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Strada.

Tratto di terreno più o meno lungo, generalmente spianato e pavimentato, che collega i vari luoghi: s. sterrata. Le s. possono venire classificate in diversi modi, a seconda che ci si riferisca alle caratteristiche costruttive, al tipo di veicoli ammessi a percorrerle, all'intensità del traffico cui sono adibite, ai luoghi attraversati: s. principale, secondaria. Dare sulla s.: di finestre o porte che sono affacciate sulla via. ║ Tagliare la s.: attraversare improvvisamente la sede stradale, a piedi o con un veicolo, così da costringere un'altra persona o a un altro veicolo a fermarsi bruscamente o a deviare (quando non avvenga una collisione violenta). ║ Uscire fuori s.: con riferimento ai soli veicoli, sbandare finendo fuori dalla sede stradale. ║ Tenere bene la s. o avere una buona tenuta di s.: di veicolo che risponde bene ai comandi del guidatore sia in rettilineo sia in curva. ║ L'uomo della s.: il cittadino medio. ║ Ragazzi di s.: monelli che crescono senza opportuna guida e sorveglianza; ║ Donna di s.: prostituta. ║ Fig. - Raccogliere qualcuno dalla s.: sottrarre qualcuno a una vita misera o disonesta; con altro senso, un attore preso dalla s.: un attore non professionista. ║ Fig. - Mettere in mezzo a una s.: ridurre in miseria, senza casa né mezzi. ║ Fig. - Tutte le s. portano a Roma: proverbio con cui si intende dire che uno scopo si può raggiungere con mezzi diversi (con riferimento alla vasta rete a raggiera delle vie consolari romane). ║ Fig. - Prezzo su s. o prezzo chiavi in mano: il prezzo di listino di un automezzo comprensivo del trasporto, delle imposte e delle spese di immatricolazione. ║ Trasporto su s.: compiuto con veicoli a ruote, contrapposto generalmente a trasporto su rotaia, cioè con il treno. ║ Traffico su s.: che si svolge fuori città, in contrapposizione a traffico cittadino. ║ S. vicinale: s. di proprietà privata, soggetta al transito di un gruppo ristretto di utenti. Costoro, che ne sono i proprietari, sono tenuti a provvedere alla manutenzione, sistemazione e ricostruzione della s. stessa, con concorso del comune nelle spese quando la s. è soggetta a pubblico transito. ║ S. di circonvallazione: il cui tracciato gira intorno a un centro abitato anziché attraversarlo. ║ S. maestra: la principale, in genere più diretta e larga, che unisce un paese all'altro. ║ S. di servizio: affianca una s. principale con la funzione di consentire la sosta e il passaggio dalle proprietà laterali alla s. principale, nonché il transito dei veicoli non ammessi sulla s. principale stessa. ║ S. militare: destinata esclusivamente al traffico militare per servire particolari esigenze strategico-logistiche legate alla difesa del territorio; ente proprietario è considerato il comando della regione militare territoriale. ║ S. panoramica: posta in zone di particolare bellezza naturale e di interesse turistico, con un tracciato che consente il godimento visivo. ║ S. privata: chiusa alla circolazione pubblica. Tali s. possono essere costruite per licenza comunale nell'ambito di lottizzazioni edilizie, oppure per necessità di coltivazione di fondi rustici. Sono di proprietà dell'insieme dei proprietari degli edifici o dei fondi rustici al cui collegamento provvedono. ║ Cammino, via che conduce da un luogo a un altro: che s. fai? ║ S. facendo: durante il cammino. ║ Fig. - Indirizzo, impostazione di vita: si sono separati e hanno preso s. diverse. ║ Fig. - Modo di comportarsi, condotta morale: mettersi su una cattiva s. ║ Fig. - Andare per la propria s.: andare diritto alla meta senza lasciarsi condizionare dagli altri o, più genericamente, senza occuparsi dei fatti altrui. ║ Fig. - Trovare la propria s.: l'attività più confacente alle proprie inclinazioni naturali. ║ Fig. - Metodo seguito o mezzi adoperati per raggiungere un fine: tentò tutte le s. per farsi accettare. ║ Fig. - Mettere fuori s.: indurre in errore, far seguire un metodo, un indirizzo sbagliato. ║ Passaggio, varco: farsi s. tra la folla. ║ Fare s. a qualcuno: precederlo per guidarlo, per indicargli il cammino. ║ Fig. - Aprire la s. a qualcuno: agevolarlo nell'avanzamento nella carriera, facilitargli la riuscita in un'impresa. ║ Fig. - Fare poca, molta s.: con riferimento a qualsiasi progresso, sia individuale sia collettivo. ║ Fig. - Farsi s.: raggiungere il successo, avanzare nella carriera. ║ Solco, apertura, guida, entro cui qualche cosa si muove o che dà l'avvio a un movimento: fare la s. a una vite (facendo la prima parte del foro con un succhiello, con il trapano). • Costr. - Dal punto di vista tecnico si distingue nettamente tra s. urbane e s. extraurbane. Le prime, soggette per lo più a traffico intenso e non molto veloce, richiedono pavimentazioni molto resistenti all'usura; hanno spesso curve a raggio piccolo, sono provviste di marciapiedi laterali e presentano frequenti incroci a raso. Le s. extraurbane, dove il traffico è veloce e meno intenso, presentano banchine al posto dei marciapiedi e cunette per lo smaltimento superficiale delle acque meteoriche; le curve sono a raggio abbastanza ampio e provviste, in genere, di sopraelevazione e di linee di transito. Le norme del CNR distinguono quattro tipi di s. urbana: le s. primarie, connesse con s. extraurbane e s. di scorrimento, che distribuiscono il traffico tra il territorio urbano e quello extraurbano (velocità di progetto 90 km/h, pendenza massima 6%); le s. di scorrimento, che distribuiscono il traffico proveniente dalle s. primarie e raccolgono e smistano quello proveniente dalle s. di quartiere (velocità di progetto 70 km/h, pendenza massima 4-6%); le s. di quartiere, comprese in un solo settore dell'area urbana, che servono di collegamento tra quartieri, distribuiscono il traffico proveniente dalle s. di scorrimento e raccolgono quello proveniente dalle s. locali (velocità di progetto 50 km/h, pendenza massima 5-7%); le s. locali, infine, interamente comprese all'interno del quartiere, che ne raccolgono il traffico e lo immettono nelle s. di quartiere (velocità di progetto 25 km/h, pendenza massima 10%). Le caratteristiche delle s. extraurbane, viceversa, dipendono essenzialmente dalla velocità di progetto, che è la massima velocità che un veicolo può mantenere con sicurezza su pavimentazione bagnata (ma pulita) in rettifilo e in curva. A seconda che la sede stradale si trovi al di sopra, al di sotto, oppure in parte al di sopra e in parte al di sotto del piano di campagna, la s. sarà rispettivamente in rilevato, in trincea o a mezza costa. Il rilevato è un manufatto in terra le cui superfici laterali, dette scarpate sono disposte secondo un'inclinazione dipendente dalle caratteristiche fisiche e meccaniche del terreno che le costituisce. La trincea invece è ottenuta operando lo scavo del terreno fino a raggiungere il piano della piattaforma; anche in questo caso si hanno due scarpate laterali. Talvolta per trincee molto profonde o per rilevati molto alti, onde limitare le scarpate e conferire maggiore stabilità alle opere in terra, si costruiscono dei muri di contenimento. L'insieme delle corsie di una s. è detto carreggiata; la s. a carreggiata unica è sprovvista di spartitraffico centrale, mentre nelle s. a doppia carreggiata i due sensi di marcia sono separati da uno spartitraffico centrale, di larghezza variabile da 1,10 a 4,00 m a seconda della velocità di progetto, con protezione di guardrail ed eventuale vegetazione. Le banchine sono un elemento non trascurabile della s., in quanto permettono una migliore utilizzazione della carreggiata, e servono spesso anche per accogliere il traffico pedonale o a due ruote. Hanno inoltre la funzione di consentire la sosta di emergenza dei veicoli, nel qual caso debbono avere una larghezza di 3 m ed essere pavimentate. Nelle s. urbane la banchina è sostituita dal marciapiede, mentre nelle autostrade la banchina è di larghezza ridotta (≤50 cm), in quanto la sua funzione è assolta dalla corsia di servizio. La sede stradale è completata da opere di scolo laterali attraverso cui defluisce l'acqua piovana proveniente dalla carreggiata: le caditoie, orifizi ricavati nel ciglio del marciapiede e provvisti di sottostanti pozzetti forniti di chiusura idraulica, dai quali l'acqua è poi convogliata con appositi fognoli alla fogna stradale; le cunette, fossi a sezione triangolare o trapezoidale praticate nei tratti stradali in trincea ai piedi delle scarpate, per il deflusso delle acque meteoriche verso l'esterno della carreggiata; i fossi di guardia, posti sulla sommità delle scarpate lato monte, generalmente a sezione trapezoidale, che impediscono alle acque provenienti da monte di riversarsi sulla carreggiata. Ogni s. ha poi un suo andamento planimetrico, costituito da una successione di rettifili e curve raccordati tra di loro con tratti a curvatura variabile. Si tende a limitare la lunghezza dei rettifili, perché i conducenti non siano indotti a superare la velocità di progetto. In curva il veicolo è soggetto alla forza centrifuga, forza che è proporzionale al quadrato della velocità, e che tende a farlo slittare verso l'esterno; per creare un'opposizione alla forza centrifuga la s. viene inclinata, generalmente tra il 7% e il 2,5%, sopraelevando il ciglio esterno della curva. Il tratto a curvatura variabile di gran lunga più usato è il raccordo clotoidale, il cui raggio di curvatura varia da infinito, all'innesto col rettifilo, fino al valore del raggio della curva circolare all'innesto con la stessa; con il raccordo clotoidale si ottiene l'immissione graduale della forza centrifuga non compensata dalla sopraelevazione. Nelle curve la larghezza della carreggiata deve essere ampliata, sia perché l'ingombro trasversale dei veicoli è maggiore nelle curve, sia per motivi di visibilità; il valore dell'allargamento è inversamente proporzionale al raggio della curva e viene immesso gradualmente lungo il raccordo tra rettifilo e curva circolare. Importante nella progettazione dell'asse stradale è il coordinamento tra l'andamento planimetrico e quello altimetrico, eliminando la possibilità di perdita da tracciato, la quale si verifichi quando il conducente di un veicolo perde nel suo campo visivo la continuità della s., che appare in distanza in posizione innaturale. Quanto alle intersezioni stradali, la scelta di un tipo piuttosto che un altro è dettata da criteri di maggior sicurezza; le intersezioni a raso, con o senza semaforizzazione, comportano attesa per qualche corrente di veicoli a favore di altre; se l'intersezione non è semaforizzata, si svolge secondo le norme del Codice della s. Le norme del CNR prevedono intersezioni sfalsate (interscambi) per le s. extraurbane e per le primarie urbane; per le s. urbane locali si prevedono incroci a raso; per le s. urbane di scorrimento e di quartiere si prevedono, se possibile, incroci sfalsati, altrimenti a raso semaforizzati. • Dir. - Ispirandosi a criteri di sicurezza e di razionale gestione della mobilità, di protezione dell'ambiente e di risparmio energetico, la normativa nazionale, espressa nel D.L. 30-4-1992, n. 285 (Codice della s.) e nelle successive modifiche, classifica le s. in: autostrade (V. AUTOSTRADA); s. extraurbane principali; s. extraurbane secondarie; s. urbane di scorrimento; s. urbane di quartiere; s. locali. La s. extraurbana principale è una s. a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore, mentre per eventuali altre categorie di utenti devono essere previsti opportuni spazi. Di contro, la s. extraurbana secondaria è una s. a unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia. La s. urbana di scorrimento è una s. a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia ed eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchine movimentate e marciapiedi, con eventuali intersezioni a raso semaforizzate. La s. urbana di quartiere è una s. a unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi; per la sosta sono previste aree attrezzate con appositacorsia di manovra, esterna alla carreggiata. La s. locale è una s. urbana o extraurbana opportunamente sistemata non facente parte degli altri tipi di s. Le s. così individuate si distinguono in s. statali, regionali, provinciali, comunali a seconda che l'ente proprietario sia rispettivamente lo Stato, la regione, la provincia, il comune. Le s. statali costituiscono le grandi direttrici del traffico nazionale, servono i traffici interregionali o presentano particolare interesse per l'economia di vaste zone del territorio nazionale; congiungono la rete viabile principale dello Stato con quelle degli Stati limitrofi; congiungono tra loro i capoluoghi di regione e di provincia; allacciano alla rete delle s. statali i porti marittimi, gli aeroporti, centri di particolare importanza produttiva, turistica, climatica. Le s. regionali esauriscono la loro funzione nell'ambito regionale, collegando tra loro i capoluoghi di provincia della stessa regione, nonché questi e i comuni con la rete statale in situazioni di rilevanza industriale, commerciale, agricola, turistica e climatica. Le s. provinciali collegano il capoluogo di provincia ai comuni della medesima provincia o più comuni tra loro, oppure allacciano alla rete regionale o statale i comuni particolarmente importanti per popolazione o perché centri commerciali, climatici e turistici di notevole rilevanza; che allacciano capoluoghi di provincia o di comuni importanti ai più vicini aeroporti, stazioni ferroviarie, porti marittimi, lacuali o fluviali. Le s. comunali collegano il maggior centro del comune con le sue frazioni e le frazioni tra loro, o congiungono il comune con stazioni ferroviaria, tranviaria, aeroportuale, marittima, ecc., o località sede di essenziali servizi interessanti la collettività comunale. Le s. urbane di scorrimento e le s. locali sono sempre comunali quando sono situate all'interno dei centri abitati, eccettuati i tratti interni di s. statali, regionali o provinciali che attraversano centri abitati con popolazione non superiore a diecimila abitanti. Presso il ministero dei Lavori Pubblici è istituito l'archivio nazionale delle s., che comprende tutte le s. distinte per categorie. Nell'archivio nazionale, per ogni s., devono essere indicati i dati relativi allo stato tecnico e giuridico della s., al traffico veicolare, agli incidenti e allo stato di percorribilità. La manutenzione delle s. è svolta dall'ente proprietario; lo Stato provvede all'amministrazione delle proprie s. per mezzo dell'Ente Nazionale per le S. (ex ANAS - Azienda Nazionale Autonoma delle S. statali), istituito nel 1994. Tale ente gestisce le s. e le autostrade di proprietà dello Stato e provvede alla loro manutenzione ordinaria e straordinaria; inoltre costruisce nuove s. statali e autostrade sia direttamente sia in concessione. Le province e i comuni provvedono alla manutenzione delle s. di loro proprietà mediante un'azienda speciale o in economia, cioè mediante i normali organi dell'ente; possono anche costituirsi appositi consorzi tra comuni limitrofi o tra comuni e province. ║ Codice della s.: il complesso delle norme che regolano la circolazione su s. Il nuovo Codice della s., adottato con D.L. 30-4-1992, n. 285 e successive modifiche, consta di 240 articoli ed è suddiviso in sette titoli. Il primo comprende disposizioni generali, il secondo concerne la costruzione e tutela delle s. I titoli terzo, quarto e quinto riguardano le varie specie di veicoli, la guida di essi e la conduzione degli animali, e le norme di comportamento. Il titolo sesto disciplina gli illeciti previsti dal Codice e le relative sanzioni. Il titolo settimo contiene disposizioni transitorie. Per garantire sempre maggiore sicurezza nella circolazione stradale, dal 2002 al 2005 furono apportate alcune modifiche importanti; in particolare furono inasprite le sanzioni verso gli automobilisti "indisciplinati". Le principali novità introdotte dal D.L. 20-6-2002, n. 121, convertito in L. 1-8-2002, n. 168, riguardarono l'obbligo per tutti i veicoli dell'uso degli anabbaglianti nelle autostrade e nelle s. extraurbane principali (superstrade e tangenziali) anche di giorno, l'obbligo per ciclomotori e motocicli dell'uso degli anabbaglianti su qualsiasi s. anche di giorno, la possibilità di utilizzare il telefono cellulare solo se dotato di auricolare o di viva voce, l'abbassamento del 40% del tasso limite di alcool nel sangue consentito per chi è alla guida, l'introduzione del reato di gara di velocità con veicoli a motore, la conferma della possibilità di utilizzare autovelox e altri dispositivi di controllo a distanza per accertare le violazioni dell'eccesso di velocità e del divieto di sorpasso, l'introduzione del bastone a strisce rosse o bianche per i pedoni sordomuti o ciechi. Il decreto del 2002 fu integrato da 64 articoli contenuti nel D.L. 27-6-2003, n. 151, che anticiparono la riforma del Codice che fu attuata successivamente. Si stabilì l'introduzione della patente a punti (V. PATENTE), l'aumento delle sanzioni per alcune infrazioni (mancato uso delle cinture e del casco, che diventa obbligatorio anche per le minicar e le tre ruote non dotate di carrozzeria chiusa o di cellula di sicurezza; passaggio con semaforo rosso; guida contromano; mancato rispetto dei turni di riposo per i guidatori di TIR), la destinazione della corsia di destra in autostrada al normale traffico delle auto che non sono in sorpasso, l'obbligo dell'uso dei fari anabbaglianti sulle autostrade e su tutte le s. extraurbane anche di giorno, l'introduzione di un patentino e della targa per i motorini (dal 1° luglio 2004), l'aumento dei limiti di velocità a 150 km/h sulle autostrade a tre corsie (previa via libera dei gestori di rete) e l'abbassamento dei limiti in caso di pioggia, nebbia e neve a 110 km/h in autostrada e a 90 km/h su s. statali. • Encicl. - Le più antiche tracce di pavimentazione stradale, costituita da mattoni cotti e bitume, si ritrovano in Mesopotamia. Accertato è anche l'uso saltuario di lastre di pietra nella civiltà minoica, mentre nella Grecia antica solo le vie cittadine, specie nel periodo ellenistico, furono lastricate. La civiltà etrusca conobbe un notevole sviluppo nella tecnica viaria, ma solo con i Romani quest'attività raggiunse livelli insuperati nel mondo antico. Le s. costruite dai Romani furono, per lungo tempo, le sole vie di comunicazione fra le varie regioni d'Europa e fra questa e i territori dell'Africa e del Medio Oriente; spesso l'antico tracciato di molte arterie, leggermente modificato, è tuttora in uso. Le grandi vie consolari e le viae silice stratae, cioè quelle publicae, erano generalmente pavimentate con poligoni di selce sistemati su un letto di sabbia fine. Sotto il lastricato era predisposto un secondo strato di pietre minori, cocci e calcinacci, a sua volta poggiante su uno strato di pietre spezzate. Le viae glarea stratae erano invece pavimentate con sassi tenuti insieme con la calce. La carreggiata era fiancheggiata da marciapiedi, larghi in genere 60 cm, costituiti da blocchi di pietra (crepidines) su cui erano posti a distanza di 3 o 4 m l'uno dall'altro paracarri di forma conica; la larghezza della s. romana variava da 2,35 m per due carri, fino a 4,70 m per quattro carri, a seconda dell'importanza, del traffico e del percorso. Il succedersi delle invasioni barbariche comportò anche la progressiva decadenza della rete stradale romana, che col tempo non fu più adatta al traffico. Le prime risistemazioni delle antiche s. si ebbero nei secc. XIII-XIV, con l'intensificarsi del traffico commerciale. I miglioramenti dei veicoli e delle conoscenze teoriche attorno al carreggio divennero effettivi e consistenti dal Rinascimento in poi e, anche grazie a un più vivo e sistematico interessamento dei principali Governi europei, le reti stradali divennero abbastanza efficienti. Dal XVII sec. incominciarono i regolari servizi postali e furono emanati i primi regolamenti stradali. Nel 1716 in Francia nacque la scuola per gli ingegneri di ponti e s. Tra Settecento e Ottocento operarono grandi tecnici e riformatori della viabilità francese e inglese, come P.M.J. Trésaguet, J. McAdam, T. Telford. L'enorme sviluppo commerciale susseguente alla Rivoluzione industriale potenziò dapprima i collegamenti ferroviari e su acqua, ma già dalla fine del XIX sec. per la rete stradale iniziò una fase di intenso sviluppo. Negli Stati Uniti e, sia pure con ritmo minore, in Europa, l'evoluzione e la diffusione dei veicoli a motore su s., specie dopo la prima guerra mondiale, l'aumento del traffico automobilistico e della velocità raggiungibile resero indispensabile un continuo miglioramento delle soprastrutture stradali, sia per quanto riguardava i materiali sia relativamente ai problemi tecnologici connessi. Soprattutto nelle s. extraurbane, alle pavimentazioni di tipo tradizionale come la massicciata in macadam, costituita da uno strato di pietrisco senza fondazione e disagevole a causa della polvere prodotta dal transito dei veicoli a motore, si sostituirono poco alla volta rivestimenti asfaltici e bituminosi e, in qualche Nazione, quelli in conglomerato cementizio. Anche il numero e le dimensioni delle corsie e delle banchine, le pendenze elevate e le curve con raggi minimi, che rendevano molto problematico l'aumento della velocità che i nuovi mezzi erano in grado di offrire, furono progressivamente corretti per garantire un'adeguata sicurezza stradale. Dopo la prima guerra mondiale sorsero le prime autostrade e l'Italia fu tra i primi Paesi a costruirne (nel decennio 1925-35 vi si realizzarono sette tronchi autostradali). • Sport - Corsa su s.: specialità del ciclismo (distinta dalle corse in pista e dalle gare di ciclocross), singola o a tappe. • Med. - Virus di s.: denominazione generica dei ceppi di virus della rabbia isolati in animali affetti da rabbia naturale (con allusione all'ambiente dove di solito avviene il contagio). • Teat. - Nell'attrezzatura teatrale tradizionale, struttura in legno o in metallo costituita da due canali entro i quali, per mezzo di ruote, scorrono quinte, telai, ecc., azionati a mano o elettricamente; possono trovarsi sia in alto sia a terra, parallelamente al proscenio.