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Teratologìa.

Ramo della medicina che studia le malformazioni, e in particolare le anomalie fetali che interessano l'ostetricia, l'anatomia patologica e la zoologia generale. La t. si è evoluta notevolmente in epoca recente, allorché è stata chiarita l'origine genetica ed epigenetica delle anomalie morfologiche: accurati studi genetici ed embriologici, infatti, hanno provato che tali malformazioni sono dovute sia ad anomalie genetiche preesistenti alla fecondazione, sia a "errori" nella definizione delle competenze morfogenetiche delle varie parti dello zigote, che nel corso dello sviluppo embrionale possono verificarsi in seguito a interazioni specifiche. A questo proposito è stata ampiamente dimostrata l'azione teratogena di alcuni farmaci somministrati nelle prime settimane della gravidanza (talidomide, sulfamidici ipoglicemizzanti, antibiotici aminoglicosidici, antitiroidei, antiepilettici, antimitotici, alcuni ormoni steroidei), del fumo, di alcune sostanze eccitanti (quali l'LSD), del tabacco, nonché di alcuni agenti infettivi (virus della rosolia, enterovirus, virus influenzali, herpes, Cytomegalovirus), delle radiazioni atomiche e di quelle ionizzanti. • Bot. - T. vegetale o fitoteratologia: settore della botanica che studia le anomalie di origine non parassitaria né patologica delle varie parti delle piante al fine di classificarle, individuarne la causa e riprodurle sperimentalmente.