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Tammūz.

Divinità mesopotamica della vegetazione. Noto con il nome di T. nella mitologia accadica e assiro-babilonese, era invece Dumuzi in quella sumerica. Figlio per i primi di Shamash (dio del Sole e del Giudizio) e per i secondi di Enki (dio delle Acque), T. era la figura centrale nel mito del ciclo vegetativo, mediante il quale la mitopoiesi delle culture vicino-orientali si diede ragione del ricorrente inaridirsi e rinascere della natura al volgere delle stagioni. Secondo la versione sumerico-babilonese, ogni quarto mese dell'anno (corrispondente al nostro giugno-luglio) T. scendeva agli Inferi e causava l'inaridirsi della terra. La dea sua compagna, Ishtar o Inanna, si recava nell'oltretomba per riscattare il suo sposo dalla dea degli Inferi Ereshkigal. La risurrezione di T. segnava anche la rinascita della vegetazione. La vicenda del dio veniva celebrata annualmente da un rito particolare, che ne ricordava la morte con canti e lamentazioni, cui fa riferimento anche il profeta Ezechiele nel suo libro (Ezechiele 8, 14). I principali elementi del mito di T. vennero mutuati poi nelle vicende di Osiride (V.) e di Adone (V.) e da quest'ultimo nel mito di Persefone.