Città (111.000 ab.) della Spagna
nord-orientale, in Catalogna, capoluogo della provincia omonima; è
situata sulla costa mediterranea, alla foce del Rio Francolì, 80 km a
Sud-Ovest di Barcellona, al centro di una fertile pianura litoranea. La parte
più antica della città, circondata da mura romane, si erge su una
collina, a 100 m s/m. • Econ. - Porto attivissimo, la città si
segnala come centro commerciale di rilievo: le esportazioni sono incentrate su
vino, frutta e tabacco, le importazioni su petrolio, carbone e fertilizzanti.
È inoltre sede di industrie chimiche, farmaceutiche, petrolifere,
elettrotecniche, tessili. • St. - Nel sito dell'attuale
T. esisteva
nel VI sec. a.C. un centro abitato dagli Ilergeti, una popolazione iberica. Nel
III sec. a.C. il luogo venne occupato dai Cossetani. Nel 218 a.C. Cneo Scipione
prese la città (che assunse da allora il nome
Tarraco) e, insieme
al fratello Publio, la dotò di robuste fortificazioni, utilizzandola come
base per le azioni contro i Cartaginesi. Sotto il dominio romano,
T.
assurse gradualmente al ruolo di principale città spagnola, divenendo,
sotto Augusto, colonia e capitale della Spagna Citeriore (successivamente
denominata Tarraconense).
T. acquistò presto un'importanza di
rilievo come centro del culto imperiale e conobbe un fiorente sviluppo
economico, fondato in particolar modo sulla produzione di lino e di vino. La
città si distinse, tuttavia, in primo luogo sul piano militare e
amministrativo. Nel 264-265
T. venne devastata dai Franchi; nel 469 fu
assoggettata dai Visigoti, che le lasciarono il ruolo di capitale della
provincia, sotto il governo di un duca. Nel Medioevo, comunque, la favorevole
posizione sulla via naturale dell'Ebro consentì a
T. di restare
una città fiorente; essa conobbe dei momenti di prosperità anche
sotto il dominio degli Arabi, che nel 724 l'avevano incendiata e distrutta e che
la tennero in loro potere fino al 1119. Riconquistata in quell'anno da Gastone
IV, visconte di Béarn, la città venne presto ceduta a Roberto de
Aguilò. Assediata senza risultati dai Francesi nel 1641, venne occupata e
incendiata dagli Inglesi nel 1705. Nel 1811, dopo un lungo assedio,
T.
dovette arrendersi ai Francesi. Durante la guerra civile spagnola (1936-39), i
repubblicani mantennero il possesso della città fino al 1939. •
Arte - Permangono resti dell'antico insediamento iberico e delle mura del III
sec. a.C. (con ampliamenti del 150 a.C.). La città romana, molto estesa,
era dotata di un porto artificiale, presso cui erano situati anche il teatro e
l'anfiteatro (II sec. d.C.), dei quali rimangono resti, così come della
colonia e del foro, situato nella zona più alta. Sono stati individuati
anche il palazzo del pretorio, il palazzo imperiale (nei pressi del quale si
trovava il circo) e il tempio fatto costruire in onore di Augusto da Tiberio.
Una notevole testimonianza di età romana è costituita
dall'acquedotto di Las Ferreras, dotato di due ordini d'arcate sovrapposte.
Altri monumenti sorgono vicino alla città: tra questi l'arco di
Barà, di età traianea; si conservano, inoltre, molti resti di
dimore signorili con pavimenti a mosaico. Vari reperti sono collocati
nell'importante Museo nazionale archeologico. Degno di nota il ritrovamento dei
resti di una basilica all'interno della necropoli romano-cristiana. Di rilievo
la cattedrale romanico-gotica (1171-1331), che conserva un altare d'alabastro di
Giovanni Pietro (1425-36). ║
Provincia di T. (6.303 kmq; 542.000
ab.): è la provincia più meridionale della Catalogna e comprende
una vasta fascia costiera, attraversata dal corso inferiore dell'Ebro. Il
Sistema Costiero Catalano nei pressi del mare lascia il posto a una breve
striscia pianeggiante. L'economia è incentrata sull'agricoltura (cereali,
frutta, ortaggi, olio, vino). Nella zona viene estratto petrolio; l'industria
è presente nei settori meccanico, chimico, tessile, alimentare.
Città principali: Reus e Tortosa.
Il chiostro della cattedrale di Tarragona
Tarragona: acquedotto romano
Tarragona: la torre del Arquebisbe