(dallo spagnolo
cigarro). Rotolo di
tabacco trinciato grosso e avvolto in una o più foglie intere di tabacco,
confezionato in modo da poterlo fumare aspirando attraverso di esso l'aria.
• Encicl. -
Caratteristiche e classificazione: un
s. si
compone di tre parti: l'interno, o
ripieno, è costituito da foglie
di tabacco in pezzi più o meno grandi o da trinciato grossolano. Questo
è contenuto in un primo avvolgimento, detto
sottofascia, per il
quale si utilizzano lembi di foglie di tabacco scostolate; infine, si aggiunge
un secondo avvolgimento, detto
fascia, costituito solo da foglie di
tabacco perfette tagliate diagonalmente. Alcuni tipi di
s. non presentano
sottofascia, mentre in altri il trinciato interno è sostituito da foglie
tagliate in lunghe strisce e disposte secondo l'asse del
s. La forma dei
s. è molto varia: alcuni sono cilindrici, con sezione trasversale,
circolare o poligonale. La forma più tipica è comunque quella a
sezione longitudinale ovoidale allungata, più affusolata alle
estremità. Si denominano rispettivamente
testa e
piede
l'estremità che il fumatore mette tra le labbra e quella destinata
all'accensione. La forma cilindrica presenta di norma la testa semisferica:
fanno eccezione i
toscani italiani, il cui cilindro è piuttosto
irregolare e tende ad appuntirsi alle due estremità. La massa di un
s. è in genere compresa tra i 3 e i 10 g; nel caso in cui sia
inferiore ai 3 g, il prodotto prende il nome di
sigaretto. ║
Fabbricazione: agli inizi dell'Ottocento, all'epoca della loro prima
comparsa, i
s. venivano fabbricati manualmente, per lo più da
personale femminile. Le prime macchine per la produzione di
s. vennero
costruite intorno al 1940 e attualmente ne esistono di vari tipi. Le foglie di
tabacco vengono innanzitutto bagnate, private della costola mediana
(
scostolatura) e poi opportunamente suddivise: le migliori vengono
utilizzate per la fascia, le altre per la sottofascia e il ripieno. La fascia
(come anche la sottofascia quando è presente) viene sagomata mediante
fustellatura da un braccio mobile e successivamente trasferita su una tela,
fissata alle estremità, che si avvolge intorno a un rullo mobile. Al di
sopra della tela viene collocato il ripieno, al cui dosaggio si provvede
prelevando un volume costante del tabacco prescelto. Infine, mediante lo
spostamento del rullo mobile da un'estremità all'altra, la fascia (o la
sottofascia) viene arrotolata attorno al ripieno. I
s. vengono
confezionati in buste o in scatole di cartone o di metallo che vengono poi
cellofanate; i prodotti più pregiati, talvolta confezionati ancora a
mano, sono cellofanati a uno a uno. Il numero di pezzi presenti in ogni scatola
può variare da un minimo di due a un massimo di 20. ║
Legislazione: in accordo all'art. 46 della L. 29-12-1990, n. 428, i
s. e i sigaretti commercializzati in Italia devono esporre bene in vista
sulla confezione i pericoli derivanti dall'uso (le scritte più frequenti
sono “il fumo provoca il cancro”, “il fumo nuoce gravemente
alla salute”, ecc.); del tutto assente, invece, è l'indicazione del
contenuto in condensato e in nicotina. ║
Mercato: parallelamente
alla crescente diffusione delle sigarette, il consumo di
s. in Italia
è andato calando in modo vertiginoso nel corso del XX sec. Ne consegue
che anche il numero dei tipi di
s. fabbricati ha subito una consistente
flessione: se nei periodi di maggior consumo venivano fabbricati
s. a
foggia di Avana (Regalia, Londra, Cavour, Traboucos, ecc.),
s. superiori
(Madera, Trieste) e
s. comuni (Napoletani, Toscani, Sella), attualmente
risultano ancora in commercio i
s. Cavour e Toscani e i sigaretti Avana,
Branca e Toscanello. Le manifatture del Monopolio che sostengono la produzione
sono quelle di Cava dei Tirreni, di Lucca e di Firenze. Recentemente, per
soddisfare le richieste dei fumatori che richiedono prodotti più leggeri,
le industrie hanno immesso sul mercato
s. e sigaretti nei tipi
mild e
light. ║
S. toscano: è il più
classico
s. italiano, così detto perché nato in Toscana
intorno alla metà del XIX sec. Comprende diverse tipologie, tutte prive
di sottofascia: l'
antico Toscano originale, fabbricato a mano;
l'
antico Toscano, fabbricato a macchina, per la cui produzione si
utilizza solo tabacco Kentucky (per il ripieno quello locale, per la fascia
quello di provenienza americana); l'
extra vecchio, fabbricato a macchina,
che utilizza il tabacco Kentucky locale sia per il ripieno sia per la fascia.
Risale al 1983 l'introduzione del
Toscano Garibaldi (in onore di G.
Garibaldi, abituale fumatore di
s.) che, per soddisfare le esigenze di
una certa categoria di fumatori, viene prodotto con una qualità di
tabacco Kentucky a più basso tenore di nicotina e dal tessuto più
delicato.