Attività di intimidazione nei confronti del
movimento operaio svolta in Italia settentrionale e centrale tra il 1919 e il
1923 dalle
squadre d'azione del Partito Fascista. Le squadre d'azione
muovevano dalla città verso i centri rurali, devastando camere del
lavoro, sedi di cooperative e di sindacati, redazioni di giornali, tipografie,
spesso con la connivenza dei poteri politici e giudiziari. L'ascesa al potere di
B. Mussolini portò alla normalizzazione del fenomeno squadrista; i membri
delle squadre d'azione furono così inseriti nella Milizia Volontaria per
la Sicurezza Nazionale (MVSN).