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Swàziland.

Stato (17.364 kmq; 952.000 ab.) dell'Africa australe. È circondato quasi esclusivamente dal territorio del Sudafrica, in particolare dalle regioni del Transvaal Orientale e del KwaZulu-Natal; solo un breve tratto, a Nord-Est, confina con il Mozambico. Capitale amministrativa e giudiziaria: Mbabane. Capitale reale e legislativa: Lobamba. Città principali: Manzini e Matsapa. Ordinamento: Monarchia costituzionale. Il re e capo dello Stato detiene i poteri legislativo ed esecutivo, che esercita tramite un Consiglio dei ministri da lui stesso nominato e presieduto da un primo ministro. Un'Assemblea nazionale, formata da 65 deputati, e il Senato, costituito da 30 membri, svolgono funzioni consultive. Non esistono partiti politici. Moneta: lilangeni. Lingue ufficiali: siSwati e inglese. Religione: in maggioranza anglicana; il 40% pratica culti animisti.

GEOGRAFIA

Morfologia : lo S. è situato in corrispondenza di una parte dell'ampia regione tabulare dell'Africa meridionale. Procedendo da Nord-Ovest verso Sud-Est, nel suo territorio è possibile individuare tre principali fasce morfologiche di altitudine decrescente: l'altopiano dell'Highveld, che costituisce una continuazione dei Monti Draghi e presenta rilievi che si aggirano intorno ai 1.200 m; le colline del Middleveld, inframmezzate da brevi ripiani, con altitudine media di 700 m circa; il bassopiano del Lowveld, delimitato a Est dai Monti Ubombo e di altezza media non superiore ai 300 m. ║ Idrografia: lo S. è attraversato da brevi corsi d'acqua, che hanno origine nel Transvaal e terminano il loro corso nell'Oceano Indiano. I fiumi più importanti sono il Komati, l'Usutu e l'Umbuluzi. ║ Clima: il clima, temperato a Ovest, diventa di tipo subtropicale a Est. Durante la stagione estiva le precipitazioni interessano l'intero territorio ma, procedendo da Ovest verso Est, diminuiscono progressivamente da oltre 1.500 mm annui nell'Highveld a meno di 500 mm annui nel Lowveld.

ECONOMIA

Agricoltura: la fertilità del terreno, in particolare nella fascia collinare del Middleveld, ha consentito un intenso sviluppo dell'attività agricola che impiega la grande maggioranza della popolazione attiva (64%) e contribuisce per oltre un quinto alla formazione del prodotto interno lordo. Tra gli Swazi, che assegnano le terre di proprietà comune ai loro capi, le colture maggiormente diffuse sono quelle destinate a ricoprire il fabbisogno alimentare interno: sorgo, mais, miglio, tuberi, riso. Gli Europei controllano invece la produzione delle colture commerciali destinate all'esportazione, quali la canna da zucchero e gli agrumi, entrambi forniti in discrete quantità. ║ Allevamento: l'allevamento (bovino, caprino e ovino) ha a disposizione, tra prati e pascoli permanenti, il 67,7% circa della superficie totale del Paese. Tuttavia, costituisce un settore economico di importanza secondaria. ║ Industria: l'attività industriale dello S., sviluppatasi per iniziativa di imprenditori sudafricani, è attualmente più fiorente di quella della maggior parte degli altri Paesi africani e contribuisce per un terzo alla formazione del prodotto interno lordo. Gli stabilimenti industriali sono concentrati prevalentemente a Matsapa, Manzini e Nhlangano e, oltre a trattare le materie prime provenienti dalle attività agricole del Paese, producono tessili, cemento, macchine agricole e materiale elettrico. Le foreste, che ricoprono il 60% della superficie totale, forniscono invece la materia prima per la fabbricazione della pasta di legno, che costituisce la principale merce di esportazione dello S. Le industrie minerarie, che rivestono attualmente un ruolo minore che in passato, estraggono principalmente amianto a Bulembu e Havelock, carbone a Mpaka e Maloma, diamanti e minerali di ferro. Impianti idroelettrici e centrali termiche alimentate con il carbone localmente estratto provvedono alla copertura di una parte modesta del fabbisogno di elettricità. ║ Commercio e comunicazioni: lo S. commercia principalmente con il Sudafrica e con la Gran Bretagna. Il primo posto tra le importazioni figurano macchinari, minerali, alimentari e prodotti chimici; le esportazioni riguardano invece zucchero, legname e derivati, alimentari, amianto, carbone e diamanti. La bilancia commerciale del Paese è in forte deficit; l'afflusso di valuta estera è comunque garantito, almeno in parte, dai turisti provenienti dal Sudafrica. Lo S. è servito da una rete ferroviaria che collega la capitale con il porto di Maputo in Mozambico, con il Sudafrica e, quindi, i porti di Richard's Bay e di Durban, dal quale il Paese esporta tutto il suo zucchero.

STORIA

Gruppi Swazi appartenenti alla famiglia degli Nguni e provenienti dalla costa africana sud-orientale migrarono nel corso del XVII sec. nei territori corrispondenti all'attuale S. A partire dal 1820, sospinti dall'avanzata degli Zulu, gli Swazi si spostarono nelle zone di montagna, dove diedero vita a un Regno autonomo capeggiato da Sobhuza I (1815-36). Il successore di quest'ultimo, Mswati (1836-68), portò il Regno al suo massimo splendore e lo dotò di un esercito permanente. In seguito ampi territori coltivabili del Regno furono espropriati dai colonizzatori bianchi, in massima parte contadini boeri. Gli Swazi passarono sotto il protettorato del Transvaal e, quindi, a partire dal 1903, sotto quello della Gran Bretagna, che permise loro di conservare il sistema tradizionale di governo. Quest'ultimo prevedeva l'attribuzione dei poteri assoluti al sovrano ("il leone") e a sua madre ("l'elefantessa") e l'istituzione di un consiglio e di un'assemblea generale della tribù con funzioni consultive. L'amministrazione del Regno fu invece affidata all'alto commissario per il Sudafrica (1906). Nel 1921 salì al trono Sobhuza II, che cercò di riconquistare le terre espropriate e le cospicue risorse minerarie dello S.; nello stesso tempo il sovrano impedì che il suo Paese, ormai del tutto dipendente dal Sudafrica per quanto concerneva le questioni economiche, venisse inglobato nell'Unione Sudafricana. La dinastia regnante riuscì comunque a conservare un ruolo di preminenza, anche dopo gli sforzi compiuti dal Governo britannico per indebolirne il potere; nel 1960 lo S. fu dotato di un proprio Consiglio legislativo, mentre nel 1967 ottenne l'autonomia governativa interna e una Costituzione che prevedeva un Senato di nomina regia e una Camera elettiva. Così nel 1967, nonostante le proteste delle forze di opposizione, il partito della corte, l'Imbokodvo National Movement, si assicurò la totalità dei seggi della Camera. Il 6 settembre 1968 lo S. si vide riconoscere l'indipendenza nell'ambito del Commonwealth sotto il nome di Ngwane; nel contempo, soprattutto in seguito alla stipulazione di un accordo doganale con il Sudafrica, crebbe la sua dipendenza economica nei confronti di quest'ultimo. L'intolleranza verso qualsiasi dissenso, così come le ripercussioni negative create all'interno del Paese dalla difficile situazione in cui verteva l'intera Africa meridionale (scossa dalla guerra di liberazione in Mozambico e dalla lotta contro il regime segregazionista sudafricano), portarono Sobhuza II a sospendere la Costituzione, sciogliere i partiti politici e dichiarare la stato di emergenza (1973). Avendo assunto i pieni poteri con l'aiuto dell'esercito di Pretoria, Sobhuza decretò l'avvicinamento del Paese a quest'ultima, vietando ai movimenti antirazzisti sudafricani di utilizzare i suoi territori. Il sovrano giunse persino a sottoscrivere, nel 1982, un patto di non aggressione e reciproca assistenza con il Sudafrica, che fu tenuto nascosto fino al 1984. L'assolutismo e l'alleanza con il Sudafrica non furono accolti di buon grado: al contrario, suscitarono la violenta reazione degli studenti (1977). Nel 1978 Sobhuza accettò una nuova Costituzione che riuniva nella sua persona tutti i poteri, continuando comunque a governare in maniera sempre più dispotica. Con la sua morte (1982) ebbe inizio una lunga lotta per il potere che oppose tra di loro i membri del clan reale dei Dlamini, protraendosi anche dopo l'ascesa al trono dell'erede legittimo, il principe Makhosetive, che, alla maggiore età, venne incoronato con il nome dinastico di Mswati III (1986). Adducendo il pretesto della salvaguardia delle istituzioni avite del popolo Swazi, il sovrano e la sua corte in un primo momento si rifiutarono di intraprendere qualsiasi iniziativa volta alla maggiore democratizzazione delle forme statali. I ripetuti scioperi e le manifestazioni di protesta, intensificatisi a partire dal 1989, non valsero a modificare questa situazione: i partiti politici rimasero infatti fuori legge e fu conservato il sistema indiretto di elezione del Parlamento, basato su collegi ristretti, costituiti dai tradizionali consigli locali. I sommovimenti a favore della democratizzazione culminarono nello sciopero generale del 1996, il cui esito positivo costrinse Mswati III a promettere, nel marzo successivo, la concessione di una nuova Costituzione. Il sovrano riuscì comunque ad accrescere l'autonomia dello S. dal regime razzista di Pretoria, cercando di instaurare un rapporto stabile con gli altri Paesi dell'Africa nera. Le elezioni del 1996 portarono alla nomina a primo ministro di Sibusivo Barnabas Dlamini. Nel 1998 il re avviò un programma finalizzato alla "conservazione dell'ambiente" con la partecipazione del settore pubblico e privato. Nel 2000 furono ingenti i danni causati dal passaggio di due cicloni, Eline e Gloria. Nel giugno 2001 alcuni gruppi riuniti in associazione presentarono, senza risultato, una petizione al re Mswati III, chiedendo l'abolizione del decreto del 12 aprile 1973 con il quale erano state messe al bando le formazioni politiche. Nel luglio dello stesso anno Amnesty International inserì lo S. tra i Paesi che maggiormente violavano i diritti umani fondamentali: ai cittadini non era infatti riconosciuto il diritto di associazione, di assemblea, di espressione e i dipendenti pubblici erano stati minacciati di licenziamento in caso di partecipazione a scioperi.

POPOLAZIONE

La popolazione dello S. è costituita prevalentemente dalle etnie bantu degli Swazi, detentori della maggior parte dei terreni coltivabili, e degli Zulu; sono inoltre presenti minoranze di Europei, meticci e immigrati asiatici. La maggiore concentrazione demografica si registra nelle zone del Middleveld, più adatte all'agricoltura. In seguito alla vertiginosa crescita demografica verificatasi nella seconda metà del XX sec., gli abitanti dello S. si raddoppiarono tra la fine della seconda guerra mondiale e l'anno del conseguimento dell'indipendenza (1968), e si quadruplicarono tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Novanta. Ancora elevato rimane il tasso di analfabetismo, che ammonta a circa il 33%.