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Solfìdrico.

Chim. - Acido s.: idracido inorganico dello zolfo, di formula H2S, altrimenti detto idrogeno solforato o solfuro d'idrogeno. È un acido debole, tossico, che con l'aria e in determinate proporzioni (4,5-45%) può formare miscele esplosive. Si presenta sotto forma di gas incolore, infiammabile, dal caratteristico odore di uova marce, e si trova in svariati giacimenti petroliferi, in quelli di gas naturale, in alcune emanazioni vulcaniche e in molte acque minerali, nelle quali si forma per riduzione dei solfati ad opera di batteri specifici. In presenza di acqua può dare origine a due tipi di sali, i solfuri e i solfidrati o solfuri acidi. Con la maggior parte dei metalli pesanti forma sali poco solubili. Reagisce a caldo con lo zolfo formando polisolfuri, e, sempre a caldo, con le olefine in presenza di catalizzatori formando mercaptani. Si forma come sottoprodotto durante la distillazione del carbon fossile, la raffinazione dei petroli, la preparazione del solfuro di carbonio e la coagulazione della viscosa. Viene prodotto inoltre nella decomposizione batterica anaerobica di composti organici solforati. Può anche essere preparato per sintesi dagli elementi che lo compongono, oppure per azione degli acidi minerali, quali l'acido solforico e l'acido cloridrico, sui solfuri metallici o ancora dal solfuro di calcio per azione dell'anidride carbonica e dell'acqua. Si può recuperare infine in grandi quantità dai gas che lo contengono lavando questi ultimi con soluzioni di ammine alifatiche, di sali di sodio, di amminoacidi, di fenato sodico, che hanno capacità di assorbimento selettivo. Una volta recuperato, poi, l'acido s. viene utilizzato per ottenere acido solforico o zolfo.