Organo cavo posto tra l'esofago e il duodeno,
ove gli alimenti subiscono le prime trasformazioni ad opera dei succhi gastrici.
║ Nell'uso comune, termine diffuso in svariate espressioni:
riempirsi
lo s.,
a s. vuoto o
pieno,
avere mal di s., ecc.
║ Fig. -
Stare sullo s.: non essere gradito a qualcuno. ║
Fig. -
Avere uno s. di ferro: essere capaci di sopportare qualsiasi cosa,
persona o situazione che normalmente provocano nausea, disgusto. ║ Fig. -
Avere il pelo sullo s.: possedere coraggio, sfacciataggine e incuranza
verso gli altri. • Anat. - Lo
s., situato nella parte superiore
della cavità addominale, è collegato al fegato e al diaframma
rispettivamente mediante i legamenti epatogastrico e gastrofrenico; al colon
trasverso dal legamento gastrocolico; alla milza attraverso il legamento
gastrolienale; è separato, infine, dal pancreas dalla retrocavità
degli epiploon. In esso si distinguono: una parete anteriore, una parete
posteriore, un margine destro ricurvo (
piccola curvatura), avente la
concavità rivolta verso destra e verso l'alto, un margine sinistro
convesso (
grande curvatura), un orifizio superiore (
cardias), che
divide l'esofago dalla prima porzione dello
s., e un'apertura inferiore
(
piloro), con funzione sfinterica, che pone lo
s. in comunicazione
con il duodeno. Si distinguono inoltre: una regione superiore (
grande
tuberosità o
fondo), rigonfia e disposta a sinistra e al di
sopra del cardias, una regione mediana (
corpo), di forma quasi
cilindrica, via via sempre più sottile, e una regione inferiore (
parte
pilorica), a forma di imbuto; questa regione, il cui apice corrisponde al
solco pilorico, è a sua volta formata da un primo tratto
(
vestibolo o
antro pilorico) e un secondo tratto (
canale
pilorico), che mette in comunicazione l'antro con il duodeno. Come per tutti
gli organi viscerali cavi, le pareti dello
s. sono rivestite da quattro
strati: la tunica sierosa, la tunica muscolare, la tunica sottomucosa e la
tunica mucosa. La
tunica sierosa, costituita dal peritoneo, derivante
dalla splancnopleura embrionale, ricopre quasi completamente lo
s.
formando, in corrispondenza dei margini, tre ripiegature, chiamate epiploon. La
tunica muscolare,
in assoluto la più spessa, è
costituita da muscolatura liscia involontaria;
è formata da uno
strato esterno in cui le fibre sono disposte longitudinalmente, da uno strato
intermedio costituito da fibre circolari e da uno strato interno in cui le fibre
sono disposte obliquamente. La
tunica sottomucosa, con eventuale
interposizione di uno strato di muscolatura chiamato
muscolaris mucosae,
è costituita da connettivo lasso; è ricca di vasi sanguigni, di
vasi linfatici e di strutture nervose e può ospitare numerose ghiandole.
La
tunica mucosa, a contatto con il lume dell'organo,
riveste
tutta la superficie interna dell'organo ed è costituita da un epitelio
cilindrico monostratificato di origine entodermica dotato di proprietà
mucigene e ripiegato a formare delle introflessioni (depressioni o cripte), sul
fondo delle quali si aprono i vari tipi di ghiandole che contraddistinguono
ciascuna regione gastrica: le ghiandole gastriche del fondo e del corpo, le
ghiandole del cardias e le ghiandole del piloro. Le
ghiandole gastriche,
di tipo tubulare semplice, sono le più numerose (circa 15 milioni); sono
costituite da cinque tipi di cellule ciascuno dei quali è specificamente
deputato alla secrezione di particolari componenti del succo gastrico: le
cellule principali o
adelomorfe, cubiche, ricche di granuli di
pepsinogeno, che viene attivato a pepsina (enzima che idrolizza le proteine) nel
lume dello
s.; le
cellule parietali o
delomorfe, sferiche,
produttrici di acido cloridrico, responsabile dell'acidità del lume (pH
intorno a 2), e del fattore intrinseco; le
cellule accessorie o
mucoidi, secernenti un muco che ha la funzione di proteggere la mucosa
dall'azione potenzialmente corrosiva del succo gastrico; le
cellule mucose
del colletto, disposte nella parte alta più esterna della ghiandola;
le
cellule endocrine, disposte in corrispondenza del fondo delle
ghiandole, responsabili della sintesi di svariati ormoni quali la gastrina, la
somatostatina, ecc. In corrispondenza del fondo delle ghiandole, in
profondità nell'epitelio, si trovano altre cellule a funzione endocrina,
le
cellule enterocromaffini, responsabili della sintesi di serotonina. Le
ghiandole del cardias, di tipo tubulare composto, secernono muco. Le
ghiandole del piloro, di tipo tubulare ramificato, sono distribuite nella
regione pilorica e risalgono più o meno in alto lungo la piccola
curvatura; esse sono formate da
cellule mucipare in prossimità
della superficie e da
cellule mucoidi in profondità, nonché
da
cellule ossintiche e da altre
cellule a gastrina. Le ghiandole
che si insinuano nella sottomucosa sono avvolte da un abbondante tessuto
connettivo, vascolarizzato e ricco di terminazioni nervose provenienti dal nervo
vago. • Fisiol. - V. DIGESTIONE. •
Patol
. - Lo
s. è spesso soggetto ad anomalie funzionali
(dispepsie da ipo- o ipersecrezione), a infiammazioni di diversa origine - anche
psicosomatica - come le gastriti acute e croniche, e a processi morbosi
particolari come ulcere, gastroptosi, volvolo, pilorospasmo, invaginazione e
dilatazione acuta. Lo
s., inoltre, può essere soggetto ad anomalie
strutturali congenite riguardanti la forma e la posizione, a lesioni traumatiche
e a neoplasie. Frequenti sono i vari tipi di cancro primitivo dell'antro e del
piloro che originano dall'epitelio della superficie o delle ghiandole gastriche
per poi estendersi nello spessore della parete gastrica e produrre metastasi
alle ghiandole linfatiche locali, agli organi peritoneali, alle ossa e al
cervello. • Anat. comp. - Nei vertebrati gnatostomi lo
s., di forma
e dimensioni varie nei diversi gruppi di animali, è disposto
trasversalmente rispetto al corpo. Nei pesci, nei quali non esiste una
separazione netta tra esofago e
s., quest'ultimo può essere
diritto, sacciforme, allungato in un diverticolo cieco, o addirittura privo di
ghiandole gastriche, come nei dipnoi, oppure ciliato internamente, come in
alcuni teleostei. Negli elasmobranchi la porzione cardiaca prevale su quella
pilorica, che è più corta e più sottile. Un'analoga
struttura si riscontra anche negli anfibi, nei quali però lo
s.
assume una chiara funzione digestiva. I rettili presentano generalmente uno
s. allungato ben distinto dall'esofago, con funzione nettamente digestiva
e spesso con un accenno a un ventriglio muscolare, tipico invece degli uccelli.
In questi ultimi, specie se granivori, lo
s. è suddiviso in due
parti, una anteriore, detta
proventriglio, spiccatamente ghiandolare e in
continuità con l'esofago, e una posteriore, chiamata
ventriglio,
dotata di pareti muscolari ispessite, rinforzate interamente da una membrana di
rivestimento e da tubercoli corneificati che, insieme alle pietruzze ingerite
col cibo, facilitano la triturazione di quest'ultimo. Negli uccelli insettivori
e nei rapaci il ventriglio è scarsamente sviluppato. Nei mammiferi lo
s. è in genere disposto trasversalmente e solo di rado
longitudinalmente; ha forma e struttura notevolmente variabili e presenta delle
costrizioni che permettono una netta distinzione tra la regione cardiaca e
quella pilorica o addirittura una speciale compartimentazione. A questo
proposito, caratteristico è lo
s. dei ruminanti, suddiviso, in
relazione al regime erbivoro e alla ruminazione, in quattro cavità o
concamerazioni: il
rumine (V.), nel quale
il cibo subisce una prima fermentazione batterica, il
reticolo
(V.), che insieme al rumine possiede funzioni di
immagazzinamento del cibo, l'
omaso (V.), e
l'
abomaso (V.), unico compartimento
gastrico dotato di ghiandole.
Raffigurazione schematica dello stomaco