Nobile famiglia russa, probabilmente di origine
tartara.
Anika (1498-1570) con il fratello e i figli
Jakov,
Grigorij e
Semën, si dedicò alla pesca e al commercio di
pellicce nel Nord e, negli Urali, cominciò lo sfruttamento di saline e
impiantò officine siderurgiche. In seguito,
Grigorij e
Semën ampliarono l'attività, si stabilirono nella regione tra
il Kama e la Dvina settentrionale, ottenendo franchigie commerciali e il
privilegio di tenere delle truppe. Nel XVII sec. gli
S. accrebbero il
loro potere, impadronendosi di miniere d'oro in Altai, di ingenti possedimenti
fondiari, di ferriere e di fabbriche nella regione dell'Ural. Inoltre alcuni
membri della famiglia si distinsero, già nel XVI sec., come mecenati e
collezionisti di opere d'arte, arricchendo città e villaggi di opere
preziose e palazzi, promuovendo botteghe artigiane di ricamo e di pittura (la
cosiddetta
scuola S.).
Aleksandr Sergeevič (1733-1811)
raccolse nel suo palazzo di Pietroburgo dipinti fiamminghi, olandesi, ecc., che
poi passarono a
Grigorij Sergeevič (1829-1910) nel suo palazzo
romano, oggi incluso nella biblioteca Hertziana. Il matrimonio del conte
Grigorij Aleksandrovič (1824-1879) con la granduchessa Marjia
Nikolaevna, imparentò gli
S. con la famiglia imperiale.