Patol. - Termine generico con il quale viene
indicata una lesione infiammatoria localizzata in una o più vertebre, nei
dischi intervertebrali, o nello spazio epidurale. La
s. può essere
causata da germi patogeni comuni quali stafilococchi, streptococchi, salmonelle,
brucelle, pneumococchi, miceti, echinococchi, ecc.; questi, durante l'infezione
generalizzata dell'organismo, tendono a localizzarsi a livello vertebrale
producendo una lenta ma progressiva degenerazione del tessuto osseo colpito.
Solitamente la
s. si manifesta con dolore irradiato al tronco, all'addome
e agli arti, dovuto al coinvolgimento di nervi che si distribuiscono in queste
aree; al dolore si accompagna una rigidità della colonna vertebrale
provocata dalla contrazione (che il soggetto mette in atto involontariamente per
ridurre la sintomatologia dolorosa) della muscolatura striata scheletrica
paravertebrale. Tra le forme infettive, citiamo le
s. non tubercolari,
dovute alla localizzazione secondaria nell'area vertebrale dei batteri e dei
funghi sopra menzionati; per queste forme la terapia è basata sulla
somministrazione di antibiotici o di sulfamidici e può essere
accompagnata da una opportuna terapia ortopedica. Le forme infettive comprendono
la
s. tubercolare (altrimenti nota come
morbo di Pott), che
colpisce per lo più bambini e giovani, ed è provocata dalla
localizzazione in una o più vertebre contigue di bacilli tubercolari; a
seconda dei segmenti colpiti si distinguono una
s. cervicale, una
s.
dorsale, una
s. lombare, ecc. Se la malattia non viene curata in
tempo, può provocare l'erosione dei corpi vertebrali che, schiacciati dal
peso del tratto di colonna sovrastante alle lesioni, possono collassare causando
una particolare deformazione della colonna, detta gibbo, e talvolta anche la
compressione e lo schiacciamento del midollo osseo con conseguente
paralisi.