Insieme dei fenomeni connessi alla
trasformazione di energia elettrica in energia termica e viceversa. In tale
accezione, pertanto, rientrano non solo i fenomeni termoelettrici per
eccellenza, come gli effetti Seebeck, Peltier e Thomson, ma anche l'effetto
Joule, che riguarda le relazioni esistenti fra quantità di
elettricità e di calore in un circuito percorso da corrente. ║
Effetto Seebeck: fenomeno scoperto da T.J. Seebeck nel 1821. In un
circuito costituito da due conduttori metallici diversi collegati in serie, a
temperature differenti, insorge una forza elettromotrice, detta
f.e.m.
termoelettrica di Seebeck o
forza termoelettromotrice. La misurazione
della f.e.m. che si genera nel circuito viene eseguita mediante la
coppia
o
pinza termoelettrica: un voltmetro viene inserito in una delle
due giunzioni del circuito, e, se dotato di resistenza interna sufficientemente
alta, indica direttamente il valore della f.e.m. che si instaura nel circuito
quando la temperatura dell'altra giunzione della coppia è diversa dalla
prima. I valori rilevati per la forza termoelettromotrice sono sempre piuttosto
bassi, al massimo dell'ordine di qualche mV; essa, inoltre, dipende solo dalla
natura dei conduttori e dalla temperatura delle giunzioni, ma non dalla loro
forma o estensione. Supponendo di mantenere la temperatura della prima giunzione
costante, e di variare solo la temperatura
T della seconda giunzione, il
valore della derivata
df/dT, dove
f(
T) indica la forza
termoelettromotrice in funzione di
T, viene detto
potere
termoelettrico della coppia considerata alla temperatura in esame. ║
Effetto Peltier: fenomeno scoperto da J.C.A. Peltier nel 1834. In un
circuito costituito da due conduttori metallici diversi posti in serie, percorso
da corrente elettrica, una delle due giunzioni si riscalda, mentre l'altra si
raffredda. A causa dell'aspetto formale inverso rispetto all'effetto Seebeck,
tale fenomeno è spesso noto con il nome di
effetto termoelettrico
inverso, considerando come diretto l'effetto Seebeck; tale terminologia,
tuttavia, non è corretta, in quanto i due effetti non sono in relazione
di inversione, ma di dipendenza. La quantità di calore
Q ceduta o
assorbita da una giunzione durante un intervallo di tempo Δ
t dipende
dall'intensità di corrente
i circolante nel circuito secondo la
relazione
Q = π
AB,T i
Δ
t, determinabile sperimentalmente; la costante
π
AB,T, dipendente soltanto dalla natura dei
metalli
A,
B e dalla temperatura
T di riferimento, è
una caratteristica della coppia in esame, e prende il nome di
coefficiente di
Peltier o
forza elettromotrice di Peltier. Il suo valore è
piuttosto piccolo, al massimo dell'ordine di qualche decina di mV, e la sua
misurazione è delicata, in quanto all'effetto Peltier è sempre
sovrapposto l'effetto Joule. ║
Effetto Thomson: fenomeno scoperto
da W. Thomson (lord Kelvin) nel 1854. Consiste nell'insorgere di una forza
elettromotrice, detta
forza elettromotrice di Thomson, in un conduttore
metallico omogeneo in cui sia mantenuta una differenza di temperatura. Tale
forza è tanto maggiore quanto maggiore è la differenza di
temperatura fra le estremità del conduttore, ma non dipende dalla forma e
dall'estensione del conduttore, né dalle modalità di distribuzione
della temperatura (
legge del gradiente termico). La misurazione diretta
della forza elettromotrice di Thomson è piuttosto difficoltosa, a causa
della sua piccola entità, confrontabile con quella delle forze
elettromotrici che insorgono per il rumore termico. ║
Teoria della
t.: branca della fisica il cui scopo è descrivere e giustificare gli
effetti termoelettrici. Tale teoria si basa essenzialmente sui fenomeni di
diffusione termica dei portatori di carica nei conduttori e sui fenomeni di
contatto alle giunzioni fra due conduttori di natura diversa. L'effetto Thomson
trova spiegazione nel fatto che i portatori di carica (elettroni e lacune) hanno
densità minore nelle zone a temperatura maggiore: pertanto, se i
portatori sono elettroni, l'estremo più caldo si porta a potenziale
maggiore, mentre avviene il contrario se i portatori sono lacune. L'effetto
Peltier, invece, trova spiegazione nel fatto che, a causa dell'effetto Volta a
ogni giunzione bimetallica, i portatori di carica si portano a un'unica energia
totale in tutta la giunzione; le energie cinetiche dei portatori di carica da
una parte e dall'altra della giunzione sono, pertanto, diverse, e il difetto o
l'eccesso di tale energia, quando i portatori sono forzati a transitare, a causa
del passaggio di corrente elettrica, si traduce in una cessione o in un
assorbimento di calore. L'effetto Seebeck, infine, deriva dagli altri due,
tenendo conto del fatto che gli effetti Volta alle due giunzioni di una coppia
bimetallica non isoterma non si compensano più. Gli effetti
termoelettrici si manifestano nei semiconduttori con le stesse modalità
che nei conduttori metallici. Gli effetti termoelettrici si prestano a numerose
applicazioni; la più antica è certamente costituita dalle
pile
termoelettriche o
termopile, dispositivi in cui energia termica
assorbita dall'esterno viene convertita, per effetto Seebeck, in energia
elettrica, utilizzate per la misurazione dell'intensità di energia
raggiante; altre applicazioni sono il
moltiplicatore termoelettrico,
la
termopila lineare, i
convertitori termoelettrici utilizzati per
la conversione diretta di energia termica in energia elettrica, e i
termometri elettrici a termocoppia.