Voto, espressione della propria
volontà, con particolare riferimento alla partecipazione dei cittadini
alle elezioni dei propri rappresentanti negli organi legislativi e
amministrativi. ║ Voto favorevole, approvazione:
l'opposizione
negò il proprio s. al disegno di legge. • Dir. - È
possibile distinguere diversi tipi di
s., che si configurano come
altrettanti tipi di sistema elettorale: il
s. universale prevede il
diritto di partecipare all'elezione dei rappresentanti politici a tutti i
cittadini, che abbiano superato un limite d'età stabilito dalla
legislazione, fatti salvi casi di esclusione sulla base di incapacità
legale o indegnità morale. Il
s. ristretto consente la
partecipazione al voto soltanto ai cittadini in possesso di determinati
requisiti che possono essere politici, culturali, di censo, religiosi. Il
s. diretto permette ai cittadini di eleggere direttamente gli organi
rappresentativi. Con il
s. indiretto, invece, i cittadini designano un
corpo elettorale ristretto (grandi elettori), cui viene affidata l'elezione di
determinati organi rappresentativi. Il
s. può essere inoltre a
base territoriale, quando il criterio di rappresentanza degli interessi degli
elettori è definito sulla sola base dei collegi territoriali, oppure a
base funzionale o corporativa, quando si stabiliscono dei criteri di
rappresentanza legati alla condizione socio-professionale degli elettori.
• St. - Per gli antichi Romani il diritto di
s. consisteva nel
diritto di voto nei comizi; tale diritto, riconosciuto dapprima solo ai patrizi,
fu progressivamente esteso anche ai plebei. Presupposto indispensabile per
partecipare al voto era, comunque, quello di trovarsi a Roma nel giorno dei
comizi; a questa condizione il diritto di
s., in un primo tempo riservato
ai Latini, fu successivamente esteso agli Italici. Dopo la caduta delle
istituzioni romane, il termine
s. ritornerà a essere utilizzato
nella sua accezione di voto soltanto con l'affermarsi, in questi ultimi secoli,
di regimi politici rappresentativi. La progressiva affermazione della democrazia
e l'allargamento del
s. si possono considerare due aspetti di un unico
processo. Il cammino verso l'acquisizione del
s. universale ha conosciuto
traguardi intermedi, come il passaggio dal
s. basato sul censo a quello
basato sul possesso di requisiti di ordine intellettuale, come
l'alfabetizzazione. Una prima forma di
s. universale, limitato, tuttavia,
alla popolazione di sesso maschile, fu ottenuta in Francia, nel 1848. Nel XX
sec. il
s. universale, esteso anche alle donne, è divenuto
progressivamente realtà nella maggior parte degli Stati. In Italia il
primo passo fondamentale verso l'introduzione del
s. universale si ebbe
con la riforma promossa da G. Giolitti nel 1912, con la quale fu concesso il
diritto di voto a tutti i cittadini maschi, che avessero raggiunto i 30 anni di
età; l'età richiesta scendeva a 21 anni per quei cittadini maschi
che possedessero determinati requisiti. Questa particolare distinzione venne
meno alla fine del 1918, allorché fu concesso il voto a tutti i cittadini
maschi maggiorenni. Nel 1925 le donne furono ammesse al voto nelle sole elezioni
amministrative; tale concessione, però, rimase inattuata in seguito
all'abolizione del carattere elettivo degli organi periferici. Nel 1945 fu
accordato pieno diritto di voto alle donne. Nel 1975 l'abbassamento della
maggiore età da 21 a 18 anni fissò, conseguentemente, a 18 anni
l'età minima richiesta per poter partecipare al voto in occasione
dell'elezione dei rappresentanti alla Camera dei Deputati (per essere inclusi
nelle liste elettorali del Senato della Repubblica, occorre invece aver compiuto
25 anni). • Rel. - Nella religione cattolica il termine
s. indica
l'aiuto spirituale che la comunità dei fedeli può recare ai
cristiani battezzati, soprattutto ai defunti, attraverso opere buone, come
preghiere, elemosine e, in particolare, il sacrificio della messa. La messa di
s. viene, infatti, celebrata a beneficio dei defunti, per abbreviare
l'espiazione in Purgatorio e favorire l'ascesa in Paradiso. Un caso particolare
di
s. sono i
s. dei santi, cioè le preghiere che i santi in
Paradiso rivolgono a Dio in favore dei fedeli. • Dir. can. - Parere
espresso dai giudici in un determinato processo.