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Sàssari.

Città della Sardegna e capoluogo della provincia omonima; è situata a 225 m s/m., su una piana digradante verso il mare, da cui dista circa 10 km. S. è la seconda città della Sardegna per popolazione e per importanza economica, politica e culturale. 121.412 ab. CAP 07100. • Econ. - Per la sua posizione di incontro tra importanti vie di comunicazione della Sardegna settentrionale, S. è un attivo centro agricolo-commerciale e di servizi. Le poche industrie della città sono collegate all'attività agricola (oleifici, caseifici, pastifici). • St. - Piccolo borgo fino al XII sec., S. divenne un centro sempre più popoloso e commercialmente vivace per l'apporto delle popolazioni rivierasche, qui rifugiatesi per sfuggire alle aggressioni saracene e alle angherie di Genovesi e Pisani. Nel 1236, la città si costituì in Comune, ma la sua autonomia fu sempre condizionata dalle imposizioni di Pisa. Passata nel 1294 sotto i Genovesi, nel 1323 si consegnò agli Aragonesi, ma la forte pressione fiscale spagnola la indusse a più riprese, ma senza successo, alla rivolta. Occupata nel 1527 dai Francesi, dopo il ritorno degli Spagnoli vide fortemente diminuite le proprie libertà. Subì più volte le scorrerie dei Saraceni, a difesa dai quali furono costruite le torri dell'Asinara, Pelosa, Isola Piana. Ancora oppressa dalla condizione feudale durante il Regno sabaudo, nel 1796 S. aderì al tentativo antifeudale di G.M. Angioj, ma l'abolizione dei feudi fu ottenuta solo sotto Carlo Alberto nel 1835. Durante la seconda metà del XIX sec. si assistette a un particolare sviluppo delle attività agricole (olio, vino) e pastorali che favorì il commercio e la nascita di alcune industrie. • Arte - Il patrimonio monumentale della città è stato in gran parte cancellato nell'Ottocento, con la demolizione delle mura e torri medioevali e del castello aragonese. Nella stessa epoca furono iniziate le cosiddette Appendici, che avrebbero costituito il cuore della città borghese. Il monumento più interessante è il duomo, originario del XIII sec., con facciata barocca. Da ricordare le chiese di Santa Maria di Betlemme (facciata del XIII sec.) e di Sant'Agostino (XVI sec.) e la fontana Rosello (1606). II Museo nazionale G.A. Sanna comprende una pinacoteca, una sezione archeologica e una etnografica. La biblioteca universitaria, fondata tra il 1558 e il 1562, possiede ora circa 250.000 volumi (tra cui un'importante collezione di opere riguardanti la Sardegna) e oltre 1.200 manoscritti. ║ Provincia di S. (7.520 kmq; 460.006 ab.): la più vasta provincia della Sardegna e dell'Italia, è formata dalle regioni di Logudoro, Anglona e Gallura, e da alcune delle maggiori isole adiacenti alla Sardegna, come l'Asinara, la Maddalena e Caprera. Il territorio è prevalentemente montuoso, tranne che per la zona pianeggiante corrispondente al basso corso del Mannu. Fortemente colpita dal fenomeno migratorio fino agli anni Sessanta, nel decennio 1981-91, la provincia di S. ha fatto registrare, unica della Sardegna, un saldo migratorio positivo, dovuto all'incremento del turismo sulla costa orientale, e in particolare modo sulla Costa Smeralda, dove dalla metà degli anni Novanta si è concentrato oltre il 50% delle presenze turistiche dell'isola. Il processo di industrializzazione tentato negli anni Sessanta ha portato alla realizzazione del complesso petrolchimico di Porto Torres, in seguito entrato in crisi come il resto della grande industria in Sardegna. Da segnalare invece la tenuta e, in qualche caso, la vivacità di industrie basate su risorse locali, come quella del sughero in Gallura, quella più recente del granito e, nella zona occidentale, quella casearia. Centri principali: Alghero, Porto Torres, Tempio Pausania, Olbia, Ozieri.