(dal latino
sabŭla). Sedimento
incoerente derivato dalla frantumazione e dalla degradazione di minerali e di
rocce sedimentarie clastiche di varia natura. Tale sedimento è costituito
da piccoli frammenti, detti granuli, di dimensioni comprese tra 0,05 e 2 mm. Se
i granuli hanno dimensioni inferiori a quelle indicate, il sedimento viene
detto
limo, se invece sono maggiori si parla di
ghiaietto. ║
Banco di s.: V. BANCO. ║
Bagno di
s.: in terapia, sinonimo di
sabbiatura
(V.). ║
Bagno di s.: nell'industria
metallurgica, contenitore metallico atto a essere riempito di
s. dopo
l'introduzione di un pezzo da sottoporre a trattamento termico. Il contenitore
viene posto nel forno in modo che il pezzo subisca il corrispondente
trattamento, solitamente di ricottura, fuori del condotto dell'aria, con scarsa
ossidazione superficiale. ║
Color s.: colore simile a quello della
s. gialla, tra il grigio e il miele. ║
S. mobili: aree di
terreno ricoperte da strati più o meno spessi di
s. impregnate
d'acqua e caratterizzate da una minima capacità portante; ciò
è dovuto al fatto che l'acqua, impregnando i sedimenti incoerenti di cui
la
s. è formata, annulla l'attrito fra i singoli granuli. Le
s. mobili si formano generalmente nelle zone in cui esiste un flusso
d'acqua dal basso verso l'alto, flusso che può anche essere molto debole
se la
s. è fine; esse si formano più facilmente nelle
bassure topografiche delle aree tropicali, nelle quali il pelo libero della
falda freatica coincide o risulta molto prossimo al piano campagna (zone
palustri, letti fluviali abbandonati, ecc.). In relazione alle fluttuazioni
della superficie freatica le
s. mobili possono essere permanenti o
stagionali. ║ Fig. -
S. mobili: situazione molto critica o grave,
dalla quale è difficile uscire. ║ In molte locuzioni figurate il
termine viene utilizzato per esprimere l'idea di cose o azioni prive di solidi
presupposti e quindi destinate a non durare nel tempo:
costruire sulla
s., fare castelli di s. • Mineral. -
S. scorrevole:
s. molto fine che si trova in alcuni orizzonti geologici; con un moto di
scorrimento affine a quello dell'acqua essa può causare difficoltà
nell'estrazione mineraria durante le operazioni di approfondimento dei pozzi che
possono invadere nel caso di un difetto del rivestimento o dello scavo. •
Meteor. -
Muro di s. o
di polvere: parte frontale di una tempesta
di
s. o di polvere che avanza in modo più o meno rapido sotto
forma di muraglia. ║
Tempesta di s.: perturbazione dovuta a venti
forti e turbolenti, come il
ghibli del deserto del Sahara, il
simun, l'
harmattan che, soffiando con una componente verticale,
sono in grado di sollevare da terra considerevoli quantità di
s. o
di polvere trasportandola anche molto lontano. • Bot. -
S.
corallina: tipico sedimento marino che si forma in Bretagna e in Irlanda in
corrispondenza dei piccoli estuari. È composto da resti di alghe calcaree
(litotamni). ║
S. o
polvere cristallina: complesso di minuti
cristalli di ossalato di calcio ammassati in alcuni tipi di cellule vegetali
(per esempio in quelle del parenchima delle foglie di belladonna, dove sono
sparse tra le cellule clorofillifere). • Patol. -
S. biliare:
materiale patologico di aspetto sabbioso, solitamente formato da colesterina,
che si accumula nella cistifellea sotto forma di minuscoli calcoli. Può
provocare coliche epatiche. ║
S. cerebrale o
pineale:
concrezione calcarea intracitoplasmatica caratteristica delle cellule
dell'epifisi. Si riscontra in individui di tarda età. ║
S.
renale: V. RENELLA. • Veter. -
Coliche da s.: disturbi digestivi degli equini dovuti all'ingestione di
vegetali ricoperti di una
s. fine, di acqua sabbiosa o di alimenti
depositati su un terreno sabbioso. • Artig. -
Punto s.: forma di
ricamo con punti radi eseguiti in ogni direzione, utilizzato per riempire un
motivo contornato a punto cordoncino o a punto erba oppure per riempire il
fondo, dando così rilievo al contorno del disegno. • Geol. - La
composizione delle
s. varia significativamente a seconda della
localizzazione, del clima, della composizione litologica, del rilievo,
dell'ambiente tettonico della zona da cui il sedimento proviene, ma anche a
seconda del processo di trasporto, di selezione e di maturità. La maggior
parte delle
s. è costituita da un'alta percentuale di quarzo, un
minerale che per la sua durezza e la sua scarsa alterabilità resiste bene
al disfacimento. Anche i feldspati e le miche sono minerali generalmente
abbondanti. A seconda dei minerali che si accompagnano al quarzo, le
s.
si distinguono in: quarzose, feldspatiche, micacee, glauconitiche, granatifere,
aurifere, platinifere, diamantifere, monazitiche, magnetitiche, titanifere,
ferrifere. Se contengono ossidi di ferro, che le rendono rossastre, sono dette
ferruginose, se invece contengono bitume, che conferisce loro una
colorazione nerastra, sono dette bituminose. Se i frammenti di cui sono composte
hanno una composizione carbonatica, si parla di
s. carbonatiche, se
invece i granuli originano da frammenti proiettati durante un'eruzione vulcanica
si parla di
s. vulcaniche. Dal punto di vista della dimensione dei
granuli, le
s. vengono suddivise in cinque classi: molto grossolane (2-1
mm), grossolane (1-0,5 mm), medie (0,5-0,25 mm), fini (0,25-0,125 mm), molto
fini (0,125-0,062). Se all'interno della
s. sono presenti in una
quantità percentualmente rilevante altre frazioni granulometriche di
dimensioni maggiori o minori, si parla rispettivamente di
s. ghiaiose o
di
s. siltose, argillose o pelitiche (contenenti una frazione
granulometrica più fine costituita da silt
e argilla).
L'arrotondamento dei granuli, dovuto all'usura subita dalle particelle durante
il trasporto, è di solito un processo molto lento ed è tanto
più accentuato quanto maggiore è il numero di cicli sedimentari a
cui la
s. è andata incontro. A seconda delle caratteristiche
superficiali dei granuli (analizzabili al microscopio elettronico o al
microscopio a luce riflessa) si distinguono tre tipi di superfici:
smerigliate, che generalmente rappresentano il risultato dell'abrasione
eolica;
lucenti, tipiche dell'ambiente di spiaggia, la cui lucentezza
è dovuta allo strofinio dei granuli nell'acqua;
opache,
caratteristiche degli ambienti fluviali e marini poco profondi, che
rappresentano il risultato di una forte azione abrasiva che ha causato minuscole
fratture e irregolarità angolose. Infine, a seconda dell'ambiente
sedimentario, continentale o marino in cui sono presenti, si distinguono:
s.
alluvionali, lacustri, fluviali, glaciali, desertiche, marine, eoliche,
moreniche, ecc. • Tecn. - Data la sua abbondanza e le sue diverse
caratteristiche la
s. viene impiegata nella tecnica delle costruzioni
civili come componente di malte idrauliche o aeree e di calcestruzzi. Le
s. utilizzate in questo settore devono avere precisi requisiti: devono
essere di natura calcarea o silicea, povere di mica o di altri cristalli,
private di sostanze ferrose mediante lavatura; devono essere inoltre asciutte,
ruvide al tatto e devono possedere anche una granulometria diversa a seconda
degli usi ai quali sono destinate. Per avere le caratteristiche adeguate la
s. deve essere di cava o di fiume; solo raramente viene utilizzata la
s. marina, dopo un preventivo e accurato lavaggio con acqua dolce. La
classificazione più comunemente adottata prevede i seguenti tipi di
s.:
s. molto grossa, utilizzata per i calcestruzzi e costituita da
granuli con diametro compreso fra 7 e 1 mm;
s. grossa, impiegata per
produrre
malte, con granuli di 1-0,5 mm;
s. di media grossezza,
per intonaci con granuli di 0,5-0,2 mm di diametro;
s. da lisciare, con
granuli di 0,2-0,1 mm;
s. finissima, con granuli di 0,1-0,02 mm. Viene
chiamata
s. normale, anch'essa impiegata per la preparazione di malte
cementizie e di calcestruzzi, una particolare
s. ottenuta mediante
setacciatura; essa deve attraversare setacci con maglie di 2 mm, ma essere
trattenuta da setacci con maglie da 0,075 mm. ║ Nell'industria
metallurgica viene utilizzata, nella preparazione delle forme, la cosiddetta
s. di fonderia; essa deve essere plastica e coesiva allo scopo di fornire
un'impronta precisa e durevole, deve essere refrattaria per sopportare il
contatto con il metallo fuso senza decomporsi o deformarsi, porosa e permeabile
per permettere ai gas che si formano durante la colata di evacuare facilmente
attraverso la massa della forma
. La
s. di fonderia si ottiene per
miscelazione di varie
s. naturali, i cui principali componenti sono la
silice (80%), l'argilla (10-15%) e impurità diverse come ossidi,
carbonati e silicati; solo raramente viene estratta dalle cave. Solitamente
è possibile reimpiegare una parte della
s. già utilizzata
(
s. di recupero) mescolandola con
s. fresca dopo macinazione,
setacciatura, scassettamento. La
s. di fonderia può essere
utilizzata direttamente allo stato grezzo, umido (
s. verde) oppure, dopo
essiccamento in stufa, per riscaldamento della forma a circa 400 °C per
diverse ore (
s. cotta). ║ Nell'industria del vetro vengono
utilizzate
s. costituite quasi esclusivamente di quarzo e molto pure. Ai
fini della destinazione risulta fondamentale il tenore di ossido di ferro: per
il vetro destinato all'industria ottica esso deve essere inferiore allo 0,01%,
per quello impiegato a scopi artistici deve invece essere inferiore a 0,02%,
mentre per quello destinato alle lavorazioni industriali deve risultare
inferiore allo 0,1%. ║ Nella lavorazione della ceramica la
s. viene
impiegata come materiale smagrante dei minerali argillosi, impedendo l'eccessivo
ritiro e innalzando la resistenza al fuoco.