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Spina.

Antica città italica sorta alle foci del Po probabilmente intorno al 530 a.C. Le ricerche archeologiche hanno permesso di individuare su un isolotto lagunare l'abitato antico, probabilmente di origine etrusca, caratterizzato da un impianto urbanistico regolare. Non lontano sorgeva la vasta necropoli dalla quale sono venute alla luce, a partire dal 1922, numerosissime suppellettili appartenenti ai corredi funerari. Il periodo di maggiore splendore della città si ebbe nel V sec., quando S. era scalo marittimo dell'Etruria padana e fungeva da centro commerciale per i prodotti provenienti specialmente dal bacino orientale del Mediterraneo. Secondo Plinio il Vecchio, gli Etruschi avrebbero anche costruito un canale artificiale che poneva S. in collegamento diretto con Adria. È attestata dai nomi personali graffiti sui vasi della necropoli l'esistenza di una solida colonia greca, composta probabilmente in gran parte da Attici, come dimostra la massiccia importazione di prodotti attici, specie tra il 480 e il 380 a.C. Nel periodo di maggiore floridezza, S. possedette nel santuario di Delfi un proprio tesoro, alla pari delle principali città elleniche. Al progressivo declino della città contribuirono cause storiche (l'invasione gallica) e fisico-geografiche poiché l'abitato, in origine a breve distanza dalla costa, nei secoli successivi si allontanò progressivamente dal mare. Già fiorente per secoli, ai tempi di Augusto S. era ormai ridotta a semplice villaggio. Le oltre 4.000 tombe finora scavate nella necropoli sono per lo più tombe a fossa, talora rivestite di assi di legno o contenenti casse lignee. Oltre all'inumazione veniva praticata la cremazione, come attesta il ritrovamento di rozzi ossari, anfore greche e osteoteche di marmo, collocati in custodie di legno insieme al corredo funebre. Fu ricchissima la serie delle ceramiche attiche: pochi i vasi a figure nere, essendo questa tecnica ormai praticata soltanto in piccole officine che servivano i ceti popolari; numerosissimi e spesso d'alta qualità i vasi a figure rosse. È probabile che molta parte di questa produzione vascolare si possa far risalire a una fabbrica alto-adriatica, attiva forse proprio a S. tra il 460 e il 400 a.C. Tra gli oggetti di corredo non mancano ceramiche sicule e magnogreche, bronzi (tripodi, candelabri, vasi) e oreficerie etruschi, portaprofumi vitrei provenienti dall'Egitto, e persino oggetti ornamentali in ambra di origine baltica. La ricca collezione è custodita nel Museo nazionale archeologico di Ferrara.