(o
ségala). Bot. - Nome comune
della
Secale cereale, pianta erbacea annuale o biennale appartenente alla
famiglia Graminacee. Diffusa esclusivamente nell'emisfero boreale, in
particolare nella fascia temperata dell'Eurasia, la
s. è
coltivata, in ragione delle cariossidi da cui si ricava un'importante farina per
uso alimentare, in svariati Paesi dell'Europa centro-settentrionale e nei
territori dell'ex Unione Sovietica. La
s. appartiene infatti alla
categoria dei cereali e possiede un aspetto molto simile a quello del frumento,
dal quale tuttavia si distingue per i culmi più slanciati, le foglie
più strette e più chiare e le spighe più lunghe. Le foglie
e il culmo sono rivestiti da un abbondante strato di cera; le spighe, dotate di
asse tenace, sono lunghe, spesso curve e portano su ciascun dente una spighetta
a tre fiori, dei quali normalmente solo due sono fertili. Le glume sono corte e
le glumette aristate; la cariosside è nuda, lunga e più leggera di
quella del frumento e appuntita a un'estremità. Grazie alla sua
particolare resistenza al freddo, alla facilità di adattamento a terreni
difficili e notevolmente acidi e alla capacità di sopportare meglio del
frumento la siccità durante determinate fasi del suo sviluppo, la
s. è il cereale di gran lunga più diffuso in Asia,
nell'Europa centro-settentrionale, ove viene coltivato fino al 69° di
latitudine Nord (alla quale il frumento invece cresce con una certa
difficoltà) e, a partire da tempi più recenti, anche nell'Europa
meridionale. In Italia la coltivazione della
s. costituisce una
produzione minore rispetto a quella di altri cereali: viene praticata
soprattutto nelle zone montuose (specialmente quelle alpine tra i 1300 e i 1500
m di altitudine dove il clima impedisce la coltivazione ad esempio del frumento)
e, più in generale, su terreni poveri, alluvionali o sabbiosi, nei quali
altre colture non sarebbero sufficientemente redditizie per le difficili
condizioni. Le regioni italiane maggiori produttrici di
s. sono
attualmente Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto Adige, con preferenza per le
varietà autunnali o comuni, mentre nel resto d'Europa sono coltivate,
oltre a queste ultime, anche le varietà primaverili o marzuole. Le
tecniche di coltura e di raccolta di questo cereale sono molto simili a quelle
adottate per il frumento (cereale di maggior pregio e maggiori esigenze cui
vengono destinati i terreni migliori): tuttavia la
s. richiede una minore
quantità di fertilizzanti, benché la produzione unitaria sia
inferiore a quella del frumento, attestandosi, con possibili variazioni, intorno
ai 15 q di cariossidi per ettaro. Per questa ragione la
s. viene spesso
seminata in associazione con altre colture: talvolta con frumento, ma più
spesso con veccia da seme o, a file alternate, con carote, rape, ecc. Inoltre
viene utilizzata per la costituzione di erbai, nei quali viene falciata presto e
ripetutamente. Tra i Paesi produttori, la Russia ricopre il primo posto nel
mondo, seguita da Polonia, Germania, Cina, Stati Uniti. La
s. è
soggetta alle stesse malattie del frumento, soprattutto a quelle causate dai
funghi: la più comune è indotta dall'
Urocystis occulta o
carbone della
s., che colpisce tutta la parte aerea della pianta, altre
sono provocate da alcune ruggini
(
Puccinia), che attaccano in
prevalenza le foglie, mentre una
Tilletia, provoca la carie delle
cariossidi. ║ Da un punto di vista nutrizionale, le cariossidi di
s.
sono costituite in media dal 13% di proteine, dall'1,8% di grassi e dall'80%
di carboidrati. La farina ottenuta dalla loro macinazione, più scura di
quella del frumento e di colore grigio-giallognolo, è poco adatta alla
panificazione a causa del suo glutine: da sola o in miscela con la farina di
frumento, essa è comunque utilizzata per produrre un pane, che ha il
pregio di conservarsi fresco per lungo tempo ma il difetto di una
digeribilità minore rispetto a quello di grano puro. In Italia l'impiego
della farina di
s. è in aumento, anche se la vendita del pane
ottenuto da essa è condizionata per legge all'esplicita indicazione delle
componenti, in percentuale, della farina stessa. La
s., infine può
essere utilizzata, miscelata con orzo e altri cereali e previa fermentazione,
per la preparazione di birra e whisky (rye). La macinatura delle cariossidi di
s., infine, costituisce un ottimo alimento per il bestiame e per questa
ragione viene coltivata come pianta foraggera da erbaio assieme alla veccia, la
colza, l'avena e il trifoglio per la produzione di foraggio verde. ║
Secale montanum o
s. di monte: pianta perenne, selvatica,
diffusa dal Marocco fino al Turchestan e nel Mezzogiorno italiano; presenta
culmi bassi, con asse della spiga fragile, e reste lunghe circa come le
glumette. • Arald. - Figura che simboleggia la virtù e il
lavoro.