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Sàbratha.

Città dell'antica Tripolitania, posta sulla costa mediterranea 70 km a Ovest dell'odierna Tripoli. Fondata nel X sec. a.C., fu uno dei maggiori empori fenicio-cartaginesi con Oea (od. Tripoli) e Leptis Magna. Dopo le guerre puniche, quel tratto costiero passò al Regno di Numidia che, nel 46 a.C., fu a sua volta incorporato alla provincia romana d'Africa. La città fu dapprima una civitas foederata, poi un municipio e infine (nel II sec. d.C.) una colonia. S. godette di grande prosperità già sotto Augusto, ma visse il suo culmine durante i principati degli Antonini e dei Severi, grazie all'espandersi delle sue attività commerciali, assai intense anche con la stessa Roma. La città fu anche luogo di sintesi culturale tra la romanità, il Vicino Oriente romanizzato e l'Egitto ellenistico. La decadenza cominciò nel IV sec. e si aggravò nel V sec. con la distruzione e il saccheggio da parte dei Vandali. Dopo una breve rinascita sotto la dominazione bizantina (ma le mura contenevano solo una parte della città più antica), S. fu distrutta dagli Arabi nel 643 e definitivamente abbandonata. • Arte - Gli scavi che riportarono alla luce la città iniziarono nel 1923, ad opera di archeologi italiani. Essi evidenziarono zone con tracciato urbano irregolare e sinuoso di sicura ascendenza fenicia, mentre il quartiere del foro, incluso nella cerchia di mura romane e poi in quella bizantina, presentava il caratteristico impianto ortogonale. Sul foro si affacciavano i templi di Giove Ammone, con l'antistante tribuna degli oratori, di Serapide e di Liber Pater; sul lato Nord si trovano i resti della curia e a Sud quelli della basilica giudiziaria, poi trasformata in chiesa cristiana. L'edificio più importante è però il teatro, il più grande di tutta l'Africa romana, la cui costruzione risale ai secc. II-III d.C. Esso ha conservato il fronte di scena a tre ordini di colonne policrome sovrapposte, dietro alle quali si aprono tre grandi absidi; i capitelli di colonne e lesene sono decorati riccamente a cespi d'acanto, maschere tragiche e teste di leone. L'ampia cavea, orientata a Nord per proteggere gli spettatori dai venti caldi del deserto, era coronata da un colonnato e poggiava su due ambulacri, uno interno ed uno esterno. Nel settore bizantino della città, inoltre, sono stati rinvenuti case private con pitture e mosaici di pregio, quattro edifici termali e diverse basiliche cristiane; nella navata centrale di una di esse si conserva uno dei più bei mosaici di epoca giustinianea. Poco distante, oltre la cinta muraria romana, si estendeva la necropoli. Sculture, suppellettili e mosaici di epoca punica, romana e cristiana provenienti dagli scavi sono raccolti nel museo locale di S.