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Spettroscòpio.

Strumento in grado di produrre uno spettro di assorbimento o di emissione e di registrare e misurare la posizione delle righe spettrali. Astron. - Gli s. utilizzati in campo astronomico possono essere interferometrici, basati sulla relazione tra figure di interferenza e lunghezza d'onda della radiazione; a eterodina, basati sulla rilevazione dei battimenti ottenuti combinando la radiazione da analizzare con una seconda radiazione prodotta da una sorgente locale in modo opportuno. Fis. - Gli s. possono essere classificati, in base al loro modo di operare, in s. a emissione e in s. ad assorbimento. I primi sono costituiti da una sorgente di radiazione, da un sistema che permette di collimare e indirizzare la radiazione, da una cella portacampioni e da un rivelatore; i secondi differiscono dai primi per il fatto che la sorgente di radiazione è il campione stesso da analizzare, opportunamente eccitato. La sorgente utilizzata negli s. ad assorbimento dipende dalle lunghezze d'onda alle quali si indaga la modalità di assorbimento del campione; nel caso di radiazioni elettromagnetiche, solo le sorgenti laser garantiscono una radiazione perfettamente monocromatica, mentre negli altri casi è necessario inserire un sistema monocromatore, che la disperda e la selezioni in modo opportuno. L'emissione della sorgente può essere continua, in un intervallo più o meno ampio di lunghezze d'onda, o pulsante, come nel caso dell'assorbimento atomico, in cui si preferisce utilizzare sorgenti che emettono solo a frequenze di risonanza del campione. Le radiazioni emesse dalla sorgente passano poi attraverso un sistema di filtri e lenti, aventi il compito di focalizzare e allineare il fascio stesso, che viene in seguito disperso dal monocromatore. La caratteristica principale di un monocromatore è il suo potere risolutivo, che indica la minima separazione in lunghezza d'onda tra due righe spettrali e misura, quindi, la capacità di dispersione dello strumento. I monocromatori a dispersione più diffusi sono i prismi e i reticoli. La radiazione, resa monocromatica tramite il monocromatore, viene poi inviata nella cella portacampione, dove avviene l'interazione con il campione. Nella spettroscopia classica di assorbimento, essa è costituita da un semplice contenitore, trasparente alla radiazione incidente, di dimensioni e tipologia anche molto diverse a seconda del tipo di radiazione utilizzata; nell'assorbimento atomico e nella spettroscopia d'emissione, invece, la cella è dotata di un sistema di eccitazione del campione, fiamma, fornetto o plasma. L'eccitazione mediante plasma contenente un'elevata concentrazione di cationi allo stato eccitato e di elettroni fornisce risultati più affidabili rispetto alle altre tecniche. Poiché le misure di assorbanza effettuate in s. d'assorbimento sono sempre relative, ottenute per confronto tra l'assorbanza del campione e quella del bianco costituito dalla matrice priva del campione, è necessario che nella cella siano contenuti sia il campione sia il bianco; negli strumenti monoraggio, caratterizzati da un singolo raggio incidente, per ogni lunghezza d'onda è necessario effettuare due misure in successione, una per il campione e l'altra per il bianco, mentre negli strumenti a doppio raggio, nei quali la radiazione viene sdoppiata, con vari sistemi, prima di giungere sul campione, è possibile effettuare la misura contemporanea delle due intensità. La parte di radiazione non assorbita dal campione viene inviata, infine, sul rivelatore, nel quale avviene la traduzione sotto forma di segnale elettrico; negli strumenti monoraggio, i segnali del bianco e del campione arrivano in tempi diversi sul rivelatore, mentre negli strumenti a doppio raggio giungono alternati in rapida successione.