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Super-Io.

In psicoanalisi, con l'Io e l'Es, una delle tre istanze psichiche che costituiscono la personalità, descritte per la prima volta da S. Freud (V. FREUD, SIGMUND e PSICOANALISI). Si colloca a livello inconscio e consiste in una forza inibitrice, che presiede alla nascita di una struttura morale e all'autocensura, in quanto limita e rimuove gli impulsi aggressivi mediante l'azione del senso di colpa. Il termine, coniato da Freud, indica da un lato l'origine sovrapersonale di tale istanza psichica (risultato della millenaria evoluzione culturale dell'umanità, i cui effetti sfuggono in massima parte alla coscienza del singolo) e dall'altro la pressione che essa esercita sulla persona, reprimendo gli istinti aggressivi e impedendo il loro affiorare alla coscienza. In tal modo l'Io, cioè la personalità cosciente, si trova a dover operare tra due forze opposte che agiscono entrambe a livello inconscio: l'Es (la forza delle passioni e degli istinti) e il S. (che alle passioni contrappone inibizioni inconsce e il bisogno di punizione). Secondo Freud, il S. consiste in una modificazione inconscia dell'Io, che si verifica a partire dalla soluzione del complesso edipico, quando il bambino, introiettando e interiorizzando i divieti e le esigenze parentali, rinuncia alle proprie pulsioni edipiche e assimila le esigenze sociali e culturali dei genitori (o delle figure di riferimento) per identificarsi con essi e non rischiare di perderne l'amore. L'origine prevalentemente edipica del S., definito appunto da Freud come "l'erede del complesso di Edipo", è stata confutata dai suoi stessi allievi, che hanno invece dimostrato la precocità dell'insorgere, nel bambino, di istanze superegoiche.