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Tenìasi.

Patol. - Parassitosi provocata nell'uomo dalla forma adulta di Taenia solium e di Taenia saginata. Talvolta asintomatica per un lungo periodo, la t. si manifesta con disturbi gastro-intestinali diversi quali nausea, diarrea, stipsi, vomito, dolori addominali, evidente dimagrimento accompagnato da astenia, disturbi epatici e nervosi dovuti alle tossine liberate dal parassita, insonnia, pruriti anali. La malattia si contrae consumando carni bovine o suine crude o poco cotte, precedentemente infestate dalle forme larvali. Nell'uomo solitamente alberga un solo verme adulto che compie il suo ciclo riproduttivo in 8-10 settimane. La diagnosi sicura può essere formulata mediante la ricerca delle uova o delle proglottidi, spesso visibili anche a occhio nudo, nelle feci del paziente. L'eosinofilia della formula leucocitaria rappresenta un'ulteriore conferma della diagnosi. Oltre all'uomo, vengono colpiti anche cani, uccelli domestici, ovini e suini. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci antielmintici (tenifughi) seguita da un purgante salino. Relativamente alla Tenia solium, è importante che venga debellato lo scolice, che altrimenti può provocare cisticercosi e autopropagazione. La profilassi si basa sulla corretta cottura della carne e la stagionatura dei cibi, nonché la distruzione delle feci degli animali infestati e l'accurata ispezione delle carni nelle strutture industriali di allevamento e mattazione.