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Sòia.

Bot. - Nome comune della Soia hispida, detta anche Glycine hispida o Glycine soia. Pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Leguminose Papilionate. Di aspetto cespuglioso, ha fusti eretti, ramificati e tomentosi, con foglie composte, alterne e trifogliate, simili a quelle del fagiolo, e fiori piccoli, di colore viola, bianco o giallastro, generalmente raccolti in grappoli ascellari. I frutti sono costituiti da baccelli ricurvi, ciascuno dei quali contiene da due a cinque semi di colore, forma e dimensioni variabili; di solito i semi hanno forma ovoidale o reniforme, sono lunghi fino a 1 cm e possono essere di colore giallo, verde, bruno, rossastro o nero. I semi hanno un altissimo valore nutritivo: essi infatti sono ricchi di olio (20-25%), di proteine (35-45%), di carboidrati solubili (20-25%), di fosfatidi (2-5%). I grassi contenuti nei semi sono trigliceridi e loro derivati e fosfolipidi, costituiti prevalentemente da acidi grassi insaturi, come l'acido oleico (25-35%), l'acido linoleico (45-55%), l'acido linolenico (5-10%), e in minima parte da acidi grassi saturi, quali l'acido palmitico (10-12%) e l'acido stearico (4-5%). Le proteine, simili a quelle della caseina del latte, contengono amminoacidi essenziali, per circa un terzo del loro peso, e sono caratterizzate da una facile digeribilità; inoltre l'alto contenuto di lisina rende la s. un interessante integratore alimentare. Originaria della Cina e del Giappone la s. è coltivata in tutto il mondo sia come pianta foraggera, sia per la concimazione vegetale del terreno (sovescio), sia per la produzione di olio e farina. La s. può essere coltivata in rotazione tenendo conto dell'alta fertilità residua che essa lascia nel terreno, inserendola fra colture da rinnovo, come quelle della bietola e del mais, e cereali vernini quali il grano e l'orzo, oppure può essere utilizzata come coltura intercalare dopo l'orzo. ║ S. da foraggio: impiegata per la costituzione di erbari, può essere consumata fresca o previo insilamento. ║ Olio di s.: si estrae dai semi di s. tramite il cosiddetto sistema a controcorrente. Il processo di estrazione si articola nei seguenti passaggi: i semi vengono decorticati, quindi i frammenti della corteccia sono separati, mentre i semi vengono ridotti in sottili scaglie; con l'aggiunta di solventi quali esano e benzina si ottiene una soluzione oleosa, dalla quale l'olio viene recuperato allontanando il solvente per distillazione e reimmettendolo nel ciclo. L'olio subisce trattamenti diversi a seconda degli usi ai quali è destinato: attraverso un processo di centrifugazione vengono precipitate e separate le sostanze mucillaginose ricche di fosfatidi che vengono impiegate, grazie alle loro proprietà emulsionanti e di regolazione sulla viscosità, come additivi in prodotti alimentari e industriali. Un trattamento con acqua calda provoca nell'olio la separazione della lecitina idratata che viene, in seguito, essiccata per evaporazione sotto vuoto; l'olio può quindi essere trattato con alcali per ridurre l'acidità libera, essere decolorato e idrogenato eliminando in questo modo la concentrazione di acidi grassi insaturi, aumentandone la stabilità e il punto di rammollimento. Oltre che come condimento e nella preparazione di margarine, l'olio di s. trova impiego industrialmente nella produzione di vernici, di resine particolari, nella fabbricazione di saponi, pesticidi e simili. ║ Farina di s.: è utilizzata sia per l'alimentazione umana sia per quella del bestiame per il suo alto contenuto proteico. Per il loro valore biologico e per il basso prezzo i concentrati proteici sono usati per la preparazione di alimenti dietetici. ║ Latte di s.: simile come aspetto a quello animale, è ricavato dai granuli che vengono mantenuti, macinati e spappolati in acqua, per poi essere filtrati e conservati in condizioni asettiche. Come dal latte animale, anche da quello di s. si possono ottenere, grazie all'utilizzo di acidi e sali, dei formaggi da consumare freschi, fermentati, mediante inoculazione di Actynomucor elegans, oppure conservati. Riscaldando inoltre il latte a una temperatura appena inferiore a quella di ebollizione si ottiene in superficie un film di consistenza cremosa, detto yuba, che può essere impiegato per avvolgere carni o vegetali, oppure, una volta tagliato a pezzi o in strisce, utilizzato per preparare delle zuppe.