Chim. - Elemento chimico della famiglia dei
metalli alcalino-terrosi, numero atomico 38, peso atomico 87,62; simbolo:
Sr. Fonde a 770 °C, bolle a 1.380 °C, ha densità 2,6.
Esiste in natura sotto forma di quattro isotopi, tutti stabili:
84Sr,
86Sr,
87Sr,
88Sr, la cui
abbondanza relativa è rispettivamente 0,56%, 9,86%, 7,02% e 82,56%.
Artificialmente sono stati ottenuti diversi isotopi radioattivi, a numeri di
massa tra 80 e 95. Nella tavola periodica degli elementi si colloca nel gruppo
II A, avendo il calcio e il magnesio come omologhi inferiori e il bario come
omologo superiore. Lo
s. venne scoperto nel 1790 da A. Crawford in un
minerale estratto da una miniera di Strontian, in Scozia (donde il nome); venne
isolato come elemento per via elettrolitica nel 1808 da H. Davy. Lo
s.
è un elemento relativamente raro nella crosta terrestre, della quale
costituisce circa lo 0,035%, ma assai diffuso perché quasi sempre
presente nei minerali di calcio. Lo si trova soprattutto sotto forma di
carbonato, SrCO
3, (stronzianite) e di solfato, SrSO
4,
(celestina); è presente in tracce anche nell'acqua di mare e in alcune
acque minerali. ║
Caratteristiche chimiche e fisiche: allo stato
libero lo
s. si presenta come un metallo molto duttile, lucente, di
colore bianco-argenteo. A contatto con l'acqua reagisce violentemente
sviluppando idrogeno e trasformandosi nell'idrossido, Sr(OH)
2,
secondo la reazione:
Sr + 2H
2O → Sr(OH)
2 +
H
2A contatto con l'aria si ossida rapidamente a freddo; a
caldo brucia con fiamma rossa luminosa sviluppando l'ossido e il perossido. Lo
s. naturale non è di per sé tossico, ma un suo isotopo, lo
90Sr, è uno dei prodotti della fissione nucleare di bombe
atomiche: fortemente radioattivo, è particolarmente pericoloso per l'uomo
e per gli animali perché, una volta assorbito, si fissa nelle ossa e
può rimanervi per molto tempo a causa del lungo periodo di decadimento,
determinando l'insorgenza di gravissime malattie da radiazione. Il radioisotopo
89Sr viene impiegato come tracciante in medicina e biologia. ║
Preparazione e impieghi: lo
s. si può ottenere per
elettrolisi del suo cloruro fuso o per riduzione, a circa 1.000 °C sotto
vuoto, dell'ossido di
s. con alluminio o con silicio. Lo
s. ha
marginali applicazioni come additivo disossidante e desolforante in diverse
leghe. Alcuni composti dello
s. trovano impiego in pirotecnica (fuochi
artificiali) e in campo militare (fabbricazione di razzi e proiettili
traccianti); altri composti (ossido, idrossido e carbonato) trovano impiego
nell'industria vetraria e ceramica. ║
Composti: nei suoi composti
lo
s. presenta proprietà intermedie tra quelle del calcio e quelle
del bario e come questi è sempre bivalente. L'
ossido di s., SrO,
è una polvere bianca che si ottiene per calcinazione dell'idrato o per
decomposizione del carbonato SrCO
3. Si scioglie in acqua con forte
sviluppo di calore formando l'idrossido. Viene impiegato nell'industria dello
zucchero per il recupero di questo dalle melasse. L'
idrossido di s.,
Sr(OH)
2, è un solido bianco, deliquescente; è una base
molte forte, ma è più solubile dell'idrato di calcio, in
sostituzione del quale viene talvolta usato. Il
cloruro di s.,
SrCl
2, si ottiene per reazione del carbonato (o dell'ossido o
dell'idrossido) con soluzione acquosa di acido cloridrico; è molto
solubile in acqua. Il
carbonato di s., SrCO
3, è un
solido bianco che si decompone in ossido e CO
2 per riscaldamento a
1.350 °C ed è meno solubile in acqua del corrispondente sale di
calcio. Trova impiego nella fabbricazione di lampade a fluorescenza, per
aumentare l'emissione di elettroni. Il
nitrato di s.,
Sr(NO
3)
2, è un solido cristallino incolore molto
solubile in acqua ma, a differenza di quello del calcio, è insolubile in
alcool etilico. Per riscaldamento giunge a fusione a 570 °C, ma si
decompone prima di bollire. È tra i composti più importanti e
usati dello
s. Il
perclorato, Sr(ClO
4)
2,
è solubile in diversi solventi organici, fra i quali gli alcoli etilico e
metilico.