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Sudanese.

Riferito al territorio geografico o allo Stato del Sudan: geografia s. ║ Oriundo, originario del Sudan, che dimora in Sudan. • Antropol. - Razza s. o sudanide: nelle teorie antropologiche dell'inizio del XX sec., oggi sorpassate, particolare varietà del ceppo razziale dei Negridi o Negri, stanziata nel territorio geografico s. e anche al di fuori di esso. • Arte - Le tradizioni culturali s. sono quelle elaborate dalle antiche civiltà paleonigritiche del Sudan occidentale. Caratterizzata da una spiccata tendenza alla stilizzazione e all'astrazione di forme umane e animali, l'arte s. presenta diverse varietà locali, ciascuna delle quali propria di un determinato gruppo etnico e dell'area geografica da esso occupata. In particolare, tra le principali espressioni artistiche s. vanno annoverate quelle delle tribù dei Bambari, dei Dogon, dei Mossi, dei Bobo e dei Senufo. La varietà bambara gode di grande diffusione, essendo praticata, oltre che dalla popolazione da cui prende il nome, da varie altre tribù (tra cui i Malinke e i Khassonke) e dai Nuni, una casta di fabbri presso cui sono in vigore la pratica della magia e la celebrazione di particolari cerimonie, esemplificate sulle forme rituali delle tribù s., che prevedono la creazione e l'impiego di maschere. Peculiarità stilistica dell'arte bambara è la rigorosità dello stile, più specificamente la geometricità e l'angolosità dei tratti con cui, nelle maschere, vengono riprodotte fattezze umane e animali (tra queste ultime sono da menzionare quelle che raffigurano, in forme stilizzate di grande originalità, l'antilope e il camaleonte). Presso i Bambara le maschere, considerate alla stregua di divinità dotate di vita, vengono utilizzate a scopo rituale: esse ricevono non solo doni sacrificali, ma persino la sepoltura. L'esecuzione di quest'ultima avviene secondo le modalità di un vero rito funebre, e indica la cessazione dell'uso della maschera. Tra le tradizioni artistiche in vigore presso i Bambara ricordiamo, ancora, la rappresentazione di scene e situazioni comiche e satiriche, i personaggi delle quali vengono impersonati da burattini, e l'uso di adornare con piccole figure sgabelli, strumenti musicali e altri oggetti. Anche l'arte dogon, al pari di quella bambara, è caratterizzata da un ampio ricorso alla stilizzazione, evidente soprattutto nelle fattezze geometriche conferite alle maschere. In questo caso, però, accanto alla stilizzazione va rilevata la tendenza a rappresentare le figure, prevalentemente umane, in forme cubistiche. L'esempio supremo di questo tipo di arte ci è fornito dal più antico complesso scultoreo lasciatoci dai Dogon: i cosiddetti tellem, ovvero rappresentazioni di figure umane che, con le braccia levate, invocano la pioggia. Tra i soggetti prediletti dalla scultura dogon ricordiamo anche gli uomini a cavallo. I tratti salienti tipici delle maschere dei Dogon si ritrovano anche in quelle dei Mossi e, soprattutto, in quelle dei Bobo, dove lo schematismo delle forme viene portato all'estremo da motivi geometrici rossi e bianchi, dagli occhi rotondi, dalla bocca rettangolare e dall'apposizione di complesse costruzioni intagliate bidimensionali sopra le maschere stesse. Forme più malleabili e vicine ai modelli reali si riscontrano invece nella produzione artistica dei Senufo, comprendente statuette, piccole figure umane che adornano i recipienti ad uso funerario, rappresentazioni di uccelli con le ali aperte, maschere a elmo del culto di Gbon. • Ling. - Lingue s.: le lingue, utilizzate nei territori dell'Africa compresi tra l'Atlantico, l'Etiopia e il Kenya, che sono legate tra loro da un'affinità tipologica. Esse sono infatti caratterizzate dalla comunanza di determinati tratti linguistici, quali il monosillabismo delle radici; la struttura isolante e la mancanza di suffissi verbali; la formazione del passivo tramite gli ausiliari; l'assenza della flessione nominale e dei generi grammaticali; la presenza, in alcune lingue, dei gruppi labio-velari kp e gb; la possibilità di esprimere mediante differenze tonali le opposizioni lessicali; il ricorso al procedimento morfologico dell'affissazione per formare gli aspetti e i tempi del verbo.