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Telegrafìa.

Ramo delle telecomunicazioni riguardante i metodi per trasmettere a distanza documenti come scritti, stampati o figure, o per riprodurre a distanza informazioni in una di tali forme. La t. può essere suddivisa in t. ottica, realizzata mediante segnali visibili, t. acustica, realizzata mediante segnali sonori, e t. elettrica, ottenuta mediante segnali elettrici. I sistemi di t. ottica furono cronologicamente i primi a essere utilizzati, e furono gli unici praticamente adottati fino ai primi decenni dell'Ottocento; in tale periodo ebbero notevole diffusione a livello europeo e mondiale i sistemi derivati da quello realizzato in Francia alla fine del Settecento, basato sull'impiego di semafori installati su posizioni relativamente elevate, e nel quale i caratteri venivano indicati dalle posizioni di aste. L'utilizzo di sistemi ottici si è protratto fino a oggi nel campo delle comunicazioni militari, mentre in tutti gli altri campi di applicazione si utilizzano sistemi elettromagnetici. Il primo sistema di t. elettrica ad avere diffuso impiego pratico fu quello realizzato da S.F.B. Morse, per la scrittura su nastro di carta di segni costituenti il segnale trasmesso: in tale sistema è utilizzato il codice Morse, nel quale i segnali corrispondenti ai vari caratteri sono costituiti da segni brevi (punti), segni lunghi (linee) e intervalli, posti in una determinata successione. La trasmissione a distanza di caratteri stampati venne realizzata con il sistema stampante Hughens (1855), nel quale sia nell'apparato trasmittente sia in quello ricevente si avevano due sistemi rotanti fatti muovere in perfetto sincronismo mediante un regolatore meccanico di velocità; anche il sistema Baudot, realizzato nel 1874, si fondava sul funzionamento sincrono degli apparati trasmittenti e riceventi, e utilizzava un codice con segnali di lunghezza costante a cinque elementi. Dopo i primi esperimenti di G. Marconi ebbe inizio l'impiego di radioonde nella t. (radiotelegrafia); nel 1925 entrarono in uso le telescriventi trasmittenti e riceventi, basate sull'utilizzo di un codice nel quale ciascuno dei cinque elementi costituenti i segnali è preceduto da un segnale di partenza, che serve a preparare l'apparecchio ricevente per la ricezione, ed è seguito da un segnale di arresto, che serve ad arrestare l'apparecchio ricevente e a prepararlo alla ricezione successiva. L'utilizzo delle telescriventi ha reso possibile, oltre che operare su una tastiera analoga a quella di una macchina per scrivere, realizzare reti telegrafiche a commutazioni automatiche, come il telex. Le comunicazioni telegrafiche possono essere stabilite mediante circuiti fissi e tramite reti a commutazione manuale o automatica; in Italia è in funzione una rete a commutazione automatica per lo svolgimento del servizio telegrafico pubblico, come la trasmissione e la ricezione di telegrammi, il servizio telex per lo scambio diretto di messaggi telegrafici tra abbonati, ecc.