Calzatura leggera, da uomo e da donna, senza
tacco, costituita da una suola legata al piede da strisce o fasce di cuoio,
pelle o altro materiale e di varia forma, che lasciano liberi le dita e il
tallone. • St. - Calzatura di origine antica, fu molto diffusa presso i
popoli orientali (Egizi, Assiri, Babilonesi, Arabi, Persiani), presso i Greci
(soprattutto fra le donne) e i Romani; questi ultimi, in particolare,
indossavano i
s. in casa, mentre fuori casa portavano i calcei. In epoca
medioevale i
s. vennero considerati per lo più una calzatura
popolare, mentre all'epoca del Direttorio, ornati di pietre preziose, furono
considerati una calzatura femminile molto elegante. Attualmente i
s.
rappresentano una tipica calzatura estiva, sia nelle forme più elaborate
e costose sia nelle forme più semplici (ordinariamente utilizzate, queste
ultime, anche dai religiosi, specialmente dai frati francescani e cappuccini).
La diffusione dei
s. non è limitata all'Europa, ma riguarda anche
parte dell'Africa arida, dell'India, dell'Arabia, della Cina, della regione
andina e di qualche gruppo aruaco e gè; nelle Americhe il mocassino
rappresenta un'evoluzione del
s. • Lit. - Calzatura bassa, a forma
di pantofola, con la suola di cuoio e la parte superiore di seta, che veniva
indossata dai vescovi e dai prelati nel corso di funzioni pontificali; il colore
varia in relazione a quello del paramento. Dal 1968 l'uso dei
s. non
è più obbligatorio e tende anzi a scomparire; essi hanno infatti
una funzione essenzialmente decorativa, in contrasto con la semplicità
dei nuovi riti.
Antico sandalo romano (part. della statua di Marte)