellarono definitivamente la potenza rivale, riducendola a vassalla del Regno di Ayutthaya. Nel frattempo si andava realizzando il processo di fusione in un'unica Nazione dei conquistatori Thai e degli indigeni mon e khmer. Nel periodo successivo il Siam entrò in conflitto con la Birmania: nel 1556 il birmano Bayin Naung, allo scopo di sottrarre al Siam il controllo del commercio con la Cina e con l'Indonesia, conquistò Chiang Mai. A questa prima occupazione seguì nel 1564 la distruzione di Ayutthaya, con la quale il Siam divenne uno Stato vassallo. Nel 1584 l'eroe siamese Phra Naret si pose a capo dei suoi compatrioti e, divenuto re con il nome di Naresuen (1590-1605), inflisse una pesante sconfitta ai Birmani, impadronendosi di Lovêk, di Tenasserim e di Chiang Mai (1593-95). Nel Paese si instaurò così una Monarchia non più fondata sulla nobiltà ereditaria, mentre il popolo e gli schiavi restarono in una condizione di duro asservimento. Nel frattempo, il Siam aveva stretto rapporti con i Giapponesi e, soprattutto, con i Portoghesi, che a partire dal 1511 avevano preso il posto dei mercanti musulmani nel trasporto dei prodotti locali (riso, legni pregiati, droghe, pietre preziose, ecc.) in Cina, in India e in Europa, istituendo un emporio commerciale a Sud di Ayutthaya. Ben presto al posto dei Portoghesi subentrarono gli Olandesi, che nel 1609 accolsero un'ambasciata siamese all'Aia. Gli Inglesi ricevettero dal re Song Tham (1610-28) il permesso di fondare una base presso Ayutthaya. I rapporti con l'Europa si intensificarono però soprattutto durante il Regno di Narai (1657-88), il quale nominò primo ministro un avventuriero greco, Konstandinos Phaulkon (Faulcon): rivoltosi alla Francia e ricevuti favorevolmente i missionari gesuiti F. Pallu e P. de La Motte-Lambert (1662), Faulcon diede il monopolio del commercio delle spezie nel Siam alla Compagnia francese delle Indie Orientali (1680). Tuttavia, quando le truppe di Luigi XIV occuparono Bangkok e Mergui, scoppiò un'insurrezione nazionale (1687) appoggiata dagli Olandesi, che si concluse con la deposizione del sovrano e la condanna a morte di Faulcon (1688). Chiudendo le sue frontiere al commercio estero, il Siam subì un vero e proprio tracollo economico, per poi venire totalmente devastato da nuove guerre con i Khmer e da altre due invasioni birmane, che si conclusero con la distruzione di Ayutthaya (1767). In aiuto del Siam accorse allora un generale di origine cinese, Sin Tak (o Phya Tak): scacciati i Birmani dal Paese, questi si fece proclamare re stabilendo la sua capitale a Thonburi (1768), quindi riprese possesso della Cambogia, del principato di Chiang Mai (1773), del Regno laotiano di Vientiane (1778). Poco dopo Sin Tak fu deposto dal suo luogotenente Chao Phya Chakri, che divenne re con il nome di Rāma I (1782-1809). Il nuovo sovrano trasferì la capitale a Bangkok e, facendo del suo porto un importante centro di smercio di grano, caffè, cotone, zucchero, legname pregiato e riso, contribuì ulteriormente alla prosperità del Paese, già arricchito dal considerevole afflusso di schiavi seguito alle guerre vittoriose del XVIII sec. Compresa l'importanza di tale movimento commerciale, gli Inglesi riuscirono a farsi concedere dal re Mongkut (Rāma IV, 1851-68) l'extraterritorialità e la limitazione dei diritti doganali (trattato del 1855); concessioni analoghe furono fatte ai Francesi, installatisi in Indocina, nei confronti dei quali il sovrano inaugurò una politica di equilibrio. In seguito, comunque, il Siam commerciò principalmente con la Gran Bretagna, che investì ingenti capitali in miniere e piantagioni; ciò comportò peraltro l'immigrazione di numerosi lavoratori cinesi e indiani. Allorché, durante il regno di Chulalongkorn (Rāma V, 1868-1910), la Cambogia e il Laos furono occupate dalla Francia e la Birmania fu conquistata dall'Inghilterra, il Siam conservò l'indipendenza perché le potenze si accordarono per neutralizzarlo (1896). Questi eventi furono accompagnati da alcuni mutamenti territoriali: riconoscendo il protettorato francese sulla Cambogia, il Siam ottenne Battambang, Sisophon e Siem Reap. Nel 1893, con lo schieramento delle forze militari francesi lungo la foce del Menam, ebbero inizio lunghi negoziati, protrattisi fino al 1907, in seguito ai quali il Siam dovette rinunciare alla sponda sinistra del Mekong, al protettorato sui principati del Laos e alle zone di confine con la Cambogia annesse nel 1867. Nel 1909 il Siam fu inoltre costretto a cedere all'Inghilterra i propri diritti di sovranità sugli Stati malesi di Kelantan, Kedah, Trengganu e Perlis. Il lungo Regno di Chulalongkorn vide la realizzazione di una serie di riforme radicali, ispirate ai modelli occidentali: lo Stato fu centralizzato, la schiavitù e le gravose prestazioni di lavoro gratuito cui erano costretti i contadini liberi furono abolite e il Paese fu dotato di infrastrutture atte a favorire lo sviluppo economico. Il rafforzamento del Paese proseguì durante il Regno di Vajiravudh (Rāma VI, 1910-25), il quale dal 1917 combatté a fianco degli Alleati nella prima guerra mondiale. Nel frattempo, sotto l'influsso sempre maggiore delle idee occidentali, si era costituita una classe media illuminata che si poneva come principale obiettivo la modernizzazione del Siam. Approfittando del diffuso malcontento che seguì la crisi economica internazionale del 1929, nel giugno 1932 un gruppo di ufficiali e di intellettuali liberali effettuò un colpo di Stato, obbligando il re Prajadhipok (Rāma VII, 1925-35) ad accettare un regime costituzionale e, quindi, ad abdicare (1935). Inizialmente espressione anche di forze progressiste, dal 1933 il nuovo regime assunse un carattere decisamente autoritario. Con la salita al trono di Ānanda Mahidol (1935-46), l'esercizio del governo passò di fatto a un consiglio di reggenza, che ottenne dalle potenze l'abolizione dell'extraterritorialità e la limitazione dell'attività dei Cinesi. Nel 1938 i militaristi, rappresentati dal generale Luang Pibul Songgram, ebbero la meglio sui liberali, guidati da Pridi Phanomyong. Sperando di riunire i Thai degli Stati vicini sotto il suo dominio, il Paese assunse il nome di T. (luglio 1939). Gli aspetti antidemocratici del nuovo regime si rafforzarono in seguito all'assunzione della carica di primo ministro del generale Luang Pibul Songgram (1939), che accrebbe la forza militare del Paese e creò una marina da guerra. Intraprendendo una politica estera spiccatamente filogiapponese, durante la seconda guerra mondiale la T. rivendicò i territori già ceduti alla Francia e alla Gran Bretagna, e con il sostegno del Giappone ottenne dalla prima circa 70.000 kmq di territori del Laos e della Cambogia (Convenzione di Tokyo, 9 maggio 1941). Nel dicembre 1941 i Giapponesi, allo scopo di attaccare la Malaysia e la Birmania, sbarcarono nella T. meridionale; Pibul Songgram firmò allora un patto con Tokyo (21 dicembre), e il 25 gennaio 1942 dichiarò guerra alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. In seguito alla partecipazione della campagna di Birmania accanto al Giappone, la T. poté annettersi la parte settentrionale della Malaysia britannica e quella meridionale degli Stati Shan; più tardi, tuttavia, con la capitolazione del Giappone, la caduta di Pibul (1944) e l'aumento dell'influenza statunitense, i territori acquisiti durante il conflitto tornarono alla Corona britannica e alla Francia. Nell'immediato dopoguerra, con l'entrata in vigore di una nuova Costituzione (1946), il Paese conobbe una breve fase di vitalità democratica. La formazione di un quadro politico stabile trovò d'altronde seri ostacoli nella debolezza dei partiti politici e nel dilagare di contrasti di tipo personale, accentuati peraltro dall'assassinio del re Ānanda Mahidol nel giugno 1946. Nel novembre 1947, Pibul Songgram tornò al potere con un colpo di Stato militare e, assunta nuovamente la carica di primo ministro, instaurò un regime rigidamente autoritario (1948). A partire dal 1955 si verificò una limitata liberalizzazione della vita politica. Le elezioni politiche che si svolsero nel 1955 suscitarono comunque gravi disordini, in seguito ai quali si rese necessario l'intervento, nello stesso anno, dell'esercito comandato dal generale Sarit Thanarat. Divenuto primo ministro nel 1958, quest'ultimo assunse poteri dittatoriali e li conservò fino alla morte (1963), allorché gli subentrò il generale Thanom Kittikachorn. Alleatasi con gli Stati Uniti, la T. prese parte alla guerra di Corea (1950-53) e alla costituzione della SEATO (1954). Nel corso degli anni Sessanta venne progressivamente coinvolta nella crisi indocinese: prestò il suo appoggio alle forze di destra in Laos e in Cambogia, e tra il 1967 e il 1972 inviò proprie truppe in Vietnam. Nel 1968 fu varata una nuova Costituzione e il Paese conobbe un'effimera esperienza parlamentare; nel 1969 si tennero le elezioni politiche, che confermarono Kittikachorn a capo del Governo. Tuttavia, di fronte ai continui disordini che turbavano il Paese e al perdurare della guerriglia comunista nelle regioni nord-orientali, la Costituzione fu annullata (novembre 1971) e Kittikachorn instaurò nuovamente un regime dittatoriale. Nel 1972, gruppi di studenti e di lavoratori diedero vita a un vasto movimento di protesta antigovernativa; in breve tempo il regime perse l'appoggio di cospicui settori delle forze armate e dello stesso re Bhumibol Adulyadej (salito al trono nel 1950), ritrovandosi isolato. Dopo che Kittikachorn fu esiliato, nel 1973 si formò un Governo provvisorio civile; venne quindi varata una nuova Costituzione (1974) e si svolsero nuove elezioni politiche (gennaio 1975), in seguito alle quali il leader del Partito democratico (PD), Kukrit Pramoj, diede vita a un Governo di coalizione. Allentata l'alleanza con gli Stati Uniti, il nuovo Governo si dedicò alle questioni di politica interna, tentando di avviare una serie di caute riforme, che si rivelarono comunque irrealizzabili per l'insorgere di gravi difficoltà economiche. Le elezioni anticipate (1976) portarono alla formazione di un Governo di coalizione di destra, guidato dal leader del Partito di azione sociale (PAS) Seni Pramoj, che nell'ottobre 1976 fu comunque rovesciato da un colpo di Stato militare. Un giudice della corte suprema, Thanin Kraivixien, fu posto a capo del nuovo Governo, sotto il quale venne instaurato un duro regime repressivo. Nel 1977, al posto di Kraivixien subentrò il generale Kriangsak Chomanan, che restaurò alcune limitate libertà democratiche. Dopo il varo di una Costituzione (1978) e lo svolgimento di elezioni politiche (1979), fu costituito un Governo di minoranza a opera di Kriangsak Chomanan; a quest'ultimo subentrò, nel marzo 1980, il generale Prem Tinsulanond, che fra il 1980 e il 1988 fu a capo di diversi Governi di coalizione fra i principali partiti di centro-destra (PD, PAS) e, fino al 1983, il Partito di destra nazione thai (NT). Grazie al miglioramento delle condizioni economiche e al mitigarsi della guerriglia comunista (legata ai dissidi tra i vicini Paesi socialisti), il Governo godette di un periodo di relativa stabilità; l'equilibrio governativo era comunque fortemente minacciato dall'opposizione, dai settori più oltranzisti delle forze armate, dal progressivo ridimensionamento dei poteri e del ruolo dei militari, previsto dalla Costituzione del 1978. Per quanto concerne la politica estera, il deteriorarsi dei rapporti con il Laos in seguito alla vittoria del Pathet Lao (1975) impegnò il Paese in una serie di scontri di frontiera, che si protrassero per tutti gli anni Ottanta. Allo stesso modo, dopo l'invasione vietnamita della Cambogia (1978), si verificò un forte peggioramento delle relazioni con il Vietnam. Mentre Bangkok continuava a dare il proprio sostegno al Governo cambogiano in esilio, gli scontri con le forze vietnamite si intensificavano lungo le linee di confine tra T. e Cambogia (1978); la situazione peggiorò ulteriormente con l'arrivo in T. di migliaia di profughi cambogiani. Nella seconda metà degli anni Ottanta il Governo thailandese, guidato dal 1988 dal leader dell'NT, Chatichai Choonhavan, riuscì comunque ad appianare le relazioni a livello regionale, approfittando peraltro del processo di distensione in atto tra Unione Sovietica, Cina e Stati Uniti. Anche la politica economica del nuovo Governo, caratterizzata dal forte incremento delle esportazioni, garantì al Paese un periodo di sviluppo, nonostante il permanere di profondi dislivelli e di contraddizioni nella distribuzione della ricchezza. Nel febbraio 1991 un colpo di Stato militare rovesciò il Governo, ormai impotente di fronte alle accuse di corruzione, al dilagare del malcontento popolare e ai continui contrasti che dividevano la maggioranza. Tornati al potere, i militari costituirono un Consiglio Nazionale di Pacificazione (CNP) per il mantenimento dell'ordine, a capo del quale fu posto il generale Suchinda Kraprayoon; la Costituzione del 1978 fu sospesa e sostituita nel dicembre 1991 da un nuovo testo. La debolezza del regime militare instaurato non tardò comunque a manifestarsi: alle elezioni legislative del marzo 1992, che videro trionfare il Partito giustizia e libertà, espressione del CNP, seguì difatti lo scioglimento del CNP stesso e l'assunzione della guida del Governo da parte di Suchinda. La nomina a primo ministro di una persona esterna al Parlamento suscitò violente contestazioni e diffuse proteste, che il regime tentò inutilmente di reprimere: di fronte al precipitare degli eventi (100 morti tra il 17 e il 20 maggio), si rese necessario l'intervento diretto del re, che spinse Suchinda a dimettersi (maggio 1992). La formazione di un nuovo Governo provvisorio civile fu accompagnata dall'introduzione dell'obbligo, per il primo ministro, di essere un membro eletto del Parlamento. Le successive elezioni (settembre 1992) segnarono la vittoria del PD, il cui leader Chuan Leekpai divenne primo ministro di un Governo di coalizione centrista. In seguito, l'orientamento governativo verso una democratizzazione della vita politica del Paese entrò in conflitto con l'opposizione filomilitare presente in Parlamento. Dopo le elezioni del luglio 1995 il leader dell'NT Banharn Silpa-Archa assunse la guida dell'Esecutivo, mentre sul piano regionale proseguì il processo di distensione: nel 1991 fu stipulato con il Governo cambogiano un accordo, che stabiliva il rimpatrio dei profughi ancora presenti in territorio thailandese; al 1995 risale invece l'accordo con il Laos, il Vietnam e la Cambogia per lo sviluppo del bacino del Mekong e lo sfruttamento comune delle sue risorse. La forte crisi economica e finanziaria configuratasi nel 1997, epicentro del grave dissesto esteso a tutta l'Asia orientale, ebbe ripercussioni politiche, portando alle dimissioni del primo ministro conservatore Chavalit Yongchaiyudh e, dopo una serie di rimpasti, all'ingresso nel Governo del Partito democratico e di altri schieramenti prima all'opposizione. Nuovo premier eletto fu Chuan Leekpai. Il nuovo Governo procedette alla chiusura di molti istituti finanziari in fallimento, in obbedienza alle condizioni fissate dal Fondo Monetario Internazionale in cambio del credito concesso per affrontare la crisi. Sul piano internazionale la T. vide migliorare i suoi rapporti con la Malaysia e, dal luglio 1997, assunse la presidenza dell'ASEAN. Ma la situazione interna rimase molto incerta, gravata dalle pesanti condizioni economiche, che gli aiuti disposti dal Fondo Monetario Internazionale avevano potuto appena arginare, dalla disoccupazione e dalla tensione sociale ad essa connesse. La forte crisi economica e finanziaria configuratasi nel 1997, epicentro del grave dissesto esteso a tutta l'Asia orientale, ebbe ripercussioni politiche, portando alle dimissioni del primo ministro conservatore Chavalit Yongchaiyudh e, dopo una serie di rimpasti, all'ingresso nel Governo del Partito democratico e di altri schieramenti prima all'opposizione. Il nuovo Governo procedette alla chiusura di molti istituti finanziari in fallimento, in obbedienza alle condizioni fissate dal Fondo Monetario Internazionale in cambio del credito concesso per affrontare la crisi. Nel 2000, dopo aver verificato l'esistenza di brogli nella consultazione appena avvenuta per il Senato, la Commissione di vigilanza annullò l'elezione di 78 candidati su 172 e pochi mesi dopo 98 deputati del Partito della nuova aspirazione (all'opposizione) si dimisero dal Parlamento per costringere il Governo a indire elezioni anticipate. Le elezioni, fissate per il 7 gennaio 2001, si rivelarono particolarmente importanti perché erano le prime dopo la crisi finanziaria asiatica e, soprattutto, perché si votava con il nuovo sistema elettorale entrato in vigore con la Costituzione approvata nel 1997 (il cui obiettivo era di eliminare la corruzione); si conclusero con la vittoria del partito Thai Rak Thai del magnate della telefonia Thaksin Shinawatra, detentore di un immenso impero mediatico, che venne eletto primo ministro. Dopo poco il Governo fu travolto da gravi episodi di corruzione che ne minarono la credibilità; l'incertezza politica fu amplificata dallo scoppio di nuove violenze e dal perdurare delle tensioni con Myanmar, che indussero la Cina a intervenire per cercare di avviare una collaborazione transnazionale. Nel settembre 2002 la T. ospitò, con la mediazione della Norvegia, il negoziato di pace tra il Governo dello Sri Lanka e le Tigri tamil. Nell'arco del 2004 le tre province meridionali di Yala, Pattani e Songkhla, a maggioranza musulmana ma governate dai buddhisti, furono teatro di violenti assalti sferrati da gruppi islamici armati contro le forze di polizia, l'esercito e i monaci buddhisti. Gli attacchi, imputati al risorgere del movimento separatista islamico, provocarono in un anno più di 300 vittime. Nel dicembre 2004 la T., in particolare l'Isola di Phuket, fu colpita da un devastante tsunami che causò migliaia di morti e di dispersi. Il maremoto, provocato da un forte sisma di magnitudo 9 della scala Richter con epicentro al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, interessò molti Stati del Sud-Est asiatico. Nel marzo 2005 Shinawatra fu riconfermato capo del Governo, in seguito alla vittoria del suo partito alle elezioni generali. Le elezioni anticipate fissate nell'aprile 2006 furono annullate perché boicottate dall'opposizione. Il 19 settembre 2006 un colpo di Stato militare incruento attuato dal generale Sonthi Boonyaratglin, e appoggiato dal re thailandese Bhumibol, destituì l'ex premier Thaksin Shinawatra, istituì la legge marziale in tutto il Paese e sospese la Costituzione emanata nel 1997 e il Parlamento. Il 1° ottobre l'ex capo dell'esercito Surayud Chulanont fu nominato nuovo premier ad interim; contemporaneamente fu varata una Costituzione provvisoria.

Il maremoto che ha colpito gli Stati del sud-est asiatico il 26 dicembre 2004


LINGUA

Lingua nazionale della T. è il thai o siamese che, insieme al lao, allo shan e al khamti, rientra nel sottogruppo sud-occidentale di un gruppo di lingue geneticamente imparentate, designate con il termine thai e attualmente diffuse in un'ampia area dell'Asia sud-orientale e orientale. Tipologicamente il thai presenta numerose affinità, sia fonologiche sia strutturali, con diverse lingue della famiglia sino-tibetana, tra cui il cinese: nonostante ciò la sua appartenenza a tale famiglia resta ancora da appurare. Come il cinese, il thai è una lingua isolante, caratterizzata dalla mancanza di flessioni e dalla prevalenza di morfemi monosillabici; questi ultimi costituiscono per lo più dei prestiti da altre lingue (dal sanscrito e dal pāli). Come il cinese, il thai è una lingua tonale, per cui ciascuna sillaba può essere pronunciata secondo un'ampia gamma di toni: medi, bassi, discendenti, alti o ascendenti. La lingua thai dispone inoltre di due sistemi di traslitterazione, uno secondo la fonetica e uno secondo l'etimologia; quest'ultimo viene utilizzato soprattutto per i lemmi derivati dal sanscrito e dal pāli.
Scorcio di Bangkok

Il tempio buddhista della Pace Celeste (What Prah Keo) a Bangkok

Bangkok: scorcio sul fiume Menam

Rovine ad Ayutthaya, in Thailandia

Un tempio buddhista in Thailandia

Thailandia: tipiche imbarcazioni presso il fiume Menam

Mercato galleggiante in Thailandia

Scene di vita in Thailandia