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Stenosi.

Patol. - Restringimento di un orifizio, di un canale naturale, di un dotto, di un vaso o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio delle sostanze che ne costituiscono il contenuto. Si distinguono due tipi di s.: organiche e funzionali. Le s. organiche, di origine congenita, malformativa o più spesso acquisita, portano alla compromissione della porzione anatomica colpita e si distinguono in forme intrinseche ed estrinseche, a seconda che il processo morboso che ne è alla base abbia origine all'interno o all'esterno della struttura anatomica interessata (solitamente un organo). Le forme intrinseche sono provocate da modificazioni stabili delle pareti del tratto interessato, quali quelle indotte da traumi, ulcere, lesioni, fenomeni infiammatori, neoplasie. Le forme estrinseche sono causate da aderenze, tumori e processi proliferativi degli organi circostanti, che tendono a esercitare una compressione dall'esterno. Le s. funzionali sono dovute a contrazioni toniche della muscolatura o degli sfinteri e non inducono compromissioni anatomiche. Alterando il passaggio delle sostanze, le s. causano modificazioni morfologiche sia a monte sia a valle del tratto stenotico: a monte si osservano ipertrofia della muscolatura parietale e comparsa di contrazioni peristaltiche rinforzate, spesso dolorose; tali fenomeni compensativi tendono ad aumentare l'efficacia della propulsione. Con il perdurare della s., a questi fenomeni si aggiungono atonia, dilatazione del tratto a monte accompagnata da ristagno del contenuto e, frequentemente, aumento della pressione. A valle l'assenza di deflusso può provocare disturbi diversi a seconda dell'organo colpito, quali inanizione (s. esofagea), insufficienza circolatoria (s. dell'aorta), ecc. Le s. possono interessare svariati apparati a livelli diversi. Nell'apparato digerente si possono osservare s. esofagea, del piloro, duodenale soprapapillare, intestinale, rettale, anorettale; nell'apparato respiratorio s. laringea, tracheale, bronchiale; nell'apparato cardiovascolare s. degli orifizi valvolari cardiaci, delle arterie (s. carotidea, aortica e coronarica), delle vene (s. dell'aorta); nell'apparato urogenitale s. dei calici e dell'uretere, s. uretrale, tubarica, vaginale, del canale cervicale. Di fondamentale importanza per la definizione della terapia è l'individuazione della natura organica o funzionale della malattia; a questo scopo risultano utili le indagini endoscopiche o radiologiche. La terapia è quasi sempre chirurgica.