Maschera napoletana della commedia dell'arte.
Nata nei primi decenni del XVII sec., indossava un costume (abito e calzoni)
verde rigato di giallo, con un collo a canne bianco e calze bianche, scarpe
gialle e cappello a cencio di colore grigio. Il viso era coperto da grandi
occhiali azzurri e la testa era calva. Derivava il nome dall'accentuato difetto
di pronuncia, la balbuzie. Al comico napoletano N. Cioppo (XVIII sec.) che, di
T., diede celebri interpretazioni successe, nella stessa compagnia, A.
Fiorilli, che apportò delle modifiche al costume (alamari d'argento,
berretto), introducendo nuovi elementi (la maschera esercitava generalmente la
professione di dottore, giudice o procuratore). La versione giunta a noi
presenta una parrucca bianca, cappello a punta, vestito verde e scarpe scure con
fibbia vistosa.