Bot. - Nome comune della
Spinacia
oleracea, pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle
Chenopodiacee. Coltivato a scopo alimentare, lo
s. possiede il fusto
eretto, ramoso, cavo, che raggiunge 1 m di altezza. Nelle pianticelle giovani le
foglie sono a rosetta, tenere, lucenti, spesso bollose e di colore verde scuro.
Nelle piante adulte le foglie basali sono lungamente picciolate, grassette,
glabre, spesso rugose e con la lamina triangolare, saettata, intera o incisa
mentre le foglie superiori sono triangolari-oblunghe. I fiori, anch'essi
verdastri, sono dioici: quelli maschili, detti staminiferi, sono riuniti in
spighe terminali e quelli femminili, detti pistilliferi, sono invece raggruppati
in glomeruli ascellari. Il frutto, un achenio membranoso-coriaceo, spinoso o
inerme, a forma di otricello chiuso nel tubo perigoniale, contiene un solo seme
verticale assai turgido. Le numerose varietà si distinguono in base al
periodo di semina, in base alle dimensioni e alla forma delle foglie (grandi o
piccole, lisce o bollose) e in base alla rapidità del ciclo biologico (a
fioritura lenta o rapida). Tra le razze orticole si ricordano: lo
s.
selvatico o
di monte; lo
s. arricciato o
increspato (
Chenopodium virgatum) e lo
s. fragola
(
Chenopodium capitatum), provenienti dall'Europa meridionale e
diffusi anche in Italia dove crescono spontanei e vengono coltivati come
erbaggio; lo
s. della Nuova Zelanda (
Tetragonia expansa), erba
annua della famiglia delle Aizoacee, coltivata in Europa e in America
Settentrionale come succedaneo dello
s. per la sua resistenza al calore.
Le foglie di
s., ricche di vitamina A, B
1, B
2, C e
di ferro, rappresentano una verdura importante nella dieta mediterranea, per la
loro digeribilità e per il loro gusto delicato e gradevole.