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Teosofìa.

Nel suo significato etimologico il termine equivale a teologia, indicando la sapienza, il sapere intorno a Dio o alle cose divine. Nel suo significato più proprio, assunto a partire dal XVII sec., è sinonimo di scienza dello spirito e indica il sapere proveniente da Dio e, più particolarmente, quelle dottrine filosofico-religiose che si richiamano a una presunta saggezza o scienza proveniente da Dio. La t. appartiene pertanto al gruppo delle scienze che studiano le forze e i significati segreti della natura e delle opere umane, ammettendo mezzi conoscitivi extrarazionali e paranormali e ciò ha portato gli aderenti alla Società teosofica a occuparsi con particolare interesse di ricerche nel campo della parapsicologia. Punto di partenza di ogni concezione teosofica è il riconoscimento di una saggezza e scienza provenienti da Dio. Sulla base di questa presunta saggezza, nel corso dei secc. XVII e XVIII andò sviluppandosi una speculazione secondo cui una conoscenza della natura assai più profonda di quella alla quale è possibile pervenire attraverso la ricerca scientifica o filosofica è conseguibile per via divina, ma non per rivelazione. A questa ricerca si volsero, tra gli altri, Paracelso e il filosofo, medico e astrologo tedesco H.C. Agrippa di Nettesheim, la cui opera principale De occulta philosophia (1510) è una difesa della t. e della stessa magia, considerata come scienza suprema. Concezioni teosofiche furono anche quelle elaborate dalla mistica protestante tedesca del XVII sec., in opposizione alla Scolastica protestante. Suoi massimi rappresentanti furono S. Franck, K. Schwenkfeld, V. Weigel e J. Böhme. Il motivo comune prevalente in questa corrente di pensiero e che ha particolare rilievo nell'opera del Böhme è quello della rivelazione diretta e perenne del divino nell'uomo e nel mondo. Nel Rinascimento esso andò precisandosi sempre più in una visione panteistica che ebbe il suo massimo rappresentante in G. Bruno. ║ La Società teosofica: per quanto componenti teosofiche siano presenti in vari autori dei secc. XVIII-XIX, di vera e propria t. si può parlare con riferimento al movimento teosofico che nel 1875 portò alla fondazione a New York della Società teosofica per iniziativa di H.S. Olcott ed E. Petrovna Blavatskij, che nel 1878 trasferirono la sede della società nella città di Adyar in India. Negli anni seguenti, allo scopo di fare proseliti, la Blavatskij percorse in lungo e in largo l'Europa, stabilendosi infine a Londra dove venne definitivamente fissata la sede della società, la cui direzione fu assunta da Annie Besant, già famosa giornalista e saggista, che le diede una più accentuata impronta politica pacifista e socialisteggiante. Nei primi decenni del Novecento, la Società teosofica fece numerosi proseliti soprattutto nei Paesi anglosassoni, diffondendosi rapidamente in tutte le parti del mondo, anche come fenomeno di reazione al materialismo del XIX sec. Secondo il pensiero teosofico, tutte le religioni attualmente professate nel mondo conservano residui di un'unica verità divina che, nella sua interezza, fu conosciuta nelle varie epoche da un ristretto numero di iniziati che ne avrebbero divulgato solo gli aspetti conformi alle condizioni culturali dell'ambiente e dell'epoca. Un certo numero di questi grandi adepti vivono tuttora in India dedicandosi alla vita contemplativa. Numerosi sono gli elementi di derivazione indiana presenti nella cosmologia teosofica, secondo cui tutta l'esistenza procede dall'Uno (super-coscienza) e fine supremo dell'uomo è il ritorno all'Uno attraverso un graduale perfezionamento che prevede varie esistenze terrene, attraverso la trasmigrazione dell'anima e la reincarnazione. Gran parte della concezione teosofica, infatti, affonda le proprie radici nel pensiero filosofico-religioso indiano, da cui deriva le due leggi fondamentali del karman e del maya, nonché il dogma brahmanico della trasmigrazione e della reincarnazione. Prima di arrivare alla pace eterna e alla perfezione in cui la coscienza si apre per abbracciare l'universo, l'uomo deve sostenere una lotta secolare che si attua attraverso la reincarnazione in vite successive. Prima di pervenire alla perfezione, la monade umana deve rivestire sette corpi, corrispondenti ai sette piani dell'universo: piano fisico o materiale, piano astrale, piano mentale, piano buddhistico, piano nirvanico, piano paranirvanico, piano mahaparanirvanico. A questa dottrina centrale della t. si connettono poi varie altre tendenze di natura culturale più propriamente occidentale. Tra l'altro, il movimento teosofico persegue la fratellanza universale tra i popoli, partendo dalle comuni basi religiose. Esso tende perciò a riconciliare tutte le religioni e tutti i popoli, sulla base di una morale comune fondata su verità eterne e universalmente riconosciute. Tra i compiti della Società teosofica figura perciò lo studio di tutte le religioni, con una certa predilezione per quelle orientali. Particolare interesse inoltre viene rivolto alla psicologia e parapsicologia, con lo scopo di approfondire la conoscenza delle facoltà psichiche latenti nell'uomo, riportando però ogni cosa ai concetti della metafisica indiana, così da trovare spiegazioni spiritualistiche per ogni fenomeno psichico normale e paranormale.