Uomo politico e generale ateniese. Tra i
principali esponenti del partito oligarchico, fu uno dei membri del Consiglio
dei Quattrocento (V.), ma quando questo venne
deposto dal popolo, passò alla fazione democratica, alleandosi con
Trasibulo, stratego dei democratici di Samo. Fautore della ripresa dell'egemonia
ateniese sull'Egeo, sotto il comando di Alcibiade, intervenne alla battaglia di
Cizico (410 a.C.); partecipò poi all'assedio di Bisanzio (409 a.C.) e, in
qualità di trierarco, prese parte alla battaglia navale delle Arginuse
(406 a.C.). Nel processo che seguì alla vittoria,
T. si
scagliò contro gli strateghi che non avevano salvato i naufraghi,
invocando per loro una condanna durissima. Con la sconfitta di Egospotami (405
a.C.) stipulò il trattato che consegnava la città agli Spartani
(404 a.C.), e fece, quindi, parte del governo dei Trenta tiranni. Inizialmente
d'accordo con la linea repressiva adottata dai colleghi, in un secondo tempo
reagì di fronte ai loro eccessi di crudeltà, e fu per questo
accusato di tradimento da Crizia, e poi condannato a morte (450 a.C. circa -
Atene 404 a.C.).