Zool. - Nome comune di diverse specie di pesci
teleostei appartenenti all'ordine gasterosteiformi e alla famiglia dei
Gasterosteidi. Lo
s. ha solitamente dimensioni piuttosto ridotte, corpo
allungato e fusiforme, peduncolo caudale sottile e la pinna dorsale preceduta da
spine libere. È diffuso nelle acque salate, in quelle salmastre e anche
in quelle dolci dell'emisfero settentrionale. Lo
s. comune
(
Gasterosteus aculeatus), così chiamato per le sue armi di difesa
e di offesa, possiede il corpo lungo al massimo 10 cm, privo di squame ma
ricoperto e protetto da una corazza, costituita da placche ossee allungate
trasversalmente, che si può estendere dalla parte posteriore del capo
fino alla base della pinna caudale, oppure rivestire solo la metà del
corpo o ancora interessare soltanto la zona toracica. Come gli altri
Gasterosteidi anche lo
s. presenta due o tre spine libere, dure e
appuntite come aculei, che precedono la pinna dorsale; quest'ultima è
molle, come pure le pinne pettorali, la pinna caudale e quella anale. Le pinne
ventrali sono anch'esse dotate di una spina dura. Il corpo è di colore
grigiastro o verdastro e presenta a volte delle fasce scure trasversali sui
fianchi argentei. Il maschio, che durante il periodo dell'accoppiamento presenta
una livrea nuziale con ventre e gola rossi, è solitamente molto
combattivo. Durante il periodo degli amori, che coincide con la primavera,
costruisce il nido saldando frammenti di piante con una sostanza adesiva secreta
dai reni e, una volta che la femmina deposita le uova, le custodisce e le
protegge fino alla loro schiusa. Essenzialmente gregari, gli
s. nuotano
in banchi nelle acque basse ricche di vegetazione; talvolta dagli estuari si
spingono fino alle acque marine. La loro spiccata capacità di adattarsi
velocemente alle variazioni di salinità, tipica delle specie eurialine,
è dovuta alla presenza nelle branchie di particolari cellule, dette
cellule a cloruri, specializzate per assumere o eliminare i cloruri.
Oltre che nei fiumi d'Europa, e quindi anche d'Italia, gli
s. si trovano
in Asia e in Africa. Sono ancor oggi abbondantemente pescati dai piscicoltori
perché distruggono le uova e gli avannotti e perché sono pesci
ideali per gli acquari domestici grazie alla loro grande adattabilità,
che consente loro di riprodursi attivamente anche in cattività. Simili
allo
s. comune sono il
piccolo s. (
Pungitius pungitius),
lungo da 4 a 6 cm, diffuso in Europa, Asia e America, e lo
s. marino
(
Spinachia spinachia), lungo fino a 20 cm, diffuso nell'Europa
settentrionale; ha corpo slanciato, color verde oliva, giallastro o bruno, con
una serie di placchette ossee disposte in fila dal capo all'impianto della pinna
caudale e un esilissimo peduncolo caudale. Sul dorso si trovano una quindicina
di spine, alternativamente inclinate a destra e a sinistra, e le pinne ventrali
sono ridotte all'unica spina. A causa delle ridotte dimensioni della bocca, lo
s. marino è costretto a nutrirsi di piccole prede come le larve di
alcuni pesci e minuscoli crostacei.