Termine con cui originariamente venivano denominati
gli studenti di teologia, in maggioranza di etnia pashtun, cresciuti nelle
madrasa (V.), le scuole coraniche del Pakistan. Il
movimento fondamentalista islamico dei
t., creato dal mullah Mohammed
Omar Akhund a Kandahar, in Afghanistan, nel 1994, affonda le sue radici nella
guerra civile che sconvolse l'Afghanistan negli anni 1979-1988 e nel conseguente
clima di tensione instauratosi tra il regime filosovietico e i mujaheddin,
appoggiati militarmente da Stati Uniti e Pakistan. Nonostante il ritiro delle
truppe sovietiche nel 1989, la guerra civile si inasprì a causa dei
fortissimi contrasti tra i diversi gruppi etnici al potere. Nel 1994 il
movimento dei
t., in un primo momento considerato l'unica forza in grado
di garantire la pace e l'unità del Paese, lanciò la sua offensiva
contro Kabul, con il pieno appoggio di gran parte della popolazione, e nel 1996
riuscì a impadronirsi della capitale. Il regime teocratico instaurato dai
t. introdusse subito una serie di restrizioni delle libertà
personali (soprattutto a scapito delle donne) e politiche: vennero chiusi i
cinema; fu bandita la musica; furono bruciati libri e film; gli uomini furono
costretti a farsi crescere la barba; le donne furono obbligate a indossare il
burkas, che le copre completamente, ebbero il divieto di mostrarsi fuori casa
(con la conseguente impossibilità di recarsi al lavoro o a scuola), di
incontrare uomini al di fuori della loro parentela e di portare scarpe con
tacchi. Furono previsti la pena di morte per l'omicidio, l'adulterio e il
commercio di droga e il taglio della mano per i furti. Il regime oscurantista
dei
t. cominciò a perdere consensi, non solo tra la popolazione,
esasperata dalle leggi integraliste e oppressive, ma tra le sue stesse fila,
dove gruppi di guerriglieri passarono all'opposizione; inoltre
allarmò le organizzazioni per i diritti civili e provocò condanne
a livello internazionale. La politica intimidatoria dei
t. iniziò
a infastidire anche i loro tradizionali alleati. Gli stessi Stati Uniti, pur
avendone favorito l'ascesa credendo di garantire il mantenimento di una
certa stabilità politica in una zona strategica per il passaggio di
idrocarburi dal Caspio-Caucaso all'Asia meridionale, entrarono in aperto
contrasto con il regime di Kabul; il loro appoggio, già attenuatosi dopo
gli attentati dell'agosto 1998 contro le ambasciate americane di Nairobi e
Dar es Salam, venne meno quando Kabul si rifiutò di consegnare
Osama
Bin Laden (V. BIN LADEN, OSAMA), il
miliardario saudita accusato di essere il responsabile di numerose azioni
terroristiche tra cui gli attentati alle ambasciate americane in Africa e quello
contro il cacciatorpediniere Cole, ormeggiato nel porto di Aden, nello Yemen (12
ottobre 2000). Questi attentati innescarono una reazione dura da parte dell'ONU
che, nel dicembre 2000, approvò una serie di sanzioni contro
l'Afghanistan, per il sostegno dato al terrorismo internazionale e il
rifiuto di consegnare Osama Bin Laden, che portarono a una radicalizzazione
ulteriore del regime talebano
. Dal canto suo la Russia minacciò un
atto di forza nei confronti dei
t., accusati di addestrare i mujaheddin
che sosterrebbero i ribelli ceceni, e l'Iran manifestò
preoccupazioni sempre maggiori per l'accresciuta potenza dei
t.
Intanto l'opinione pubblica internazionale rimaneva scioccata dalla
decisione presa dai
t. di distruggere tutte le statue del Paese, compresi
i due Buddha giganti - 55 e 38 m di altezza - scolpiti nella roccia nella valle
di Bamiyan, risalenti al V sec. (i
t. sostengono di aver applicato
strettamente le regole del Corano, che non ammette alcuna raffigurazione di
volti umani). Il regime ultra-fondamentalista dei
t., affrontato
all'interno del Paese dall'Alleanza del Nord, guidata da Ahmed Shah Massud
(ucciso il 9 settembre 2001), unico baluardo rimasto a combattere il loro
oscurantismo, cominciò ad avere le ore contate dopo gli attentati
terroristici dell'11 settembre 2001 contro le Torri gemelle e il
Pentagono. Gli Stati Uniti decisero di intervenire militarmente contro
l'Afghanistan con il fine di smantellare la rete di al Qaeda
(V. QAEDA, AL), catturare Bin Laden, considerato
il responsabile degli attentati, e porre fine al terrorismo internazionale. Il
piano prevedeva bombardamenti a tappeto - il 7 ottobre venne lanciato il primo
attacco aereo -, mentre le forze dell'Alleanza avrebbero dovuto proseguire
l'avanzata per conquistare Kabul e sfruttare le defezioni in seno ai
t. che, presagendo la sconfitta, cominciavano a passare dall'altra
parte (V. AFGHANISTAN). A novembre furono
riconquistate le città di Mazar-e-Sharif, Herat e Kabul, grazie alla
copertura aerea statunitense e alle rivolte della popolazione civile contro i
t., considerati ormai una forza di occupazione; in diverse zone si
registrarono episodi di esecuzioni sommarie di
t. In seguito
all'intervento di terra dei marines fu presa Kandahar, roccaforte dei
t. Il 5 dicembre 2001, mentre sul campo si combatteva ancora, a Bonn
venne raggiunto un accordo sull'amministrazione provvisoria che avrebbe
guidato il Paese fino alla ricostituzione di istituzioni governative
permanenti.