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Superbo.

(dal latino superbus, der. di super: sopra). Pieno di superbia, che esterna superbia; detto solitamente di chi, essendo convinto della propria reale o presunta superiorità sugli altri, tratta in maniera arrogante e sprezzante. ║ Di comportamento esteriore (atteggiamenti, gesti, espressioni), non necessariamente implicante un reale sentimento di superbia: tenne per tutta la serata un contegno s. ║ In senso attenuato, altero, contegnoso, freddo, riservato, severo: la madre apparve s. al figlio. ║ Per estens. - Con valore positivo, di atto, atteggiamento o espressione rivelatori di coraggiosa fierezza: avanzava con passo s. ║ In senso positivo, di chi si compiace di qualcosa o prova un sentimento di soddisfazione e orgoglio per qualcosa: va s. di suo figlio. ║ Per estens. - Di un animale che nel portamento tronfio, vanitoso, pettoruto o sostenuto sembra mostrare altezzosità: il pavone s. passeggiava per l'aia. ║ Per estens. - Di ciò che colpisce per altezza, slancio verticale e imponenza; altissimo, eccelso, grandioso, erto, ripido, ritto: cima alta e s. ║ Che spicca per maestria, per bravura: ha recitato in modo s. ║ Di ciò che si impone per imponenza e solennità d'aspetto: una cattedrale s. ║ Con tono di enfasi e ammirazione, di persone, parti del corpo e animali, bellissimo, splendido, magnifico: uno spettacolo veramente s. • St. - La Superba: epiteto che fu attribuito alla città di Genova per la grandiosità e nobiltà della sua storia.