eXTReMe Tracker
Tweet

Solària.

Rivista italiana di letteratura, pubblicata a Firenze dal 1926 al 1936. Fu fondata e diretta da A. Carrocci, il quale ebbe come condirettori G. Ferrata (1929-30) e A. Bonsanti (1930-33). Pur ricollegandosi sia alla tradizione e allo stile della “Ronda”, di cui ereditò in parte il rigore formale, sia al moralismo del “Baretti” di P. Gobetti, S. dimostrò fin dal debutto un orientamento decisamente più ampio e aperto all'esperienza letteraria europea: in contrasto con le imperanti direttive culturali autarchiche del Fascismo, sui numeri della rivista apparvero traduzioni da autori stranieri quali R.M. Rilke, T.S. Eliot, J. Joyce, nonché tempestive recensioni di libri di E. Hemingway, P. Valéry, A. Gide. Decisivo fu poi il contributo di S. nella valorizzazione della produzione letteraria italiana del Novecento: pur non trascurando la tendenza, allora prevalente, alla letteratura saggistica ed evocativa, diede ampio spazio al romanzo e al racconto, forme d'espressione narrativa proprie dei giovani scrittori dell'epoca, fra cui C.E. Gadda, A. Loria, C. Pavese, P.A. Quarantotti Gambini ed E. Vittorini. Nel 1934, proprio per la pubblicazione de Il garofano rosso di Vittorini, la rivista incorse nella censura del regime, perché il testo venne giudicato contrario alla morale. Per quanto riguarda la poesia, S. accolse le liriche di poeti come U. Saba, G. Ungaretti, E. Montale, concorrendo così all'affermazione e alla diffusione dell'Ermetismo; analogamente, nella sezione più specificamente critica, privilegiò gli interventi degli esponenti delle correnti stilistico-ermetiche, come G. Contini. Pur non conformandosi alle direttive della predominante cultura fascista e pur ospitando, soprattutto a partire dal 1930, interventi che concernevano la responsabilità storica del letterato, la rivista si tenne in genere in disparte dalla realtà politica e sociale dell'epoca: caratteristica appare infatti la sua concezione della letteratura come spazio separato e autonomo, da analizzare secondo criteri specialistici. Fra i numerosi collaboratori sono da annoverare anche G. Debenedetti, G. Raimondi, S. Solmi, R. Bacchelli, A. Baldini. Alle uscite periodiche della rivista e ai pregevoli numeri interamente dedicati a singoli artisti, fra cui U. Saba (1928), I. Svevo (1929) e F. Tozzi (1930), si aggiunsero nel 1928 anche le “Edizioni di Solaria”, dove apparvero opere fra le più significative del periodo, fra cui raccolte liriche di U. Saba e di S. Quasimodo e prose di C.E. Gadda, E. Vittorini e C. Pavese.