(dall'inglese
sport). Attività motoria
volta a favorire un equilibrato sviluppo psico-fisico della persona:
dovresti
fare un po' di s. ║ Insieme delle manifestazioni, specialmente
agonistiche, praticate in conformità a determinate regole, codificate da
appositi enti, in cui è presente, almeno in una certa misura, lo spirito
competitivo:
s. di squadra. ║
Fare qualcosa per s.:
espressione con cui ci si riferisce a ciò che viene fatto per svago,
senza alcun interesse pratico o tornaconto economico.
• Encicl. -
Sebbene le attività sportive fossero praticate in epoche remote in varie
aree del mondo, fu in Grecia che, in ragione di motivi di carattere estetico e
di esigenze militari, lo
s. assunse un ruolo di particolare rilievo,
cosicché a Olimpia, Delfi, Corinto e Nemea poterono nascere giochi nei
quali gareggiavano i migliori atleti dell'Ellade. Furono, in particolare, i
giochi olimpici ad acquisire l'importanza maggiore: istituite nel 776 a.C. e
cessate nel 336 d.C., le Olimpiadi classiche si caratterizzavano per la
sospensione dei conflitti armati per tutta la loro durata e per l'affermazione
della loro sacralità tramite un sacrificio a Eracle, considerato il
fondatore della manifestazione. Nell'Italia antica, invece, lo
s. assunse
forme indubbiamente meno caratteristiche; tuttavia, non mancarono manifestazioni
sportive né presso gli Etruschi (soprattutto in occasione di cerimonie
funebri e di solennità civili o religiose) né presso i Romani.
Questi ultimi in età repubblicana fecero dello
s. uno strumento
fondamentale per l'educazione militare dei giovani, che finivano così per
cimentarsi nella corsa, nel salto e nel lancio del disco e del giavellotto. I
costumi andarono modificandosi in età imperiale, allorché si
diffusero i giochi circensi e le crudeli lotte armate uomo contro uomo e anche
uomo contro belva che, infine, scomparvero con la caduta dell'Impero romano
d'Occidente (476). Nell'Impero d'Oriente durarono, invece, più a lungo,
almeno fin quando nel 520 Giustino non soppresse le Olimpie di Antiochia, ultimo
grande agone pagano ancora in vita. Dopo una prima ripresa delle attività
sportive (sotto forma di tornei) nell'età dei Comuni, fu col Rinascimento
che lo
s. si affermò come attività svincolata da
motivazioni di ordine etico-religioso, assumendo in questo modo le
caratteristiche proprie dell'attività sportiva moderna; di ciò
sono testimonianza i numerosi trattati di argomento sportivo pubblicati, tra i
quali si ricordano quelli di P. Vergerio, L. Alberti e M. Vegio. In quell'epoca,
la diffusione dello
s. andò vieppiù aumentando anche e
soprattutto al di fuori dell'Italia. Da questo punto di vista, l'Inghilterra fu
all'avanguardia: nel 1617 il re Giacomo I con la
Declaration of sports
autorizzò la pratica di alcune discipline; significativo fu, poi, il
fatto che nel 1681 per la prima volta venne riportata sulla stampa la notizia di
un combattimento di pugilato. Proprio il pugilato ebbe un successo
notevolissimo, con J. Figg che nel 1719 divenne il primo campione britannico, ma
anche altri
s. si affermarono (nel 1780, ad esempio, venne istituita da
parte di lord Derby un'importante corsa ippica). Sempre in Inghilterra nel XIX
sec. si ebbero la fondazione della Football Association (1863), che
costituì la prima federazione calcistica mondiale, e la disputa della
gara di canottaggio tra Oxford e Cambridge (1856), che sarebbe da allora
divenuta classica. Fu, però, per merito di un francese, il barone P. de
Coubertin, che si poté giungere nel 1896 all'organizzazione delle prime
Olimpiadi moderne (che da allora si sarebbero tenute con cadenza quadriennale).
Nel contempo, anche in Italia sorsero numerose associazioni di rilievo: si
possono qui ricordare il CAI (1863), la Federazione Ginnastica d'Italia (1869),
l'Unione Velocipedistica Italiana (1885), la Federazione Italiana Gioco Calcio
(1898), la Federazione dell'Atletica Leggera (1898), la Federazione della
Scherma (1909) e la Federazione Pugilistica (1916). A partire dal secondo
dopoguerra, la pratica sportiva divenne parte integrante del programma di
sviluppo psico-fisico dei portatori di handicap; essa venne così presto a
configurarsi anche come attività agonistica, la cui migliore espressione
è data dalle Paraolimpiadi estive. Disputate per la prima volta nel 1960
a Roma, le Paraolimpiadi si svolgono in concomitanza dei Giochi olimpici
(solitamente anche nella città che è sede di queste ultime) e
comprendono nel loro programma ufficiale 17 diverse discipline, a loro volta
distinte per categoria di handicap.
• Med. -
Medicina dello
s.: branca della medicina che studia i fenomeni collegati alle
attività sportive. Originariamente concentrata su problematiche
chirurgiche e traumatologiche, la medicina dello
s. ha finito con
l'occuparsi di molti altri aspetti della pratica sportiva, quali lo studio dei
problemi connessi allo sforzo e alla fatica, i fabbisogni alimentari degli
atleti, le indagini sulle modificazioni funzionali dell'organismo, la
valutazione dell'idoneità fisica di chi pratica
s., la ricerca di
metodi in grado di svelare l'impiego di sostanze dopanti.
"Sport e dollari: la boxe negli Stati Uniti" di Mario Gherarducci
"L'Alfa Romeo e lo sport" di Gonzalo Alvarez Garcia
"Che cosa ha significato lo sport per me" di Clay Regazzoni