(o
tecneto). Chim. - Elemento chimico di
numero atomico 43 e peso atomico 98,906; simbolo:
Tc. Il
t. fonde
a 2.170 °C, bolle a 4.880 °C e ha densità 11,49. Nella tavola
periodica degli elementi si colloca nel gruppo VII A, avendo il manganese come
omologo inferiore e il renio come omologo superiore. Il
t. non esiste in
natura se non, in tracce minime, nei prodotti di fissione spontanea di alcuni
elementi radioattivi naturali e nelle stelle. Fu il primo elemento prodotto
artificialmente a opera di C. Perrier ed E. Segré, che nel 1936 lo
ottennero bombardando il molibdeno con neutroni e deutoni. La sua esistenza era
però stata prevista con esattezza da D. Mendeleev, che lo aveva chiamato
ekamanganese, cioè omologo superiore del manganese. Il
t.
non presenta isotopi stabili e non si forma per decadimento di nessuno degli
isotopi instabili esistenti in natura; questa è sicuramente la ragione
della sua mancata esistenza nella crosta terrestre. Se ne conoscono 17 isotopi,
con numeri di massa compresi fra 92 e 107; sono tutti instabili, radioattivi,
alcuni per emissione β altri per cattura elettronica. L'isotopo più
importante è il
99Tc, β trasmittente con un tempo di
semitrasformazione di 2,12 · 10
5 anni; può essere
preparato in quantità relativamente grandi sia per irradiazione
neutronica del
98Mo sia come prodotto di fissione dell'uranio.
║
Caratteristiche chimiche e fisiche: di aspetto simile al platino,
il
t. allo stato puro si presenta come un metallo grigio-argento,
spugnoso, dalle proprietà chimiche analoghe a quelle del renio, che fa
parte del suo stesso gruppo. Raffreddato sotto gli 11,2 °K diviene
superconduttore; all'aria è abbastanza stabile ma per riscaldamento
reagisce facilmente con ossigeno formando un ossido volatile
(Tc
2O
7) che, combinato con l'acqua, genera acido
pertecnetico (HTcO
4). È solubile in acqua regia, in acido
nitrico diluito e acido solforico concentrato, ma resiste bene alle soluzioni di
acido cloridrico e fluoridrico. Nei suoi composti manifesta prevalentemente la
valenza +7, che è la più stabile; sono però anche state
dimostrate tutte le valenze fra +2 e +6 incluse. I suoi sali sono molto simili a
quelli del renio. ║
Preparazione e impieghi: il
t. è
oggi un sottoprodotto del trattamento degli elementi di combustibile esausti
delle centrali nucleari; dall'uranio e dalla vasta serie di elementi che lo
accompagnano viene separato chimicamente, attraverso una serie di precipitazioni
ed estrazioni con solventi organici. Lo stadio più difficile è la
separazione dal manganese e dal renio, coi quali presenta una forte
affinità chimica. Si utilizza anche qui un'estrazione con solventi, quali
ad esempio la dimetilpiridina, e delle cristallizzazioni frazionate di sali come
il pertecnato di ammonio (NH
4TcO
4). Il metallo puro si
può ottenere per riduzione con idrogeno ad alta temperatura (da 1.000 a
1.100 °C) di suoi composti, come ad esempio il solfuro. Anche dal
pertecnato di ammonio si può ottenere il metallo con questo metodo;
infatti esso passa dapprima a ossido TcO
2 secondo la
reazione:
NH
4TcO
4 → TcO
2 +
2H
2O + ρN
2
e successivamente l'ossido viene ridotto a metallo dall'idrogeno. Il
t. non ha per ora applicazioni pratiche degne di nota; l'isotopo
99Tc, l'unico disponibile in quantità, viene usato come
sorgente normalizzata e costante nel tempo di radiazioni β, mentre il
99mTc viene usato come tracciante nella ricerca medica e nella
diagnostica. Studi recenti hanno mostrato che questo elemento, aggiunto in
tenori minimi agli acciai, manifesta una potente azione di inibizione della
corrosione degli stessi, presumibilmente secondo un meccanismo in cui interviene
lo ione TcO
4. ║
Composti: tra gli alogenuri i più
importanti sono l'
esafluoruro (TcF
6), l'
esacloruro
(TcCl
6) e il
tetracloruro (TcCl
4); sono sostanze
poco stabili se non vengono complessate e tendono a ossidarsi e idrolizzarsi con
formazione di acido pertecnetico. Tra i solfuri si ricordano l'
eptasolfuro di
ditecnezio (Tc
2S
7) che per riscaldamento ad alta
temperatura e sotto vuoto con zolfo forma il
disolfuro di t.
(TcS
2). Tra gli ossidi si ricordano il
diossido
(TcO
2) e l'
eptaossido di ditecnezio
(Tc
2O
7); per evaporazione delle sue soluzione acquose
è possibile separare libero l'acido pertecnetico (HTcO
4). I
suoi sali sono composti stabili e facilmente cristallizzabili; si citano il
pertecnetato di potassio (KTcO
4) e il
pertecnetato di
ammonio (NH
4TcO
4).