Chim. - Elemento chimico del gruppo dei metalli
alcalini, di numero atomico 11, peso atomico 22,9898; simbolo:
Na. Fonde
a 97,81 °C, bolle a 881,4 °C e ha densità di 0,9712
g/cm
3. Esiste in natura sotto forma di un solo isotopo,
23Na, ma artificialmente sono stati preparati diversi isotopi
radioattivi (per esempio
22Na,
24Na). Il
s., il cui
simbolo deriva dal nome
natrium dato nel Medioevo al carbonato di
s.,
venne
isolato per la prima volta nel 1807 da H. Davy
per elettrolisi dell'idrossido fuso. Il
s. è un elemento assai
diffuso in natura (è al sesto posto nell'ordine di abbondanza, dopo
ossigeno, silicio, alluminio, ferro e calcio), costituendo complessivamente
circa il 2,6% della litosfera; anche nell'universo è relativamente
abbondante: si stila che ne esistano 4,38 atomi per ogni 100 atomi di silicio.
Il
s. non esiste comunque in natura allo stato libero, ma è
diffuso sotto forma di composti nelle acque dei mari, che lo contengono nella
percentuale di circa 1,1%, come cloruro, ioduro, solfato; come costituente di
alcuni depositi salini come cloruro (
salgemma), nitrato, carbonato;
combinato ad acidi organici nelle piante marine; negli organismi vegetali e
animali, essendo un elemento biogenetico. ║
Proprietà
fisiche: allo stato elementare il
s. si presenta come un metallo
bianco-argenteo, duttile e malleabile, splendente appena tagliato, ma che
diventa rapidamente opaco a contatto con l'aria; brucia con fiamma gialla molto
intensa generando perossido; allo stato liquido il metallo acquista la
lucentezza del mercurio. Si combina con la maggior parte dei non metalli, come
gli alogeni e lo zolfo, e anche con l'idrogeno. È dotato di
proprietà riducenti: decompone l'acqua a freddo liberando idrogeno.
Reagisce con numerosi composti alogenati e ossigenati. ║
Preparazione: il
s. può essere ottenuto per riduzione ad
alta temperatura di alcuni suoi composti con calcio, carbone o altri metalli.
Attualmente viene preparato su scala industriale attraverso il
processo
Down di elettrolisi dal cloruro fuso al quale si aggiungono, per abbassare
il punto di fusione a circa 600 °C, altri sali (cloruro di calcio e
fluoruri alcalini). L'operazione viene effettuata in una cella elettrolitica,
nella quale l'anodo è costituito da un blocco di grafite circondato da un
catodo cilindrico di acciaio. Le bolle di cloro sviluppate dall'anodo vengono
raccolte da una cappa di porcellana sovrastante l'impianto che invia il cloro
all'impianto di liquefazione. Il
s. metallico fuso liberato al catodo
galleggia sul bagno elettrolitico e, attraverso un tubo, si raccoglie in un
apposito collettore. Fra il catodo e l'anodo è interposta una rete
metallica che impedisce alle bolle di cloro sviluppate dall'anodo di raggiungere
il catodo, su cui si scarica il
s. Un tempo il
s. veniva prodotto
anche per elettrolisi dell'idrossido fuso e, in tempi ancora più lontani,
per riduzione del carbonato. Per il suo basso punto di fusione può essere
facilmente conservato e manipolato allo stato fuso. Fra i materiali comuni il
più adatto per costruire recipienti per il
s. è il ferro.
Allo stato solido va conservato fuori dal contatto con aria, in recipienti
contenenti olio di vaselina o petrolio. Sulla pelle ha azione caustica. Sopra i
120 °C può infiammarsi all'aria. ║
Proprietà
chimiche: il
s. è un elemento assai reattivo, che tende a
combinarsi con moltissimi altri elementi per portarsi alla valenza +1, che
è la sua più stabile. La reazione:
Na → Na
+ +
e
dove
e è un elettrone, ha un potenziale normale di
idrogeno di 2,714 Volt, cosa che fa del
s. uno degli elementi meno nobili
della tavola periodica. Reagisce con l'acqua anche a freddo, formando il suo
idrossido NaOH e idrogeno, secondo la reazione:
2Na + 2H
2O → 2NaOH +
H
2
L'idrogeno che si sviluppa può infiammarsi o dar luogo a forti
esplosioni. La stessa reazione avviene anche con il ghiaccio e con il vapore
acqueo. Con l'ossigeno si combina vivacemente generando quattro composti:
monossido Na
2O,
perossido Na
2O
2,
superossido NaO
2 e
ozonide NaO
3. In presenza
di aria umida si ha formazione di NaOH, che con l'anidride carbonica atmosferica
si trasforma parzialmente in
carbonato di s. secondo la
reazione:
L'ammoniaca secca e gassosa a 300-400 °C si combina con il
s. formando
sodioammide NaNH
2; a 600 °C in
presenza di coke si produce la
sodiocianammide
Na
2CN
2 e, per ulteriore aggiunta di coke, a 600 °C si
ottiene
cianuro di s. NaCN. Analogamente si combina con certi alcoli a
dare i corrispondenti alcoli sodici. Con l'idrogeno il
s. reagisce
formando un idruro NaH; nelle stesse condizioni si combina anche con gli
alogeni, dando i sali corrispondenti. Non reagisce invece con azoto, nemmeno
allo stato di vapore. ║
Composti: i composti del
s. sono
generalmente solubili in acqua, a eccezione di pochi sali insolubili che possono
essere usati a scopi analitici, come per esempio l'acetato misto di
s.,
zinco e uranile. L'
ossido di s., di formula Na
2O, ha
massa incolore, deliquescente, che reagisce violentemente con l'acqua
sviluppando l'idrossido, e con il fluoro formando il fluoruro. Si ottiene per
ossidazione moderata o per reazione fra
s. e idrossido di
s. secco
fuso, secondo la reazione:
2Na + 2NaOH → 2Na
2O +
H
2
Per ossidazione del
s. ad alta temperatura (300-400 °C) si
ottiene il
perossido di
s.: di formula
Na
2O
2, è un solido cristallino igroscopico
giallo-chiaro; si decompone per riscaldamento a 170 °C. È solubile
in acqua e, in presenza di acidi diluiti, fornisce con buone rese acqua
ossigenata H
2O
2, oltre all'idrossido NaOH. Viene impiegato
come agente sbiancante nell'industria tessile, alimentare, della cellulosa. In
presenza di anidride carbonica si trasforma in
carbonato di s., liberando
nel contempo ossigeno, secondo la reazione:
Na
2O
2 + CO
2 →
Na
2CO
3 + ½O
2
Sia allo stato fuso sia in soluzione agisce da ossidante energico. Ad
alta temperatura attacca tutti i metalli, compreso il platino. Con gli alogeni
il
s. forma i corrispondenti alogenuri: il fluoruro NaF, il cloruro NaCl,
il bromuro NaBr e lo ioduro NaI, tutti solubili in acqua. Fra questi il
più importante è il
cloruro di s. (detto anche sale comune
o sale da cucina): di formula NaCl, è un solido cristallino bianco,
inodore, incolore, con densità 2,165 e indice di rifrazione 1,5443. Fonde
a 801 °C e bolle a 1.413 °C. È facilmente solubile in acqua, ma
non igroscopico se puro. Il 60% della produzione deriva dall'evaporazione solare
delle acque marine (o di laghi salati) nelle cosiddette saline. La parte
rimanente della produzione deriva o dall'estrazione del solido da giacimenti di
salgemma o dall'estrazione come soluzione satura; in quest'ultimo caso si
introduce acqua nel sottosuolo direttamente nel deposito di sale solido e si
pompa poi all'esterno la soluzione satura ottenuta, che viene poi purificata e
sottoposta a evaporazione. Il cloruro di
s. viene impiegato
nell'alimentazione umana e animale e come prodotto industriale di partenza per
la preparazione degli altri composti del
s. Viene inoltre utilizzato
nella fabbricazione di fibre sintetiche, in particolare del rayon. Il
carbonato di s. (detto comunemente
soda o
soda Solvay)
è un sale dell'acido carbonico di formula Na
2CO
3.
La soda naturale, conosciuta anche con i nomi di
natron,
termonatrite,
trona,
urao, è di solito mescolata ad
altri sali e non è completamente solubile in acqua per la presenza di
impurità. Si tratta di una polvere bianca con peso specifico 2,533; fonde
a 851 °C e per ulteriore riscaldamento si decompone in ossido di
s.
e CO
2. In acqua è poco solubile a freddo ma ben solubile a
caldo. Ne esistono anche diverse varietà idrate con una, sette o dieci
molecole d'acqua; la comune forma commerciale è comunque anidra. La sua
preparazione costituisce uno dei primi procedimenti dell'industria chimica. Fino
al XVIII sec. l'unica fonte di produzione del carbonato furono le ceneri di
alghe e di altre piante marine, contenenti una notevole quantità di
carbonato. Nel 1791 venne impiantata la prima fabbrica per la preparazione di
carbonato che si basava sul
processo Leblanc. Il metodo consiste nel far
reagire il cloruro di
s. con acido solforico, secondo la
reazione:
2NaCl + H
2SO
4 →
Na
2SO
4 + 2HCl
Si ottiene così il solfato di
s.,
Na
2SO
3, e, come sottoprodotto, l'acido cloridrico; il
solfato ottenuto viene mescolato con calcare e coke e sottoposto ad
arrostimento. Si ha allora la reazione:
Na
2SO
4+ CaCO
3 + 2C →
Na
2CO
3 + CaS + 2CO
2
Il prodotto arrostito viene liscivato con acqua e dalla soluzione si
separa per cristallizzazione della soda idrata in cristalli. A partire dalla
seconda metà del 1800 il metodo Leblanc venne completamente abbandonato e
attualmente la quasi totalità della soda prodotta è ottenuta con
il
metodo Solvay. Introdotto nel 1864, nel metodo Solvay si parte da
cloruro di
s. e da carbonato di calcio, dai quali, secondo la
reazione:
2NaCl + CaCO
3 →
Na
2CO
3 + CaCl
2
si ottiene la soda e, come sottoprodotto, il cloruro di calcio
(CaCl
2). La soda trova diversi impieghi industriali (industria del
vetro, della carta, del sapone) e viene spesso utilizzata al posto
dell'idrossido di
s., più costoso. Viene usata anche nelle
tintorie e per la preparazione di smalti. Il
bicarbonato (o
carbonato
acido o
idrogenocarbonato)
di s., di formula
NaHCO
3, si presenta come una polvere bianca, solubile in acqua,
specialmente a caldo. Si ottiene per trattamento con anidride carbonica delle
soluzioni di carbonato di
s. Trova importanti applicazioni in diverse
industrie, tra le quali quella farmaceutica, alimentare, tessile, ceramica, del
cuoio e della carta. Il
solfato di s. è un sale dell'acido
solforico, di formula Na
2SO
4. Esiste in natura come
minerale in vari tipi di depositi salini, anidro (
thenardite) o
cristallizzato con dieci molecole di acqua (
mirabilite o
sale di
Glauber), o come solfato doppio con calcio o magnesio; si trova inoltre
disciolto nelle acque marine e di laghi salati. Si presenta come un solido
bianco, inodore, cristallino, solubile in acqua. Viene ottenuto anche per via
sintetica per riscaldamento di NaCl con acido solforico concentrato, oppure come
sottoprodotto di altri processi. Sia il tipo anidro sia il decaidrato hanno
importanti applicazioni nell'industria conciaria, della carta, del vetro, dei
detergenti. Il
solfuro di s., di formula Na
2S, è un
solido incolore, igroscopico e facilmente solubile in acqua, con la quale forma
diversi idrati. Si prepara per forte riscaldamento del solfato anidro con
carbone, secondo la reazione:
Na
2SO
4 + 2C → Na
2S +
2CO
2
Per liscivazione si ottiene in soluzione, dalla quale può essere
cristallizzato con nove molecole d'acqua Na
2S9H
2O. Questo
poi si commercia fuso (fonde a 50 °C) oppure si trasforma nella forma
anidra per riscaldamento. Viene impiegato nella fabbricazione dei coloranti allo
zolfo, nella depilazione delle pelli e nell'industria del cuoio. Puro può
essere ottenuto da
s. in amalgama con mercurio e zolfo, per sintesi
diretta. In soluzione reagisce con lo zolfo formando
polisolfuri di
s., tra i quali Na
2S
4 (tetrasolfuro) e
Na
2S
5 (pentasolfuro). L'
idrossido di s., di formula
NaOH, è noto con il nome di
soda caustica
(V.)
. ║
Usi: a differenza dei
suoi sali, che hanno una notevole diffusione, gli impieghi del
s. come
metallo sono alquanto limitati. Il
s. trova il maggiore impiego nei
reattori nucleari a fissione, dove viene usato, allo stato purissimo, come
fluido rigenerante. Viene impiegato nell'industria chimica organica per la
sintesi del piombo-tetraetile (antidetonante per le benzine dei motori a
scoppio) e nella demolizione controllata di oli animali e vegetali che generano
composti che costituiscono la materia prima per la fabbricazione dei detersivi.
È usato inoltre come disossidante per altri metalli o loro leghe; come
elemento di alligazione per le leghe antifrizione, leghe piombo-
s. e
zinco-
s.; come riducente per la produzione di metalli (titanio e
zirconio) dai loro cloruri; come agente per la rimozione dell'antimonio dal
piombo e sue leghe; come agente per la riduzione della tensione superficiale di
metalli fusi; come agente affinante del grano cristallino per leghe non ferrose.
Fra i suoi composti, gli unici che si preparano a partire dal metallo sono
l'idruro (usato in metallurgia e nell'industria chimica), il cianuro (usato
nella tempra degli acciai) e la sodioammide, oltre a vari composti organici.
• Bioch. - Nel corpo umano il
s. è presente soprattutto
nella frazione inorganica dello scheletro e dei fluidi extracellulari e svolge
un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio idro-salino, nella genesi
dei potenziali di membrana e nella regolazione della pressione osmotica
extracellulare; regola inoltre il grado di idratazione delle proteine presenti
nel plasma e quindi la viscosità del sangue. La sua distribuzione
asimmetrica (essendo abbondante nel compartimento extracellulare e scarso nel
compartimento intracellulare) è regolata da una
pompa di
membrana che espelle dalla cellula gli ioni Na
+ scambiandoli con
ioni K
+ presenti nel liquido extracellulare. Circa il 95% del
s. viene eliminato giornalmente con le urine, il restante viene espulso con
le feci e con il sudore. Il ricambio del
s. è regolato dall'azione
degli ormoni corticosurrenalici, in particolare dell'aldosterone che stimola il
riassorbimento del
s. a livello delle cellule dei tubuli renali distali,
e dall'ormone natriuretico atriale.