Stato (67.800 kmq; 459.659 ab.)
dell'Australia, formato dall'omonima isola (situata tra Oceano Indiano e Oceano
Pacifico, a Sud dell'Australia, da cui la divide lo Stretto di Bass), da alcune
isolette vicine (tra cui le Isole Furneaux e la King Island) e dall'Isola
Macquarie. Capitale: Hobart
. Città principali: Launceston,
Devonport, Queenstown. La popolazione è di origine europea. •
Geogr. - La
T., che sul piano geologico si configura come continuazione
dell'Australia, è caratterizzata dalla presenza di coste alte e
frastagliate. Il territorio, piuttosto accidentato, è occupato in
prevalenza da un altopiano di vasta estensione, con quote che si attestano
mediamente tra i 1.200 e i 1.500 m. Il massimo rilievo della
T. è
rappresentato dal Monte Ossa (1.617 m). Piuttosto esigue sono le aree
pianeggianti, costituite da fondivalle di fiumi e da zone costiere. La rete
idrografica è caratterizzata da fiumi di lunghezza limitata, ma piuttosto
ricchi d'acqua; i più importanti sono il Derwent e il Tamar. Numerosi
sono i laghi di origine glaciale. Il clima è di tipo temperato caldo e
umido; nelle zone interne le precipitazioni superano i 2.500 mm annui. Queste
caratteristiche climatiche si ripercuotono sulla vegetazione; su circa
metà del territorio si estendono, infatti, vaste foreste. • Econ. -
Il settore primario è orientato sull'allevamento di bovini e ovini, dal
momento che le aree destinate alla coltivazione (cereali, colture
ortofrutticole) sono ancora limitate. Un certo rilievo ha la pesca di molluschi
e crostacei. Le ingenti risorse forestali recano un notevole contributo
all'economia della
T.; abbondanti sono pure le risorse del sottosuolo
(piombo, rame, ferro, zinco, tungsteno). Lo sviluppo dell'industria, presente
nei settori metallurgico, chimico, cartario, del legno, è stato favorito
dalla creazione di impianti idroelettrici. Una voce importante dell'economia
della
T. è rappresentata dal turismo. I limiti della rete di
comunicazioni incidono negativamente sulle possibilità di sviluppo
economico. • St. - La scoperta della
T., abitata sin dalle
età più antiche dai Melanesiani, risale al 1642 e si deve al
navigatore olandese Abel Tasman, che le diede il nome di
Terra di Van Diemen
(la denominazione attuale fu assegnata ufficialmente nel 1854), in omaggio
al governatore delle Indie olandesi. Alla fine del Settecento la
T. fu
meta delle visite di altri viaggiatori, come T. Furneaux, J. Cook e W. Bligh,
che vi introdusse la coltivazione della frutta europea. La vera e propria
occupazione dell'isola, tuttavia, cominciò nel 1807, allorché gli
Inglesi istituirono una colonia penale; tra il 1802 e il 1830 imperversarono
cruente lotte tra gli indigeni e i coloni bianchi. I pochi membri della
popolazione autoctona sopravvissuti ai massacri vennero deportati in riserve e
si estinsero definitivamente nella seconda metà del XIX sec. Mentre la
popolazione andava rapidamente aumentando, la
T. si avvicinò, per
tappe successive, a una forma di governo autonomo: nel 1825 l'isola ottenne un
proprio governatore, nel 1832 furono creati dei tribunali civili al posto delle
corti marziali, nel 1853 fu riconosciuta una forma di rappresentanza della
popolazione, nel 1856, infine, venne concesso alla
T. un governo
indipendente. Nel 1900 la
T. prese parte alla guerra anglo-boera; nel
1901 entrò a far parte della Federazione Australiana, di cui
seguì, da quel momento, le vicende.
St. John Street nel centro di Launceston, in Tasmania
"I Tasmaniani scomparsi" di Alessandro Nangeroni