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Sìntesi.

(dal greco súnthesis, der. di suntíthemi: mettere insieme). Composizione di più parti o elementi diversi, finalizzata alla costituzione di un tutto unitario; si contrappone ad analisi. ║ Operazione intellettuale in cui da un insieme di fatti si raccolgono quelli principali; sinonimo di riepilogo: dimmi in s. quello che hai letto. ║ Fig. - Riunione di elementi concreti o astratti in un unico complesso: quale pensatore può essere considerato la s. del pensiero filosofico contemporaneo? • Filos. - Aristotele denominò s. quell'attività dell'intelletto che unisce pensieri nella proposizione, congiungendo un soggetto a un predicato mediante la copula e imitando, in tal modo, la reale congiunzione delle cose del mondo fisico. Nel pensiero moderno e contemporaneo il problema della relazione tra il sistema dell'essere e quello del sapere venne sostituito da uno sforzo di fondazione logica e gnoseologica del sapere indipendentemente da premesse ontologiche. In particolare, Kant individuò nella s. la caratteristica peculiare di qualunque tipo di conoscenza, intendendo per s. “l'atto di unire diverse rappresentazioni e comprendere la loro unità in un'unica conoscenza”. In relazione alle caratteristiche del materiale oggetto di s., il filosofo distinse poi: una s. pura, quando il molteplice unificato è puro; una s. empirica, quando il molteplice è di origine empirica; una s. intellettuale, che unifica il molteplice pensato; una s. figurata, che unifica il molteplice dell'intuizione sensibile. Quest'ultima rientra nella dottrina kantiana dello schematismo e coincide con la s. dell'immaginazione, considerata come “facoltà di determinare a priori la sensibilità”. Tutte le s. trascendentali a priori enumerate da Kant rappresentano le condizioni di possibilità di qualunque tipo di conoscenza che abbia il proprio fondamento nelle strutture funzionali (o categorie) della mente, deputate all'organizzazione del molteplice sensibile secondo leggi a priori. La s. a priori, in altri termine, costituisce il fondamento dell'universalità e necessità del sapere, poiché la ragione umana è legislatrice della natura. La stessa esperienza, considerata come correlato dell'attività conoscitiva, è ugualmente definita s.: “s. secondo concetti dell'oggetto dei fenomeni in generale”. Tra i filosofi contemporanei, Husserl riprese il concetto di s. servendosi di esso per illustrare la costituzione delle oggettività coscienziali. Nel pensiero idealistico postkantiano la s. coincise con il momento finale in cui l'Io, dopo aver posto l'oggetto ed essersi contrapposto ad esso, lo ricomprende in se stesso. È con questa accezione che il termine venne utilizzato da Hegel, il quale tuttavia preferì denominare il momento conclusivo della triade dialettica identità o unità. Con il Neoidealismo italiano di Croce e Gentile, s. divenne sinonimo di quel processo di posizione di tesi e antitesi e del superamento di tali posizioni in cui l'attività creatrice dello Spirito si realizza consapevolmente. • Fis. - S. armonica: operazione di composizione di moti armonici. • Elettr. - Generazione di un segnale mediante la combinazione di opportune componenti armoniche. ║ S. d'apertura: in radioastronomia, tecnica che consiste nel cercare i segnali mediante una sola coppia di antenne mobili e nell'analizzarli mediante un elaboratore in modo da ricostruire l'informazione che si sarebbe ottenuta se la superficie spazzata fosse stata ricoperta da un'unica antenna. • Telecom. - Procedimento di ricomposizione di un'immagine trasmessa eseguita nella stazione ricevente mediante un'ordinata e successiva riproduzione degli elementi in cui l'immagine è stata inizialmente scomposta per essere trasmessa. • Chir. - Riunificazione di due lembi o segmenti di un tessuto o di un organo, separati o, come in caso delle ossa, fratturati; la s. avviene chirurgicamente mediante sutura con materiali biocompatibili, o, nel caso di ossa, mediante avvitamento o inserzione di placche o di chiodi. • Bioch. - Nell'uomo e negli animali, la reazione o la sequenza di reazioni che, partendo da molecole a struttura semplice, quali glucosio o altri monosaccaridi, amminoacidi, acidi grassi, ecc., porta alla formazione di prodotti più complessi, ovvero di composti a elevato peso molecolare. Questi composti possono avere funzione strutturale, come le proteine e i grassi che compongono le membrane interne ed esterne delle cellule, o giocare un ruolo fondamentale nel metabolismo di determinate cellule come le molecole ad alto potere energetico o le sostanze a scopo funzionale e regolativo, oppure fungere più semplicemente da sostanze di deposito. Il complesso di queste reazioni biologiche di s. (biosintesi) rappresenta la parte del metabolismo relativa alla costruzione dei grandi componenti macromolecolari della cellula a partire da piccoli precursori o da molecole di basso peso molecolare. Tra i più noti processi biosintetici si ricordano: la biosintesi dei lipidi (trigliceridi, fosfogliceridi, fosfolipidi e colesterolo), la s. delle proteine e quella degli acidi nucleici. Poiché le reazioni biosintetiche danno come risultato una maggiore dimensione e complessità di struttura dei prodotti, esse richiedono energia, che viene fornita dalla rottura di molecole di ATP (adenosintrifosfato) altamente energetiche; inoltre esse devono essere catalizzate ciascuna da un enzima specifico che, riducendone l'energia di attivazione, ne rende possibile lo svolgimento in condizioni di temperatura e pressione compatibili con la vita. I precursori di queste reazioni di s. provengono a loro volta dalle macromolecole ingerite con la dieta: le proteine contenute nella carne, ad esempio, non vengono inglobate così come sono, ma degradate fino ad amminoacidi, che vengono assorbiti a livello intestinale, trasportati attraverso il circolo sanguigno ai vari distretti corporei e quindi riutilizzati dalle singole cellule per produrre altri amminoacidi oppure per formare proteine. • Gen. - S. proteica: processo di trasferimento dell'informazione da una molecola di RNA messaggero alla proteina corrispondente, la cui sequenza amminoacidica primaria è determinata dalla sequenza di basi contenute nella molecola di mRNA. Tale processo avviene nel citoplasma cellulare a livello dei ribosomi liberi e di quelli correlati al reticolo endoplasmatico (polisomi) e si realizza in modo controllato, in presenza di RNA ribosomiale, di RNA di trasferimento e, ovviamente, di amminoacidi liberi. Come tutti i processi genetici la s. proteica è regolata da svariati fattori di controllo e meccanismi di regolazione tra cui un meccanismo di feed-back negativo, ed è sensibile a inibitori chimici. • Chim. - Qualsiasi reazione o catena di reazioni mediante la quale, a partire da elementi semplici o da composti (reagenti), si ottengono altri composti generalmente più complessi (prodotti di s.). Grazie a questo tipo di reazioni non solo è possibile confermare la struttura di composti presenti in natura quando si riesce a ottenerli con reagenti a struttura nota, ma anche preparare composti nuovi dalle caratteristiche e dalle proprietà interessanti per l'uomo e per le sue attività; infine è possibile studiare nuove reazioni attraverso la s. di composti a struttura analoga. L'attuale ricerca chimica, applicata soprattutto ai processi industriali, ha infatti tra i propri obiettivi principali quello di giungere alla s. di composti nuovi, spesso inesistenti in natura, che abbiano proprietà chimiche, fisiche, o biologiche estremamente specifiche e predeterminate, e di migliorare i procedimenti chimici già noti al fine di abbattere i costi di produzione, di ottenere rese sempre maggiori, e di rendere più semplici e più veloci le operazioni di ottenimento dei prodotti. Il primo obiettivo richiede la preparazione, con metodi già noti e collaudati, di lunghe serie di composti fra loro correlati, al fine di sperimentare le proprietà di ciascuno attuando, ove sia possibile, una preselezione delle molecole di potenziale interesse, in modo da scartarne prima della sperimentazione una buona parte e quindi di condurre la s. e l'effettiva sperimentazione soltanto su alcune di esse. Nell'ambito della chimica inorganica già da molto tempo sono noti e sfruttati su scala industriale i processi di s. di prodotti quali l'acido solforico, ottenuto con il metodo di contatto, l'ammoniaca, sintetizzata a partire da idrogeno e azoto, l'acido nitrico, l'acido cloridrico e nel campo della chimica organica, la s. dell'urea, del metanolo, dell'acido acetico, nonché la produzione, in continua ascesa numerica e quantitativa, di sostanze sintetiche quali la vitamina A e B12, il cortisone, la stricnina, la morfina, la penicillina G, l'insulina, l'ormone della crescita, altri fattori di crescita. In passato, specialmente nel campo della chimica organica, i primi processi di s. non solo hanno consentito di giungere alla s. di composti di grande interesse, ma anche di chiarire la struttura molecolare e il meccanismo d'azione di molte sostanze. Il primo processo di s. organica riguardò l'urea e fu attuato nel 1828 da F. Wohler. Agli anni Ottanta del XIX sec. risale la prima industria basata sulla s. chimica, quella dei coloranti, grazie alla quale fu possibile sintetizzare sostanze quali l'indaco e i coloranti azoici. Da allora vennero presi in esame molti processi di s. parziale, che impiegavano reagenti di immediata origine naturale dotati di una struttura chimica simile a quella del prodotto che si desiderava sintetizzare, e di processi di s. totale, per i quali venivano impiegati reagenti di costituzione semplice o, raramente, di reagenti allo stato elementare (s. dagli elementi). I progressi furono costanti ma lenti, e solo dagli anni Cinquanta del XX sec. si è avuto un notevole sviluppo della s. organica. ║ S. asimmetrica: particolare processo di s. organica durante il quale, a partire da sostanze otticamente inattive, si ottiene una sostanza dotata di attività ottica. Il procedimento inizia con la s. del composto racemico dal quale si ottiene in seguito il composto otticamente attivo: questo non è altro che un composto (chirale) contenente almeno un atomo di carbonio asimmetrico e, per questo motivo, presente sotto forma di due antipodi ottici (costituenti ciascuno il 50% della miscela racema) dotati solitamente di proprietà chimiche diverse. Ipotizzando che il composto chirale sia un farmaco, è di fondamentale importanza che questo sia otticamente puro, poiché i suoi due antipodi ottici possiedono proprietà biologiche molto diverse. Un buon procedimento di s. di un composto otticamente attivo parte da un composto chirale di origine naturale oppure consiste in una reazione selettiva dei due enantiomeri realizzata mediante l'uso di catalizzatori otticamente attivi, oppure mediante reazioni enzimatiche o microbiologiche che agiscono nello stadio sintetico in cui si forma la prima chiralità. Dei due enantiomeri così ottenuti quello di configurazione non voluta deve essere allontanato utilizzando i comuni metodi di separazione degli antipodi ottici. In questo processo la prima chiralità viene usata durante la s. per indurre la giusta chiralità negli atomi di carbonio che vengono aggiunti in successione. Risulta subito chiaro però che questo metodo, prevedendo l'allontanamento della metà del prodotto di partenza in quanto dotato della configurazione non desiderata, risulta economicamente insoddisfacente. Se al posto di un composto dotato di un solo atomo asimmetrico, se ne utilizza un altro avente diversi atomi di carbonio asimmetrici, appare ovvio che solo uno dei 2n isomeri che si possono ottenere possiede le caratteristiche e le proprietà desiderate: in questi casi ogni passaggio durante il quale viene introdotto un nuovo atomo di carbonio asimmetrico deve essere controllato e regolato da un sistema di reazioni altamente stereoselettive, come per esempio le reazioni di sostituzione nucleofila bimolecolare, in grado di sfruttare la chiralità già presente nella molecola, per creare la nuova nel modo desiderato. Tale stereoselezione deve quindi essere la più precisa possibile, in modo che le rese del procedimento complessivo non si abbassino eccessivamente. ║ S. in fase solida: tecnica utilizzata per la s. chimica dei polinucleotidi e dei polipeptidi. Il procedimento si basa sull'attacco, mediante un legame covalente, della catena peptidica o nucleotidica in accrescimento a un supporto solido alloggiato in un reattore, sul quale vengono condotte in modo sequenziale le reazioni chimiche necessarie per l'addizione dei residui amminoacidici o nucleotidici successivi. Dato che il prodotto della reazione è legato al supporto solido, i reagenti in eccesso e i prodotti secondari possono essere allontanati facilmente attraverso il lavaggio del reattore. A s. terminata, il polimero ottenuto viene distaccato chimicamente dal supporto e quindi purificato. Il supporto insolubile è spesso costituito da polistirene. ║ S. chimica delle proteine o proteosintesi: processo chimico di s. ottenuto impiegando derivati attivati degli amminoacidi che vengono poi uniti sequenzialmente a peptidi legati a una fase solida. ║ S. genica: processo chimico di s. di sequenze polidesossiribonucleotidiche (di DNA) che, una volta inserite in opportuni vettori, possono essere espresse in appropriate cellule ospiti sotto forma di specifiche sequenze amminoacidiche.