Locuzione cinese: Libro del
tao e della sua
virtù. Opera fondante del Taoismo cinese, che la tradizione ha attribuito
in modo univoco al leggendario caposcuola taoista Lao-tze. Va tuttavia rilevato
che mentre la biografia colloca la nascita del "Vecchio maestro" nel
V sec. a.C., la critica filologica data l'opera al III sec. a.C. Secondo la
sistemazione attuale e nota fin dal principio dell'era volgare, il libro
(composto di circa 5.000 ideogrammi) si articola in 81 capitoli (numero di
valenza mistica: il quadrato di nove che è il quadrato di tre) ed
è diviso in due parti: una relativa al
tao e una al
te. Per
la brevità, lo scritto è di stile conciso e spesso allegorico;
ciò nonostante fornisce i fondamenti metafisici della scuola filosofica
(tutti gli esseri derivano dal
tao e dai due opposti principi in esso
contenuti:
ying e
yang), le basi dell'etica (norma del non agire:
wei-wu-wei) e della dottrina politica (necessità del non
governare). Nonostante quest'opera abbia goduto di una trasmissione ininterrotta
del testo, la sua storia filologica si è arricchita di una nuova
redazione con importanti varianti: nel 1973 gli scavi condotti in Cina di una
necropoli di epoca Han hanno infatti riportato alla luce un manoscritto
anteriore al 206 a.C., che conta 467 ideogrammi in più, non presenta la
consueta partizione in 81 capitoli e mostra l'inversione delle due sezioni
principali (V. anche TAO
e TAOISMO).