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Sòfia.

Capitale (1.173.811 ab.) della Bulgaria e capoluogo della provincia omonima (19.021 kmq; 930.958 ab.). È situata a 559 m s/m., nel cuore di un'ampia conca valliva compresa tra i Monti Vitoša a Sud e i Balcani a Nord, in cui scorre il fiume Iskăr. La città, in seguito al notevole incremento demografico e a un forte sviluppo industriale verificatisi nel XX sec., ha conosciuto un'espansione urbanistica notevole, divenendo un centro moderno caratterizzato da quartieri geometrici e ampi viali alberati, cresciuti intorno all'antico nucleo musulmano. A S., abitata prevalentemente da Bulgari, vivono minoranze ebree, russe, armene, zigane, turche, greche. • Econ. - La città, situata al punto di convergenza di importanti vie di traffico (quella dall'Egeo al Danubio e quella da Istanbul all'Adriatico), è un grande centro industriale in cui sono particolarmente sviluppati il settore siderurgico ed estrattivo, grazie alla vicinanza di giacimenti di lignite e ferro, quello chimico, elettronico, meccanico, alimentare, tessile, del tabacco, del legno. Da menzionare anche l'industria editoriale e tipografica, nonché il settore culturale in genere per la presenza dell'università, di varie accademie e della biblioteca Cirillo e Metodio, la più importante della Bulgaria. Un'importante voce dell'economia della città è rappresentata dal turismo, attratto dal parco nazionale del Monte Vitoša e dal patrimonio artistico di S. • St. - S. deriva dall'antica Serdica che, conquistata dai Romani nel 29 a.C., prese il nome di Ulpia Serdica, divenendo capitale della Dacia mediterranea nel IV sec., sotto Aureliano. La città, distrutta dagli Unni di Attila nel 441, fu ricostruita e fortificata da Giustiniano solo un secolo più tardi. Nell'809 fu occupata da Krum, khān dei Bulgari, e designata, nel 971, quale sede di un patriarcato greco. Retta dal 1018 dall'Impero bizantino, nel 1194 ritornò sotto il dominio bulgaro, finché venne occupata dai Turchi (1386), rimanendo, per più di quattro secoli, capitale del beilerbei delle province europee dell'Impero ottomano. Alla fine del XIV sec. la città fu chiamata Sofia, dal nome della chiesa fattavi erigere da Giustiniano. Sotto la dominazione turca S. si mantenne un piccolo centro scarsamente popolato, finché, con l'arrivo dei Russi (1879), venne scelta quale capitale del principato di Bulgaria, grazie, in particolare, alla sua posizione strategica e commerciale nell'area balcanica. Occupata durante la seconda guerra mondiale dai Russi (1944), in seguito all'instaurazione del regime socialista fu trasformata in un grande centro industriale. • Arte - Di epoca romana sono il tempio di Serapide e le terme, trasformate, nel V sec., nella chiesa di San Giorgio, il monumento più antico di S., che custodisce affreschi dei secc. XII-XIV. Da ricordare anche la chiesa bizantina di Santa Sofia (VI sec.) fatta costruire da Giustiniano nel VI sec. e convertita in moschea dai Turchi, e la necropoli cristiana (secc. IV-VI), dalle camere dipinte con motivi decorativi ellenistici e orientali. Tra le opere architettoniche turche, riveste notevole importanza la grande moschea (1474), oggi sede del Museo archeologico in cui si conservano reperti di età preistorica, tracia, greca, romana e medioevale. La cattedrale dedicata ad Alessandro Nevskij è una costruzione moderna, di ispirazione bizantino-bulgara, eretta nel 1882 in memoria dei soldati russi caduti nella guerra del 1877-78 che portò alla destituzione dell'Impero ottomano. Tale cattedrale custodisce un importante museo di icone e di arte sacra bizantina.
Sofia: la cattedrale dedicata ad Aleksandr Nevskij