Stats Tweet

Tanzània.

Stato (945.090 kmq; 32.102.000 ab.) dell'Africa orientale, costituito da una vasta sezione continentale (la Tanganica, comprendente il 99,7% della superficie totale dello Stato) e da un'appendice insulare (Zanzibar, comprendente amministrativamente, oltre all'isola omonima, anche l'altra isola maggiore di Pemba). Confina a Nord con l'Uganda e il Kenya, a Sud con il Mozambico, il Malawi e lo Zambia, a Ovest con la Repubblica democratica del Congo, il Burundi e il Ruanda; a Est è bagnato dall'Oceano Indiano, che separa la costa settentrionale dalle Isole di Pemba e di Zanzibar (più a Sud si trovano, invece, l'Isola di Mafia e altre isole minori, appartenenti alla T.). Capitale: Dodoma. Città principali: Tanga, Mwanza, Zanzibar. Ordinamento: Repubblica federale di tipo presidenziale. Il presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale, in carica per cinque anni, detiene il potere esecutivo; egli nomina e presiede un Gabinetto dei ministri. Il potere legislativo è di pertinenza dell'Assemblea nazionale, i cui membri sono eletti ogni cinque anni a suffragio universale. Zanzibar gode di ampia autonomia amministrativa ed è dotata di una propria Assemblea amministrativa. Moneta: scellino della T. Lingue ufficiali: inglese e kiswahili. Religione: animista, musulmana, cristiana.

GEOGRAFIA

Morfologia: la T. è formata in gran parte da una serie di altopiani, che raggiungono un'altitudine compresa tra i 1.000 e i 2.000 m, contrassegnati dalla presenza di sistemi montuosi non molto elevati e di rilievi collinari, nonché di depressioni (queste alte terre sono attraversate dalla gigantesca frattura della Rift Valley), lungo le quali si estendono alcuni laghi (tra cui il Rukwa, il Manyara, l'Eyasi, il Natron). I movimenti tettonici che originarono le fratture diedero luogo altresì alla formazione di grandi complessi vulcanici; su tutti domina, a Nord-Est, lungo il confine con il Kenya, il Kilimangiaro (5.895 m). Nella stessa zona si innalzano anche il Monte Meru (4.565 m), il Ngorongoro, col suo vasto cratere, e il Monte Loolmalasin (3.648 m). Una serie di rilievi discontinui tra loro si succedono agli altopiani, verso Est e Sud: Monti Usambara, Nguru, Rubeho, Iringa, Kipingere, Poroto, Livingstone, mentre lungo le coste si estende un'ampia regione pianeggiante, caratterizzata talora da aree paludose. ║ Idrografia: il fiume principale della T. è il Rufigi, tributario dell'Oceano Indiano, al pari del Ruvu, del Wami e del Pangani. Altri fiumi si immettono, invece, nei laghi maggiori (Vittoria, Tanganica, Niassa), che si estendono parzialmente sul territorio della T. ║ Clima: il clima presenta, nelle zone costiere, temperature elevate e forte umidità nella stagione delle piogge (che dura da novembre a maggio, raggiungendo la massima intensità in novembre-dicembre e aprile-maggio), portate dai monsoni; negli altopiani interni, invece, è più secco e le temperature sono più contenute. In T. la piovosità presenta consistenti variazioni, non soltanto tra le diverse regioni e in relazione al variare delle stagioni, ma anche di anno in anno; non mancano, pertanto, periodi di siccità dalle conseguenze drammatiche. ║ Flora e fauna: per quanto riguarda la vegetazione, sono largamente presenti savane e steppe (degna di nota la grande steppa del Masai), anche se nelle regioni costiere si trovano fitte foreste di mangrovie. Vaste foreste ricoprono i rilievi. I territori della T. sono per la maggior parte argillosi; pochi sono i suoli fertili, tra i quali si segnalano quelli localizzati alle pendici dei complessi vulcanici e quelli della fascia costiera. Il patrimonio faunistico molto rilevante (leoni, elefanti, zebre, gazzelle, rinoceronti, gnu, kudu) trova oggi protezione in grandi parchi naturali, quali il Lago Manyara, il Ngorongoro (V.), il Serengeti (V.), il Kilimangiaro, e riserve.
Cartina della Tanzania


ECONOMIA

La T. si presenta come un Paese economicamente arretrato (il prodotto nazionale lordo è uno dei più bassi al mondo e la disponibilità alimentare è inferiore al fabbisogno). Dopo aver conosciuto gli sviluppi tipici dell'economia coloniale, il Paese, raggiunta l'indipendenza, intraprese una politica particolare, nota come Socialismo africano, che prendeva le distanze dal Marxismo, ma si proponeva di abolire ogni forma di capitalismo, promuovendo la cooperazione e richiamandosi a forme di produzione e di solidarietà che avevano caratterizzato la società africana in epoca precoloniale. A questo scopo sorsero i villaggi ujamaa, ispirati al Socialismo e alla solidarietà, e si propugnò la self-reliance (autofiducia), il vicendevole sostegno tra le diverse componenti sociali. Vennero, inoltre, espropriate le grandi proprietà e nazionalizzate le attività produttive e fu rovesciato il monopolio della popolazione indiana nel commercio. Nonostante queste misure, il Socialismo africano si rivelò inadeguato a risolvere i problemi strutturali del Paese: la grande crisi del 1985, seguita a un lungo periodo di siccità, ebbe conseguenze drammatiche presso la popolazione e segnò la fine della politica economica perpetrata fino a quel momento. Venne quindi adottata una politica di progressiva liberalizzazione dell'economia, che ha comportato la revoca delle misure collettivistiche precedentemente prese e un tentativo di apertura ai capitali stranieri. Negli anni Novanta si è registrata una lenta ripresa dell'economia, che non ha avuto, però, concrete ripercussioni sul tenore di vita individuale. ║ Agricoltura: l'agricoltura, pur utilizzando una percentuale esigua delle superfici disponibili, mantiene ancora un ruolo centrale nell'economia della T., fornendo oltre la metà del prodotto interno lordo e contando tra i suoi addetti più dell'80% della popolazione attiva. In relazione al variare della quantità di precipitazioni da un anno all'altro, anche la produzione agricola conosce sensibili variazioni annuali. Le tecniche utilizzate sono, inoltre, arretrate, tendono a esaurire i terreni e non prevedono il ricorso ad ausili meccanici e chimici (a Zanzibar, le piantagioni di chiodi di garofano, prodotto destinato al mercato estero, sono entrate in crisi per queste ragioni). In questo quadro si distinguono alcune piantagioni della regione pianeggiante costiera, condotte secondo criteri più moderni. La voce fondamentale dell'economia della T. è rappresentata dai prodotti agricoli destinati all'esportazione: canna da zucchero, agave sisalana, tabacco, cotone, caffè, tè, frutta tropicale, spezie (nell'Isola di Pemba). La produzione destinata alla popolazione locale (sempre inferiore al fabbisogno) è orientata su mais, miglio, manioca, patate dolci, sorgo. Nelle isole e nella zona a Sud del Lago Vittoria si sta diffondendo la risicoltura irrigata. ║ Allevamento: poco redditizio risulta l'allevamento (bovino, caprino, ovino), localizzato negli altopiani compresi tra il Lago di Niassa e il Kilimangiaro e praticato soprattutto da pastori nomadi o nell'ambito dell'economia familiare. La pesca assume un certo rilievo soltanto lungo le coste e intorno ai laghi maggiori. ║ Risorse forestali e minerarie: le foreste forniscono legno di cedro e d'ebano, destinati all'esportazione. L'estrazione di risorse minerarie (oro, stagno, diamanti, sale marino) segna una continua flessione; nel sottosuolo vi sono però giacimenti non ancora sfruttati di minerale di ferro, carbone bituminoso, petrolio e gas naturale. ║ Industria: le attività industriali, presso cui trova impiego meno del 10% della popolazione attiva, sono incentrate sulla trasformazione di materie prime e prodotti agricoli: industrie tessili, cementifici, impianti per la lavorazione del tabacco, industrie alimentari (zuccherifici, birrifici, inscatolamento della frutta). A Dār es-Salām si trova anche una raffineria d'idrocarburi, dove viene trasformato petrolio d'importazione. ║ Comunicazioni: il sistema di comunicazioni si presenta alquanto carente, con pesanti conseguenze sull'economia (è gravemente penalizzato, in particolare, il trasporto delle derrate alimentari). ║ Commercio: il commercio estero presenta un forte passivo, dal momento che le esportazioni di prodotti agricoli bilanciano solo per metà il valore delle importazioni (tra cui rientrano macchinari e generi alimentari). I principali partner commerciali della T. sono i Paesi dell'Unione europea, soprattutto Gran Bretagna e Germania. Dai Paesi più sviluppati affluiscono in T. anche cospicui aiuti. Molto limitati sono, invece, gli scambi commerciali con gli altri Paesi africani. Il turismo, suscettibile di ulteriori sviluppi, ha i suoi punti di forza nei parchi nazionali, nelle località costiere e nelle isole.

STORIA

La Repubblica federale di T. nacque il 27 aprile 1964 in seguito all'unione del Tanganica con le Isole di Pemba e Zanzibar. Nel nuovo Stato si pose subito la spinosa questione di Zanzibar; nel gennaio 1964, infatti, una rivoluzione aveva portato al potere nell'isola l'Afro-Shirazi Party (ASP) e il suo leader Abeid Amani Karume, a spese del sultano e della classe dirigente araba. Il nuovo partito, che rappresentava gli interessi della popolazione africana, maggioritaria nell'isola, diede luogo alla Repubblica popolare di Zanzibar e nazionalizzò le proprietà agricole. Dopo l'unificazione, la T. adottò in un primo tempo la Costituzione del Tanganica, corretta con disposizioni che garantivano all'Isola di Zanzibar un'amplissima autonomia legislativa e amministrativa. Il presidente del nuovo Stato J.K. Nyerere, leader della Tanganyka African National Union (TANU), fu affiancato alla guida del Paese da Karume, che ricoprì la carica di vice presidente. Nel 1965 a TANU e ASP fu concesso lo status di unici partiti legali dello Stato, il primo per la parte continentale, il secondo per le isole di Pemba e Zanzibar. All'adozione di un programma socialista all'interno del Paese corrisposero le scelte di politica estera: nel dicembre 1965 vennero rotte le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna; nel febbraio 1966 fu concluso un trattato di amicizia con la Repubblica Popolare Cinese. Anche con l'Unione Sovietica si instaurarono più strette relazioni. La T., inoltre, prese posizione in favore dei movimenti di liberazione nazionale nei possedimenti coloniali portoghesi e dei movimenti di carattere antirazzista in Rhodesia. Il Socialismo africano del presidente Nyerere, sancito dalla dichiarazione di Arusha del 1967, raccolse simpatie anche all'estero, ricevendo sostegni economici, in particolare dai Paesi scandinavi. Nel 1970 Nyerere fu riconfermato alla presidenza; nel 1972 venne assassinato il suo vice Kurame, in circostanze poco chiare, sullo sfondo delle mai placate tensioni all'interno dell'Isola di Zanzibar (la politica di nazionalizzazione fu condotta con metodi repressivi e sommari). Nel 1973 si diede avvio al trasferimento della capitale da Dār es-Salām a Dodoma. In politica estera gravi tensioni opposero la T. all'Uganda, tensioni che sfociarono in scontri lungo la frontiera. La comune inimicizia con l'Uganda avvicinò T. e Ruanda nel 1973; nello stesso anno venne concluso anche un accordo con il Burundi. Sul piano economico, intanto, i risultati del Socialismo africano si dimostravano poco incoraggianti; a complicare il quadro sopraggiunse, nel 1974, l'aumento dei prezzi petroliferi. La T., successivamente, intensificò le relazioni economiche con il Mozambico e la Zambia, mentre nel 1977, peggiorati i rapporti tra gli Stati membri, si sciolse la Comunità africana orientale, nata dieci anni prima in seguito agli accordi tra T., Kenya e Uganda. Con quest'ultimo Paese la conflittualità si fece sempre più intensa; nel 1978 la ripresa degli scontri di frontiera portò all'occupazione, da parte dell'esercito ugandese, della regione delle sorgenti del Kagera, nel territorio della T. Anche le spese belliche contribuirono ad aggravare la già precaria situazione economica del Paese. Nel 1979, comunque, la controffensiva militare della T., forte dell'appoggio del Fronte di liberazione nazionale dell'Uganda, condusse all'invasione dello Stato nemico, alla conquista della capitale e alla fuga del dittatore ugandese I. Amin. Sul piano interno la T., sempre guidata da Nyerere (confermato alla presidenza del Paese nelle elezioni del 1975), si era data, intanto, una Costituzione definitiva (1977) che confermava l'autonomia di Zanzibar, fondata sulla facoltà di disporre di un Parlamento, di un Governo e di un presidente propri (nel 1975 A. Jumbe era stato eletto presidente di Zanzibar e vice presidente della T.); nello stesso 1977, la fusione di TANU e ASP aveva creato il partito unico della Repubblica federale: il Chama Cha Mapinduzi (CCM), partito rivoluzionario della T. Nonostante queste misure, Zanzibar finì con l'adottare, nel 1978, una propria Costituzione. Riconfermati nelle loro cariche nelle elezioni del 1980, Nyerere e Jumbe dovettero affrontare problemi sempre più gravi di carattere economico (fu necessario ricorrere all'aiuto dei Paesi occidentali) e il dilagare della corruzione nella vita politica; nel tentativo di arginare quest'ultimo fenomeno, nel 1982 venne approvata una norma che separava nettamente le funzioni di partito da quelle di governo. Nel 1984 furono approntate alcune misure di politica economica per far fronte alla crisi; tra queste figurava una parziale apertura all'iniziativa privata. Sempre nel 1984, Jumbe si dimise sullo sfondo di una delicata situazione istituzionale (a Zanzibar crescevano le istanze scissionistiche). Nel 1985, tenendo fede a quanto annunciato in precedenza, il presidente Nyerere, in prossimità della scadenza del suo mandato, lasciò la guida del Paese (conservando quella del CCM); gli successe A.H. Mwinyi, a capo del Governo di Zanzibar dall'anno precedente (venne sostituito in questo ruolo da A. Wakil, che divenne anche vice presidente della T.). Mwinyi, leader dell'ala liberale del Partito, si impegnò per accelerare il cammino del Paese sulla strada della liberalizzazione dell'economia e per condurre la T. nell'ambito della Comunità monetaria internazionale. Il Governo riuscì ad avere ragione delle opposizioni interne al nuovo indirizzo di politica economica: la liberalizzazione era un presupposto indispensabile per ricevere gli aiuti finanziari internazionali; il Socialismo africano, del resto, al di là di alcune realizzazioni nel campo dell'assistenza sanitaria e dell'istruzione, non era riuscito a creare le condizioni per lo sviluppo dell'economia del Paese. Nel 1990 Mwinyi fu rieletto presidente della T. e, in seguito alla rinuncia di Nyerere, assunse anche la guida del CCM. Alla presidenza di Zanzibar e alla vice presidenza federale A. Wakil fu rilevato da S. Amour. Un momento fondamentale nel processo riformatore della T. si ebbe nel 1992 con l'introduzione del multipartitismo. In questa situazione emergevano nuovi motivi di frizione tra il Governo centrale e quello di Zanzibar; ad acuire la tensione intervenne anche l'adesione unilaterale di Zanzibar (in contrasto col dettato della Costituzione) all'Organizzazione della conferenza islamica, adesione che il Governo dell'isola fu costretto a ritirare nel 1993. A complicare ulteriormente il quadro subentrarono contrasti etnici (tra la maggioranza della popolazione, africana, e la minoranza asiatica) e religiosi (tra cristiani e musulmani). Nel 1995 le prime elezioni multipartitiche, caratterizzate da un clima confuso e da accuse di brogli, registrarono l'elezione di B.W. Mkapa, candidato del CCM, a presidente della Repubblica. L'ex partito di regime ottenne, inoltre, la maggioranza dei seggi all'Assemblea nazionale e all'Assemblea legislativa di Zanzibar, con la conferma di Amour alla presidenza dell'isola. La nuova situazione politica, tuttavia, non consentì alla T. di uscire dalla grave crisi economica, come confermano il pesante passivo della bilancia dei pagamenti e la generale arretratezza delle strutture economiche. La produzione di caffè e cotone, principali prodotti del Paese, subì un nuovo calo nel 1997. Mkapa si appellò quindi all'aiuto internazionale, ma nel 2000 l'Unione europea decise di continuare il blocco degli aiuti a Zanzibar, a causa delle continue violazioni dei diritti civili e politici. Grazie allo sfruttamento dei nuovi giacimenti d'oro scoperti nel 2000 e nel 2001 presso il Lago Vittoria, la T. divenne di fatto il terzo produttore mondiale del metallo prezioso. Mkapa venne confermato presidente con le elezioni dell'ottobre 2000. La fase pre e post elettorale fu caratterizzata dalla crescente tensione tra il Governo centrale e l'arcipelago di Zanzibar, il cui rappresentante non era stato ammesso alle presidenziali. A gennaio 2001 le manifestazioni di protesta organizzate dall'opposizione allo scopo di chiedere la ripetizione delle elezioni terminarono in violenti scontri con la polizia costati la vita a decine di manifestanti.

POPOLAZIONE

Il popolamento della T. risale a epoche molto antiche. L'evento centrale fu l'insediamento di gruppi bantu che entrarono nel Paese già nel I millennio a.C., rafforzarono la loro presenza a partire dal IV sec. d.C. e si affermarono definitivamente nei secc. XV-XVI. I Bantu, agricoltori, rappresentano oggi l'etnia principale all'interno di un composito mosaico di oltre 120 gruppi etnici; con il loro arrivo in T. si sovrapposero a un preesistente substrato khoisanide, che resiste in alcuni gruppi di piccola entità (Sandawe). Altri gruppi di rilievo sono quelli etiopidi e niloto-camitici (Masai), allevatori, localizzati soprattutto nella regione settentrionale. Nelle aree più esposte alle penetrazioni commerciali, la fascia costiera, dove prevalgono i Swahili, e le isole, permangono minoranze di Europei, Arabi, Indiani e Pakistani. La bassa densità media della T. (34 ab./kmq) va considerata alla luce del fatto che due terzi del Paese sono scarsamente abitati a causa del clima arido; la popolazione si concentra, invece, nella pianura costiera, nella regione del Lago Vittoria, nelle alture intorno al Kilimangiaro e nelle isole.