Quantità omogenea di materia disposta
uniformemente su una superficie. ║ Più in generale, massa omogenea
con sviluppo orizzontale e spessore solitamente costante, che rappresenta
l'elemento costitutivo di un corpo o di una struttura anche biologica: gli
s.
della pelle. ║
A s.: espressione utilizzata per descrivere
ciò che è composto da
s. distinti. ║ Ant. - Tappeto o
drappo che veniva disteso per terra per far passare le personalità.
• Ling. - Ogni lingua o dialetto esistiti in una determinata area
geografica e in un particolare periodo, in rapporto alle lingue o ai dialetti
limitrofi, a quelli precedenti o a quelli successivi. • Sociol. - Sinonimo
di
ceto o
classe sociale (V.
CLASSE). • Psicol. - Metafora presa a prestito dalla geologia per
descrivere lo sviluppo psicologico dell'individuo. Secondo tale metafora gli
stadi dello sviluppo si depositano ordinatamente uno sull'altro in maniera tale
che ciascuno risulti più profondo, e quindi più difficilmente
accessibile, del successivo. • Stat. - Nella tecnica dei campioni,
ciascuno dei gruppi omogenei in cui viene divisa una popolazione statistica e
dal quale può essere estratto un campione. Gli
s. possono essere
creati in base all'area geografica, al reddito, al tipo di cultura, al sesso,
all'età, al tipo di professione, ecc. • Archeol. - Relativamente
agli scavi condotti in zone nelle quali si sono sovrapposte diverse
civiltà, ciascun livello in cui siano stati rinvenuti depositi risalenti
a una stessa età. • Meteor. - Massa orizzontale diffusa di nuvole
basse, dalla superficie inferiore piuttosto uniforme e dal colore generalmente
grigio, in grado di produrre pioggia, nevischio o cristalli di ghiaccio. Il
termine
s. viene usato sia come suffisso, per indicare le diverse
formazioni nuvolose a
s. (
cirrostrato,
fractostrato, ecc.),
sia come prefisso (
stratocumulo). • Topogr. -
S. di
osservazioni: insieme dei valori degli azimut di diversi punti calcolati da
una stazione di osservazione, a partire da un medesimo punto d'origine scelto
inizialmente in modo arbitrario. ║
Metodo a s.: metodo impiegato
per misurare in modo preciso tutte le direzioni azimutali che escono da un punto
trigonometrico; tale metodo consiste nel fare più
s. di
osservazione modificando l'origine della graduazione di ogni
s. •
Geol. - Unità di base delle rocce sedimentarie, avente uno spessore
(detto
potenza) oscillante da qualche millimetro a svariate decine di
metri e un'estensione estremamente variabile, ma sempre molto più grande
del primo. Tali unità sono delimitate superiormente e inferiormente da
superfici più o meno parallele (dette
superfici di
stratificazione) e, nella maggior parte dei casi, sono disposte
orizzontalmente. In seguito a movimenti tettonici, tuttavia, esse possono
assumere una posizione inclinata (
s. inclinati) o addirittura verticale
(
s. verticali), oppure possono deformarsi, dando luogo a pieghe, o ancora
fratturarsi o fagliarsi. La posizione di uno
s. nello spazio è
definita da tre parametri: la
direzione, fornita dall'orientamento di una
retta orizzontale giacente sullo
s. rispetto ai punti cardinali,
l'
inclinazione, espressa dall'angolo compreso tra il piano dello
s. e un piano orizzontale, e l'
immersione, fornita dalla direzione
rispetto ai punti cardinali verso la quale scende la retta di massima pendenza
dello
s. Da un punto di vista sedimentologico, ciascuno
s.
è considerato il risultato di un singolo evento deposizionale, finito nel
tempo. Si parla di
s. semplici se i singoli eventi deposizionali sono
distinguibili l'uno dall'altro e di
s. compositi qualora tali eventi non
siano distinguibili. Gli
s. inoltre possono essere
omogenei, se
costituiti da un unico tipo di litologia, o
disomogenei, se formati da
più litologie. In base alla diversa strutturazione interna si distinguono
s. disorganizzati, in cui la disposizione dei sedimenti risulta caotica,
e
s. organizzati, costituiti internamente da pacchi di lamine dotate di
diversa inclinazione. In base al sincronismo e alle
facies, infine, gli
s. sono distinti in
isopici,
eteropici,
isomesici ed
eteromesici. • Geofis. - Zona dell'atmosfera caratterizzata da
proprietà fisiche particolari, delimitata da superfici all'incirca
concentriche. ║
S. limite planetario dell'atmosfera terrestre:
s. della bassa atmosfera a immediato contatto con la superficie
terrestre, dovuto all'effetto combinato del gradiente della pressione
atmosferica, dell'attrito turbolento e della forza di Coriolis. Lo
s.
limite rappresenta la regione atmosferica entro la quale si risentono gli
effetti della superficie terrestre; esso può essere suddiviso in
più sottostrati, tra i quali si distinguono il
substrato dinamico,
in cui è trascurabile l'effetto della stratificazione di densità e
della forza di Coriolis; lo
s. superficiale, in cui intervengono fattori
termici accanto a quelli dinamici; lo
s. di Ekman, in cui interviene
l'effetto della forza di Coriolis, responsabile del cambiamento di quota,
intensità e direzione del vento. Lo spessore e le proprietà dei
vari substrati dello
s. limite atmosferico variano nel tempo; la loro
conoscenza, tuttavia, è di notevole importanza sia per la previsione
dell'evoluzione di processi atmosferici su larga scala, sia per lo studio
dell'interazione della turbolenza atmosferica con gli effetti
dell'attività umana. • Fis. - Distribuzione di sorgenti di un campo
vettoriale, aventi tutte lo stesso segno; in particolare,
s. elettrico
è la superficie di un conduttore carico. Nel caso di uno
s.
elettrostatico piano indefinito, caratterizzato da una distribuzione di
carica con densità costante nello spazio e nel tempo, il
campo di
s. da esso generato è conservativo, uniforme nei due semispazi
determinati dallo
s., con linee di forza perpendicolari ad esso; a questo
caso possono essere ricondotti, sotto opportune ipotesi, anche
s.
materiali piani, generati da masse, e
s. elettrici non piani. ║
Doppio s.: l'insieme di due
s. semplici uguali e di segno opposto,
in particolare l'insieme di due superfici piane parallele (
doppio s.
piano), sulle quali sono distribuite in modo uniforme, rispettivamente,
sorgenti e pozzi di un campo vettoriale, di uguale densità. Nel caso di
un
doppio s. elettrico i pozzi e le sorgenti cariche elettriche negative
e positive, con densità costante, disposte su due piani paralleli.
• Geom. - Porzione illimitata di spazio compresa tra due piani paralleli.
In essa la distanza tra tali piani è detta spessore o altezza dello
s. • Tecn. -
S. o film sottile: pellicola di
materiale solido, generalmente costituito da metalli o da sostanze dielettriche,
depositata in
s. di pochi micron di spessore su un supporto appositamente
preparato, avente particolari proprietà fisiche. Tali
s. trovano
larga applicazione in ottica, come antiriflettenti, in elettronica, come
elementi di memoria nei circuiti integrati, e nella realizzazione di
semiconduttori. Essi si preparano per evaporazione e deposizione sottovuoto sul
supporto riscaldato o per reazione pirolitica in corrente di vapore (per
esempio, la crescita epitassiale del silicio). Lo spessore degli
s.
può essere determinato otticamente o elettronicamente. • Chim.
-
Teoria del doppio s.: in chimica fisica, teoria secondo la quale in
quasi tutte le interfasi, e in particolar modo in quelle liquido-solido, si
verifica una separazione di cariche elettriche di segno opposto secondo una
direzione che è perpendicolare alla superficie. Tale processo di
separazione è dovuto all'assorbimento preferenziale di particolari ioni,
all'orientamento delle molecole dipolari e a un trasferimento di carica da una
fase all'altra. Da un punto di vista puramente teorico un'interfase
solido-liquido si comporta come una superficie piana indefinita sulla quale
è distribuita una carica elettrica continua; quest'ultima risulta a
contatto con una soluzione contenente ioni puntiformi di carica opposta. •
Bioch. -
Cromatografia in s. sottile:
V.
CROMATOGRAFIA. • Istol. - Struttura istologica, o anatomica,
laminare formata da uno o più piani di cellule, residui di cellule o
prodotti dell'attività cellulare. In particolare nell'epidermide,
procedendo dall'interno verso la superficie esterna, si distinguono: uno
s.
basale o
germinativo, profondo, poggiante sulla membrana basale,
implicato nei processi di rinnovamento del tessuto, costituito da un piano di
cellule poliedriche; uno
s. spinoso (che insieme al precedente forma lo
s. malpighiano), formato da svariati piani di cellule poliedriche dotate
di processi citoplasmatici che nell'insieme costituiscono un complesso labirinto
interstiziale; uno
s. granuloso, composto da pochi piani di cellule
appiattite e disposte parallelamente alla superficie, ricche di granuli di
cheratoialina, precursore non obbligato della cheratina; uno
s. lucido,
anch'esso formato da cellule appiattite; uno
s. corneo, esterno, formato
da svariati piani di cellule morte, completamente ripiene di cheratine e
riconoscibili per la loro forma piatta e per l'assenza di un nucleo
differenziato. Esso funge da barriera meccanica contro le aggressioni
batteriche, la disidratazione e le escursioni termiche eccessive e si rinnova
costantemente per esfoliazione della superficie e per rinnovo degli
s.
più profondi. • Anat. umana -
S. di Henle: il più
esterno dei tre piani di cellule epidermiche che compongono la parte epiteliale
interna del follicolo pilifero. È a sua volta rivestito da una guaina
esterna. • Microbiol. -
S. mucoso: rivestimento gelatinoso, detto
anche
capsula, della parete cellulare dei batteri. • Embriol. -
S. scheletogeno o
guaina scheletogena: agglomerato di cellule
mesenchimatiche che formano lo sclerotomo, ovvero quella parte del somite dalla
quale origina lo scheletro assile. • Bot. -
S. arboreo,
arbustivo o
erbaceo: espressioni utilizzate per descrivere il tipo
di vegetazione di un'area, tenendo conto dello sviluppo delle piante prevalenti.
║
S. pilifero: area esterna della radice che si estende per un
tratto variabile, caratterizzata dalla presenza di numerosi peli radicali.